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Parigi-Roubaix - Da Coppi a Ballerini, da Tafi a Boonen: le 10 imprese sul pavé della Roubaix

Luca Stamerra

Aggiornato 14/04/2022 alle 18:43 GMT+2

PARIGI-ROUBAIX - Lacrime, sudore e sangue. Fango, vento e pioggia, ma soprattutto il pavé. La Parigi-Roubaix è la Regina delle Classiche, ma non per la bellezza dei suoi paesaggi, per la durezza del suo percorso. In molti hanno rischiato di perdere addirittura degli arti, altri hanno scritto pagine di storia. Leggiamone qualcuna.

Colbrelli, epico successo alla Roubaix: rivivi il trionfo in 6'

Qualche giorno e scatterà la terza Monumento della stagione. Per molti è quella più importante, la più spettacolare. La Parigi-Roubaix regala sempre questo effetto grazie ai suoi 30 settori in pavé che sembrano interminabili, impossibili da affrontare tutti in un solo giorno. Nella storia abbiamo vissuto tante imprese durante la Regina delle Classiche e ne abbiamo volute selezionare 10. Cinque italiane e cinque degli "stranieri”. Sì, perché sono stati tanti gli azzurri a domare, o addirittura dominare, le ostiche pietre del Nord Europa. Ovviamente questa è una nostra personalissima top 10 e la vostra? Una delle imprese più grandi, però, resta quella di Sonny Colbrelli, con la Roubaix conquistata solo la scorsa stagione davanti a Vermeersch e van der Poel. Quella ce l'abbiamo ancora negli occhi e ce la portiamo nel cuore.
Chi vince la Parigi-Roubaix?
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Le lacrime di gioia di Colbrelli dopo il trionfo alla Roubaix

Le imprese degli italiani

1) 1950: l'attacco di Fausto Coppi a 45 km dall'arrivo, la Roubaix è sua

9 aprile 1950. Dopo il successo di Serse Coppi, nel '50 arrivò anche quello di Fausto Coppi. Un Fausto che doveva rifarsi dalla stagione precedente, quando aveva concluso al 12° posto, con una corsa piuttosto anonima. Coppi entra in una fuga di 28 uomini e, al rifornimento di Arras, invece di fermarsi come tutti gli altri, accelera per provare a fare selezione. Diot e Sciardis riescono, inizialmente, a tenergli testa, ma entrambi devono staccarsi. Sciardis non ce la fa, Diot viene addirittura rallentato dal proprio ds che vuole il rientro del compagno di squadra Van Steenbergen. Ecco che Coppi fiuta l'occasione e a 45 km dal traguardo piazza l'azione decisiva. I distacchi saranno importanti per tutti: Diot si piazzerà 2° a 2'45'', Fiorenzo Magni, terzo, arriverà addirittura a 5 minuti e 24''. Un assolo incredibile quello di Coppi che dimostrò di poter vincere oltre i confini nazionali, anche nelle Classiche Monumento. In quella stessa stagione vinse anche la Freccia Vallone, ma al Giro d'Italia fu sfortunato: cadde e si fratturò il bacino, rientrando alle corse solo l'anno dopo.
Io ho vinto la Roubaix. Coppi era fuori concorso. [Maurice Diot a fine gara]

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Fausto COPPIBianchi6h18'48''
2. Maurice DIOTMercier+2'45''
3. Fiorenzo MAGNIWilier-Triestina+5'24''
Quella fu la prima e ultima Parigi-Roubaix vinta da Fausto Coppi che ci riprovò nel '52 e nel '55, terminando in entrambi i casi al 2° posto. Il corridore piemontese era molto attivo, comunque, nelle prove dia un giorno, tanto da vincere per 3 volte la Milano-Sanremo e per 5 volte il Giro di Lombardia (quattro volte consecutive dal '46 al '49).
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Cadute, tensioni e sofferenza: la Parigi-Roubaix come non l'avete mai vista

