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Ciclismo, Parigi-Roubaix - La vittoria di Sonny Colbrelli un anno dopo. Ganna, Ballerini o Trentin riusciranno nel bis?

Carlo Filippo Vardelli

Pubblicato 16/04/2022 alle 13:30 GMT+2

PARIGI-ROUBAIX - Alla vigilia della 119ª Parigi-Roubaix, ripercorriamo il trionfo di Sonny Colbrelli ottenuto nell'ottobre del 2021. Una vittoria pesante come un monolite, che però non ha cambiato molto il panorama del ciclismo italiano. Quest'anno, in assenza del bresciano per le note vicende al cuore, la pressione sarà tutta su Filippo Ganna e Matteo Trentin.

L'inno di Mameli risuona a Roubaix: Colbrelli è il re del Nord

Vivere di ricordi è molto complicato: si rischia di rimanere ancorati a qualcosa di vecchio, sovrapponendolo al presente. La nostalgia non aiuta mai: ti riporta indietro senza darti troppi consigli su come andare avanti. Forse sarebbe meglio eliminarla, ma in certe occasioni è come la coperta che ti ripara dal freddo. È come il porto sicuro quando non sai dove attraccare. Oggi, sabato 16 aprile 2022, alla vigilia della 119ª Parigi-Roubaix, il ciclismo maschile italiano è proprio quella barca che non sa dove fermarsi, persa tra un mare di dubbi e arretratezza. Non c’è la soluzione all’orizzonte, ma solo il porto sicuro del passato. Fortunatamente, per una volta, non si deve tornare al secolo scorso per trovare il calore, ma solo ad un anno fa, quando Sonny Colbrelli decise di vincere la Parigi-Roubaix da assoluto esordiente.
Sonny Colbrelli ha vinto la Parigi-Roubaix, il campionato europeo e il campionato italiano nel 2021
Chi vince la Parigi-Roubaix?

Sonny, l’invincibile

Che la Roubaix del 2021 avesse qualcosa di diverso lo abbiamo capito fin da subito. Il posizionamento nel calendario (un freddo ottobre invece di un tiepido aprile), la snervante attesa dopo l’assenza del 2020 (una delle poche corse capace di dire no al covid, rifiutando di essere riprogrammata), il freddo, la pioggia, il fango, lo sporco, la prima edizione della gara femminile (andata in onda sabato) vinta da Lizzie Deignan dopo una fuga di 81km. Nell’aria c’era qualcosa di speciale. Il profumo buono. In più, Sonny Colbrelli ci arrivava con il vento in poppa: campione italiano, campione europeo (titolo vinto contro Evenepoel appena un mese prima) e serissimo candidato al Velo d’Or di fine anno.
Insomma, il bresciano era uno degli uomini più caldi, e infatti in gara si è visto. Dopo aver giocato a nascondino con van Aert, convinto che fosse lui l’uomo da curare, Sonny ha mollato gli ormeggi ed è partito alla rincorsa dei fuggitivi ai -85km, provocando la reazione dell’altro favorito: van der Poel. Ai -30, poi, i pianeti si sono allineati nel verso giusto. Il leader della corsa, Gianni Moscon, è stato colpito della nuvoletta di Fantozzi, e in pochi chilometri ha forato, è caduto e ha detto addio ai sogni di gloria (finendo 4°). A quel punto, negli ultimi 20 chilometri, davanti sono rimasti Colbrelli, VDP e Vermeersch: tre esordienti sulle pietre. Il Cobra se l’è giocata con saggezza, e dentro al Velodromo ha battuto i suoi rivali con una volata praticamente perfetta.
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Colbrelli campione d'Europa: rivivi la volata con Evenepoel

Colbrelli è stato un caso isolato?

Una vittoria come quella di Sonny Colbrelli sicuramente cambia gli orizzonti del ciclismo. Li apre, li ribalta, li rovescia. Quindi, anche un esordiente - italiano - può vincere la regina delle classiche? Sì, però il discorso è molto più ampio di così. Colbrelli, classe 1990, era sì un esordiente all’Enfer du Nord, ma alle spalle aveva 10 anni di professionismo e una stagione più splendente che mai. La Roubaix non s’inventa in una settimana, e forse nemmeno in quattro mesi. Serve attitudine, la giusta condizione fisica e anche un pizzico di fortuna.
Quest’anno, in assenza di Sonny per le note vicende al cuore, l’Italia punterà tutto (o quasi) su Filippo Ganna e Matteo Trentin. La vittoria, per due come loro, non è impossibile, però nemmeno così semplice. Rispetto a Colbrelli, che arrivava all’appuntamento tirato a lucido, i fari sono molto più abbassati, e la sensazione è che debbano allinearsi i pianeti un’altra volta. La verità, sottintesa, è che la frangia maschile del ciclismo italiano è ancora troppo aggrappata agli episodi per utilizzare la parola progettualità. La vittoria di Colbrelli è stata come un monolite, ma non è che intorno si sia mosso poi tanto. Sicuramente, Ganna e Trentin potranno dire la loro, ma per tornare ai fasti di un tempo servirà ancora tantissimo lavoro.
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Colbrelli, epico successo alla Roubaix: rivivi il trionfo in 6'

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