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Ciclismo, Alberto Bettiol: "Voto al Tour? 8! Pronto a fare capitano in nazionale. Come si batte van Aert? Anticipandolo"

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Aggiornato 27/07/2022 alle 10:18 GMT+2

CICLISMO - Una volta terminato il Tour, Alberto Bettiol ha unito l’utile al dilettevole: una passeggiata fino Montmartre per ripassare il percorso olimpico. “Così ho già fatto una parte della ricognizione del percorso dei Giochi di Parigi 2024...”, ha raccontato alla Gazzetta dello Sport.

Bettiol ci ha fatto sognare: ecco il momento in cui raggiunge Matthews

Una volta terminato il Tour, Alberto Bettiol ha unito l’utile al dilettevole: una passeggiata fino Montmartre per ripassare il percorso olimpico. “Così ho già fatto una parte della ricognizione del percorso dei Giochi di Parigi 2024...”, ha raccontato alla Gazzetta dello Sport. Poi in treno fino a Lugano, ma il 28enne toscano ripartirà presto visto che sabato e domenica corre in Spagna. “San Sebastian e Getxo. Pochi giri di parole, ci vado per vincere”.
Pronto ad essere leader in nazionale? Sì, è già stato così ai Giochi di Tokyo. Ho partecipato a tre Mondiali, mi sento abbastanza esperto

Un voto al Tour

“Otto. Per arrivare a dieci, avrei dovuto vincere. Ma sono stato protagonista in alcune occasioni. E poi, riflettiamo su un punto: se non eri un velocista, se non eri Vingegaard, Van Aert o Pogacar... occasioni ce ne sono state poche. Io l’ho avuta la possibilità. Matthews non è stato più forte di me, ma più bravo”.

La tappa con arrivo a Mende

“Ci ho pensato. Avrei potuto tenerlo un pochino di più vicino, e in cima alla salita attaccare in modo deciso. Quello che ha fatto lui con me. Però pensavo che fosse più stanco, quasi ‘morto’. Era in fuga da tanto, aveva staccato degli scalatori”.

Per il Mondiale, che cosa si è detto con il c.t. Bennati?

“A Parigi, non l’ho visto. Ma abbiamo cominciato a confrontarci. L’investitura che mi ha dato mi gasa, mi carica, non mi mette pressione o ansia. Ho voglia di fare, di continuare così”.
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L’avvicinamento ai Mondiali…

“Dopo queste due gare, altura a Livigno fino a Ferragosto. Poi Amburgo (con un punto in domanda), Bretagne Classic, le gare canadesi. Da lì, direttamente in Australia”.

Pronto ad essere leader?

“Sì, è già stato così ai Giochi di Tokyo l’anno scorso. Ho partecipato a tre Mondiali, mi sento abbastanza esperto. Il Mondiale è come una grande classica e io ne ho già vinta una. Non mi sento inferiore a nessuno, allo stesso tempo so che ci saranno Van Aert, Pogacar, Alaphilippe, Van der Poel... Noi però siamo l’Italia, un bel gruppo. E dobbiamo dire la nostra, attuare la strategia giusta senza avere rimpianti”.

Come si battono i mostri?

“Anticipandoli. Il nostro obiettivo non dovrà essere restare in un gruppetto con Van Aert, si rischia di correre per il piazzamento. Bisogna muoversi prima, rendere la corsa dura per far fuori i velocisti, essere in superiorità numerica. Sulla carta sembra un Mondiale come Bergen 2017, poi magari piove e diventa duro come Harrogate 2019”.
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