2) 1966: quando il Cannibale era Felice Gimondi

17 aprile 1966. Secondo anno da professionista per Felice Gimondi che, dopo aver vinto il Tour de France, e piazzatosi 3° al Giro, ci prova anche nelle Classiche. Al debutto arrivò solo 64°, ma nel '66 è lui il grande favorito. Ecco che il begamasco ripaga le attese. Tutti lo aspettano, tutti lo temono. Ma quando parte a 43 km dall'arrivo nessuno riesce ad andare del suo passo. Merckx aveva appena debuttato, e la stampa di quei tempi si interrogava se ci sarebbe stato un corridore capace di contrastare un Gimondi pronto a conquistare il mondo...
Fango, un mare di fango. Ma anche gelo, che però non m'impediva di mulinare sui pedali come pochi. Ricordo che un belga era all'attacco, mentre io aspettavo che qualcuno si muovesse. Parte Dancelli e io gli vado dietro. In un amen torniamo sul fuggitivo, poi a Mons-en-Pévèle parto deciso e li lascio tutti lì. Gli ultimi 43 km li faccio da solo. Arrivo al velodromo con oltre quattro minuti di vantaggio su Jan Janssen. Un bel ricordo. [Felice Gimondi che ricorda quella vittoria della Roubaix]

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Felice GIMONDISalvarani6h59'26''
2. Jan JANSSENPelforth+4'08''
3. Gustaaf DESMETWiel's+4'08''
Felice Gimondi cercò la vittoria della Roubaix anche in altre edizioni, ma si dovette accontentare del 4° posto nel '69 e dell'8° posto nel '71. Poco male. Quella del '66 fu la prima Monumento vinta da Gimondi, che nello stesso anno si impose anche al Giro di Lombardia, prima di conquistare - in seguito - la Milano-Sanremo nel '74. Andò vicino alla conquista anche del Fiandre (2° nel '69), mentre alla Liegi il suo miglior piazzamento fu il 7° posto del '69.

3) 1979: Moser e la leggenda del pezzo di pavé

8 aprile 1979. Roger De Vlaeminck e Tom Boonen hanno il record di vittorie della Roubaix (4), ma nessuno dei due è riuscito a conquistarne 3 di fila. In molti ci hanno provato, ma l'unico ad esserci riuscito è Francesco Moser. Nel '78 il primo successo davanti a De Vlaeminck, ma nel '79 arrivò il successo più bello. Era difficile vincere, o meglio rivincere, e farlo da favorito numero 1. Moser ce la fa, battendo ancora per distacco De Vlaeminck. Quello fu un anno speciale per Moser che conquistò anche la Gand (primo italiano a farlo), sfiorò il successo al Fiandre e al Giro d'Italia (2° alle spalle di Saronni) e conquistò la maglia tricolore di campione nazionale italiano. Maglia che indossò l'anno dopo nel terzo successo consecutivo della Roubaix.
Se ho davvero detto che la medaglia della Roubaix era ridicola? Sì, e così cominciò la tradizione del pezzo di pavé per il vincitore. Io ne ho solo uno, che sta nel mio museo. [Francesco Moser ricorda la Roubaix del '79]

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Francesco MOSERSanson-Campagnolo6h17'28''
2. Roger DE VLAEMINCKGis Gelati+40''
3. Hennie KUIPERPeugeut+40''
Moser, da ottimo pistard e ciclista a tutto tondo, era uno dei migliori specialisti nelle corse di un giorno. Nel '77 vinse il campionato Mondiale a San Cristobal, ma nelle Classiche Monumento conta anche una vittoria alla Milano-Sanremo e due vittorie al Giro di Lombardia. Nel '78 si piazzò invece 3° alla Liegi.
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Francesco Moser - Paris-Roubaix 1980 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

