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Colbrelli alla Gazzetta dello Sport: "Non mi sento un ex, verrà il momento delle valutazioni. Sono un uomo fortunato"

Stefano Dolci

Aggiornato 15/04/2022 alle 09:31 GMT+2

CICLISMO - Alla vigilia della Parigi-Roubaix 2022, l'ultimo vincitore Sonny Colbrelli torna a parlare alla Gazzetta dello Sport poche settimane dopo l'arresto cardiaco in cui i medici gli hanno impiantato un defibrillatore sottocutaneo: "Ho letto tante cose non vere sul mio conto. Ci sarà un momento in cui faremo tutte le valutazioni, poi decideremo ma non mi sento un ex".

Emozione Colbrelli: "Vi racconto come ho vinto la Roubaix"

Dici Parigi-Roubaix e inevitabilmente la testa va all’impresa di Sonny Colbrelli dell’anno scorso, la sua esultanza commossa nel fango dopo una vittoria che lo consegna nella leggenda del ciclismo. Quest’anno Sonny – vittima di un arresto cardiaco il 22 marzo, pochi istanti dopo l’arrivo di una tappa della Volta Catalunya, e che da qualche settimana vive con un defribillatore sottocutaneo come Eriksen - non la correrà ma la guarderà sul divano, insieme ai suoi figli e a sua moglie godendosi questa Pasqua in famiglia, felice di potersi godere i figli e non eccessivamente preoccupato ora di dover prendere una decisione che prima o poi dovrà essere fatta: tornare a correre in bici oppure no. Il 31enne corridore lombardo alla vigilia della Roubaix si è confidato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui ha spiegato la sua nuova vita ed ha fatto intendere che la scelta sarà ponderata.
"Molti mi chiedono come sto, sono felice, sono con il mio bimbo. Mi ritengo fortunato. Molto fortunato. Non sono parole di circostanza. Sono tranquillo. E consapevole. Beh, tutti sappiamo che in questo mondo siamo di passaggio. Non ci pensiamo mai, specie se abbiamo una vita piena. Come quella dei ciclisti. Quando mi sono svegliato in ospedale ho faticato a capire cosa era accaduto: difficile da credere e accettare. All’inizio ero arrabbiato con il mondo intero. ‘Perché a me? Cosa ho fatto di male per avere questo?’. Quelli sono stati i giorni peggiori. Poco alla volta ho guardato l’altra faccia della medaglia ed è andata molto meglio. Ero vivo tanto per iniziare. Non smetterò mai di ringraziare i medici, la mia famiglia e la squadra (Bahrain Victorious, ndr). Sono stati fantastici, non mi hanno lasciato solo un istante, confortandomi”.
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Fango, pavé e Colbrelli: la Roubaix vista dall'onbike camera

"Verra il tempo delle valutazioni, non mi sento ancora un ex corridore..."

"Ci sarà un momento in cui faremo tutte le valutazioni, poi decideremo. Ho letto tante cose non vere sul mio conto... Sto bene e mi godo ogni istante. Figli e moglie, in primis. Vado avanti, guardare indietro è inutile. Il futuro è sinonimo di speranza. Se guarderò la Roubaix? Ho sentito la voce che gli organizzatori mi avrebbero invitato ma non è arrivato nulla di ufficiale alla squadra. Non ci sarei andato, comunque. Non mi sento ancora un ex... La guarderò in tv come ho fatto con tutte le altre gare di questo periodo. Nostalgia? Tanta, vedere i compagni correre mi fa venire una voglia... Se sono risalito in bici? No, attendiamo il prossimo step. Al massimo aiuto i miei figli sotto casa... A loro ho mostrato anche la replica della Roubaix. Ridono come matti quando vado giù per terra dopo l’arrivo ‘Papà sei caduto, devi stare attento’. E poi: ‘Ma eri tutto sporco di fango, allora anche noi possiamo andare nelle pozzanghere...’. Non so se sia più dura una Milano-Sanremo oppure un fine settimana appresso ai bambini... Cosa mi è rimasto? L’affetto infinito della gente. Non so quanti messaggi mi siano arrivati. E mi scuso se ho dimenticato di rispondere a qualcuno. Non a Jacobs: mi ha dato forza scrivendomi poche ore prima dell’oro ai Mondiali indoor...”.

"Vincere la Roubaix era un sogno che ho realizzato"

“Il trofeo con il pezzo di pavè, è in salotto lo lucido quasi ogni giorno. Il mio trionfo davanti a Van der Poel e Pogacar è la dimostrazione di quanto la voglia e i sacrifici possano portarti a esaudire i desideri. Vincere la Roubaix era un sogno, realizzato. Chi è più forte fra Tadej e Mathieu? Parliamo di due campionissimi, ma lo sloveno è di un altro pianeta: può vincere tutte le classiche Monumento, Sanremo compresa. E anche i tre grandi giri. Sì, Pogacar può diventare il nuovo Eddy Merckx”.
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Sonny Colbrelli da sogno: il film delle sue vittorie più belle

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