4) 1995: Franco Ballerini si vendica e vince la sua prima Parigi-Roubaix

9 aprile 1995. È l'anno di Franco Ballerini. Finalmente, vien da dire. Nel 1993 era stato beffato da Duclos-Lassalle in volata, l'anno successivo fu Tchmil a sorprendere lui e Baldato. Ormai Ballerini non ci credeva più. Ci credeva però la Mapei, tanto che Squinzi in persona chiese a gran voce di vedere ancora Franco Ballerini capitano della Mapei-GP, nonostante la presenza di un Museeuw in rampa di lancio. C'è bel tempo, il fango è quindi sabbia e le forature sono dietro l'angolo. Ballerini è proprio vittima di una foratura e rischia di perdere il treno giusto. Lui riesce a rimontare sui fuggitivi, un gruppo di corridori agguerriti, considerando la presenza di Sciandri, Ekimov, Nelissen e tanti altri. A 40 km dall'arrivo anticipa tutti. Questa volta non vuole essere battuto in volata, questa volta non vuole farsi anticipare da qualcun altro a 10 km dal traguardo. Lui prende e se na va, costringendo gli altri a lottare per il 2° posto. Così sarà. Ballerini vincerà la prima delle sue due Roubaix, Tchmil si accontentò invece del 2° posto davanti a Museeuw ed Ekimov.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Franco BALLERINIMapei-GB6h27'08''
2. Andreï TCHMILLotto-Isoglass+1'56''
3. Johan MUSEEUWMapei-GB+1'56''
Franco Ballerini continuò ad andare forte alla Roubaix, tanto da piazzarsi 5° l'anno successivo, quando ben 4 italiani si piazzarono ai primi 5 posti (Bortolami,Tafi,Zanini e Ballerini), fino al ritorno al successo nel 1998 davanti ai compagni di squadra Tafi e Peeters. In quegli anni, Franco Ballerini era l'uomo delle pietre, così identificato per la sua agilità nel volare nei vari settori tortuosi. Erano gli anni delle bici specializzate, dell'innovazione tecnologica, ma lui rimaneva il professionista delle pietre anche con la sua bici d'ordinanza.
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Franco Ballerini - Paris Roubaix 1995

Credit Foto Eurosport

5) 1999: il penultimo successo italiano, quello di Andrea Tafi

11 aprile 1999. È l'ultimo successo italiano, quello di Andrea Tafi. Era uno dei massimi esperti delle pietre del Nord. Si perché il toscano faceva parte di quella Mapei spettacolare che dominò le gare del pavé negli anni '90, con Tafi spesso e volentieri scudiero dei suoi capitani. Ha collezionato un 3° posto nel '96, un 2° nel '98, ma - soprattutto - è stato fido compagno di squadra di Museeuw prima e di Ballerini poi. Questa volta tocca a lui, è in vantaggio, ha staccato tutti, ma il traguardo è ancora lontano. Nel momento clou ecco una foratura, lo sconforto, può essere finita. Ma proprio sul ciglio di quella strada era piazzato un 'omino', come dirà Tafi, della Mapei. Ha una ruota e può fare il pit-stop, che dura non più di 40''. Andrea Tafi riparte e non viene ripreso, anzi, arriva da solo al velodromo e va a conquistare la sua Roubaix, con la maglia tricolore indosso. Una vera e propria impresa.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Andrea TAFIMapei-Quick Step6h44'15''
2. Wilfried PEETERSMapei-Quick Step+2'14''
3. Tom STEELSMapei-Quick Step+2'26''
Come detto, Tafi era uno degli specialisti del Nord. Dopo il '99, arrivò anche il 5° posto del 2003, mentre nel 2002 vinse il Fiandre. Quella fu la terza Monumento vinta da Tafi che conquistò in carriera anche il Lombardia nel '96.
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Le imprese degli "altri"

1) 1975: quando De Vlaeminck vinse contro Merckx col trucco del fango sulla faccia

13 aprile 1975. Successi e diversi piazzamenti. De Vlaeminck è uno degli esperti della Roubaix e nel 1975 cerca uno storico bis. L'anno prima aveva vinto per distacco su Francesco Moser, ma nel '75 dovette affrontare un Merckx che sembrava in formissima. Il Cannibale aveva già vinto tre edizioni della Roubaix e sapeva il fatto suo e arrivava all'appuntamento con la Classica delle pietre forte dei successi messi in fila alla Milano-Sanremo, all'Amstel Gold Race e al Giro delle Fiandre. Merckx cercava uno storico poker, ma dovette sfidare quel De Vlaeminck che alla Roubaix non voleva perdere il confronto con il connazionale. Il corridore della Brooklyn però non sembra al top, tanto che Merckx prova a staccarlo ancor prima dei settori più duri di pavé. Prima ci pensa la squadra di De Vlaeminck, poi è una foratura a stoppare Merckx. De Vlaeminck continua il suo cammino ma sembra stanco, Merckx sente che può vincere, ma non vuole forzare per paura di un contrattacco. Alla fine restano in quattro a giocarsi la vittoria di tappa, Merckx aspetta la volata per battere tutti, ma con un colpo di reni è proprio De Vlaeminck a beffare il capitano della Molteni. Sembrava spacciato, ma il Campione in carica aveva battuto - in volata - il Campione del mondo.
Ad un certo punto pensavo di mollare, non ce la facevo più a pedalare al ritmo di Eddy. Ho resistito per miracolo solo perché non ha accelerato a suo modo. Eddy si è girato spesso, mi guardava, cercava di capire la mia condizione. Sapevo di non poter mentire ai suoi occhi. Per questo ho cercato di coprirmi il volto con quel fango che avevo in faccia. Ha funzionato. Non ci fosse stato, probabilmente Eddy mi avrebbe stanato e staccato. [Roger De Vlaeminck a fine gara]

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Roger De VLAEMINCKBrooklyn6h52'04''
2. Eddy MERCKXMoltenist
3. André DIERICKXRokadost
Fu uno dei corridori più completi della storia del ciclismo e vinse tutte e 5 le Monumento. È record man per numero di vittorie alla Parigi-Roubaix (4 insieme a Boonen) che vinse anche nel '77, trovò il successo anche al Lombardia (2 volte), alla Milano-Sanremo (tre volte), al Fiandre (una volta) e alla Liegi (una volta).
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Parigi-Roubaix 2015: i corridori attraversano le rotaie a pochi secondi dall'arrivo del treno

2) 2000: Museeuw si vendica del destino

9 aprile 2000. Probabilmente tutti hanno negli occhi la vittoria del 1996, quando Johan Museeuw arriva al velodromo scortato da Bortolami e Tafi. Tripletta storica della Mapei, con Ballerini che si piazzò addirittura 5°. Grande orgoglio italiano tra squadra e corridori (al 10° posto c'era anche Marco Milesi). Era un Museeuw che aveva giocato di squadra in quelle stagioni, ma che da quel momento voleva fare la storia della Classica delle Classiche. Nel 1997 non gli riuscì il bis, nel '98 si fratturò la rotula nella foresta di Arenberg, riportando anche un'infezione che mise in allerta tutti con il pericolo - per fortuna scampato - dell'amputazione dell'arto. Torna nel '99, e ci arriva anche in buone condizioni: è 3° al Fiandre e 9° alla Roubaix. Non male per uno che ha rischiato di perdere la gamba l'anno prima, ma a lui non basta. Nel 2000 ci riprova e trova un successo clamoroso, grazie al sostegno di tutta la Mapei. Steel e Tafi lo lanciano. A 50 km dall'arrivo arriva poi l'attacco in solitaria di Museeuw che va a vincere con un vantaggio di 17'' su van Petegem e Zabel. Una bella rivincita per il belga. Ma ancora una volta, che Mapei, che Italia. Con Tafi e Zanini da dietro a coprire ogni tentativo di rimonta. Poi l'esultanza con la gamba alzata, proprio quella che aveva rischiato di perdere due anni prima.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Johan MUSEEUWMapei6h47'00''
2. Peter VAN PETEGEMFarm Frites+15''
3. Erik ZABELDeutsche Telekom+15''
Nel 2002 arrivò poi il tris per Museeuw, ma il belga non riuscì ad avvicinarsi ad eguagliare il record di De Vlaeminck (4). Nel 2003 si classificò solo 33°, nel 2004 si piazzò al 5° posto.
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2000 Paris-Roubaix Museeuw

Credit Foto Imago

3) 2012: Tom Boonen trova il 4° successo, è record

8 aprile 2012. È una delle migliori stagioni per Boonen. Tra marzo e gli inizi di aprile aveva vinto l'E3 Vlaanderen, la Gent-Wevelgem e il Giro delle Fiandre. Impossibile non metterlo come favorito per il successo alla Parigi-Roubaix, dove cercava il 4° successo personale, quello del record di Roger De Vlaeminck. È una corsa tirata, con molto tatticisimo, ma il Campione tira sempre fuori dal cilindro qualcosa di importante. Dopo un ottimo lavoro di Chavanel, Keisse e Trentin, è Terpstra l'ultimo uomo di Boonen. Siamo ancora a 56 km dal traguardo, ma il lavoro di Terpstra mette in difficoltà tutto il plotone e, uscito dal settore in pavé, Boonen parte in solitaria. Da quel momento è un assolo del belga che vince nel Velodromo, centrando il suo 4° successo in carriera. Per Turgot e Ballan solo la volata per il 2° posto.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Tom BOONENOmega Pharma5h55'22''
2. Sébastien TURGOTTeam Europcar+1'39''
3. Alessandro BALLANBMC Racing+1'39''
Quello fu l'ultimo successo in una Classica per Boonen, che non riuscì più a centrare la vittoria della Roubaix per superare definitivamente De Vlaeminck. Quel 2012 lo vide poi trionfare ancora, dal campionato nazionale belga al Mondiale a cronometro con la Quick Step nella prova a squadre.
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La joie de Tom Boonen, quadruple vainqueur de Paris-Roubaix.

Credit Foto Eurosport

4) 2016: Hayman nega il successo a Boonen e vince a 37 anni

10 aprile 2016. È una delle ultime occasioni per Tom Boonen. Il corrdore della Quick Step cerca il 5° successo in carriera alla Roubaix: successo che gli regalarebbe la chance di essere il più titolato nella Regina delle Classiche, scavalcando Roger De Vlaeminck. Boonen riesce a passare indenne la foresta di Arenberg e si gioca la vittoria finale con Hayman, Stannard, Boasson Hagen e Vanmarcke. È il più veloce dei 5 ed è quindi il più marcato. Lui attende a partire e viene beffato da Hayman che sceglie il momento giusto. Quando Boonen fa partire la sua volata è già troppo tardi e a vincere è quindi l'australiano che gela l'intero velodromo.

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Mathew HAYMANOrica GreenEdge5h51'53''
2. Tom BOONENEtixx-Quick Stepst
3. Ian STANNARDTeam Skyst
E dire che fino ad allora, il suo miglior piazzamento in una Monumento fu l'8° posto del 2012. Quella, però, era la sua 15a partecipazione ad una Parigi-Roubaix. Conosceva molto bene quella corsa, che gli regalò il successo della carriera... A 37 anni suonati!
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4 vittorie in carriera, una alla Parigi-Roubaix: l'exploit di Hayman

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Come Hayman ha vinto la Roubaix grazie a Zwift dopo l'infortunio

5) Vince Sagan con la maglia di Campione del mondo

8 aprile 2018. Sagan ha un potenziale disarmante, ma fino al 2016 non riesce a vincere nessuna Classica Monumento. Qualche errore di troppo, una squadra non così completa, grandi nomi come avversari. Nel 2016 si sblocca col Fiandre, ma nelle stagioni sucessive fa ancora fatica. Il suo cruccio è la Milano-Sanremo che non ha mai vinto, ma nel 2018 arriva la sua prima Roubaix. Sagan resta con i migliori fino a 54 km dal traguardo, grazie al prezioso lavoro di Daniel Oss, poi prende e se ne va. Nel settore 12 di pavé, quello di Auchy-lez-Orchies, c'è l'aggancio con i fuggitivi, mentre da dietro nessuno riappare nonostante il tentativo di Van Avermaet. Alla fine, a giocarsi la vittoria, restano solo Sagan e Dillier ma, arrivati al velodromo di Roubaix, è un gioco da ragazzi per lo slovacco vincere in volata, con la maglia di Campione del mondo addosso.
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La "fagianata" di Peter Sagan: al 54 km prende e se ne va

L'ordine d'arrivo

CorridoreSquadraTempo
1. Peter SAGANBora Hansgrohe5h54'06"
2. Silvan DILLIERAG2Rst
3. Niki TERPSTRAQuick Step Floors+57''
Nel 2019 ci ha riprovato, ma si è dovuto accontentare del 5° posto, così come il 4° posto della Milano-Sanremo.
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Peter Sagan con il trofeo della Parigi-Roubaix vinta nel 2018

Credit Foto Getty Images

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