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Vincenzo Nibali, da A alla Z: l'alfabeto dell'ultimo fantasista del ciclismo. L come Giro di Lombardia, S come Squalo

Luca Stamerra

Pubblicato 07/10/2022 alle 11:42 GMT+2

CICLISMO - Ultima recita tra i professionisti per Vincenzo Nibali. Il siciliano appenderà la bici al chiodo al termine del Giro di Lombardia 2022, una corsa molto speciale per lui viste le due vittorie della Classica delle foglie morte. Tra successi e delusioni, tra emozioni e record, ecco le parole, le gesta e i momenti che ci sono rimasti più nella mente della carriera di Nibali.

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È tutto vero. L'11 maggio scorso, Vincenzo Nibali aveva annunciato l'addio al ciclismo. Addio che si sarebbe consumato con il Giro di Lombardia, una corsa amata dal siciliano, tanto che l'ha vinta ben due volte. Ma da maggio ad ottobre ne è passata di acqua sotto i ponti... In tanti speravano in un ripensamento, magari in una vittoria che potesse scuotere lo Squalo e dargli la motivazione a proseguire per un'altra stagione, anche due. Nibali ha diversi progetti, inerenti al mondo del ciclismo, ma non come corridore professionista. In quel campo sa di aver dato tutto quello che aveva fino alla fine. Noi, per celebrarlo, abbiamo voluto riassumere in questo alfabeto alcune delle voci a cui questo Campione così unico ha legato il suo nome in 17 anni di carriera.

A come Astana

Inevitabile ricordare l'Astana in questa raccolta dedicata a Nibali. Non è né la squadra che l'ha fatto debuttare (la Fassa Bortolo) né la squadra che l'ha lanciato (la Liquigas), ma nel team kazako è diventato quel Campione che poteva sfidare Wiggins, Froome, Quintana, perfino Contador. In Astana ha vinto il Giro e il Tour, nell'Astana è diventato quel corridore che tutto il mondo ci ha invidiato.
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Vincenzo Nibali con la maglia gialla di leader del Tour de France nel 2014

Credit Foto Getty Images

B come Bola del Mundo

È stato uno degli scalpi più importanti della carriera di Vincenzo Nibali. 18 settembre 2010. Era l'ultima tappa di montagna di quella Vuelta. Joaquim Rodríguez e Fränk Schleck non potevano più recuperare, Velits era quasi ad 2'. Restava da sconfiggere solo Mosquera, e Nibali aveva 50'' da amministrare. Si arrivava a 2247 metri di altitudine, con Nibali perfetto nella gestione degli sforzi senza mai strafare. Mosquera l'aveva attaccato, anzi, l'aveva anche staccato per qualche metro, ma Nibali è rientrato di gran carriera abbozzando anche un contropiede. A vincere quella tappa fu proprio Mosquera (poi tolta per doping), ma fu solo un contentino perché, in realtà, Nibali non era mai andato in difficoltà. La sua regolarità, infatti, aveva indisposto e non poco il corridore spagnolo fino al traguardo: il sicliano aveva vinto così la Vuelta.

C come Cannibali

Non sei quasi nessuno se non hai un fan club tutto tuo. A parte gli scherzi, Nibali ha avuto un tifo traversale durante i suoi anni di carriera, ma anche lui ha avuto un fan club dedicato: i canNIBALI. L'idea è nata da un gruppo di tifosi della squadra dilettantistica toscana della Mastromarco, dove Nibali ha debuttato prima di passare con la Fassa Bortolo. Questi tifosi sono sempre rimasti legati alle gesta di Vincenzo tanto da sfociare in un fan club e nelle tante trasferte per assistere ai successi del siciliano.

D come discese (come alla Sanremo)

Se dovessimo trovare una skill caratteristica di Vincenzo Nibali, diremmo sicuramente le discese. In salita Nibali è stato sempre uno molto regolare e abilissimo a frantumare gli avversari sulle salite lunghe e con molta altitudine, ma quando partiva in discesa non ce n'era per nessuno. E citiamo uno dei momenti più alti della carriera di Nibali. Sanremo 2018. Nibali parte sul Poggio e fa il vuoto, c'è solo Trentin a inseguirlo. E fin qui... È una salita... Le squadre dei velocisti si riorganizzeranno (c'erano Ewan, Démare, Viviani...), ma è in discesa che Nibali riesce a costruire quel gap incolmabile. In via Roma sarà solo volata per il 2° posto, con il siciliano che ha fatto un numero da alta scuola.
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E come Emma

La vita di un ciclista è fatta di tante privazioni. La nutrizione, la lontananza da casa, il continuo viaggiare da un posto all'altro. Ma non solo per le gare, sono tantissimi anche i giorni di ritiro che i professionisti devono fare tra una corsa e un'altra. In tanti si sono ritirati, ad un certo punto, per avere ritmi più regolari e stare più vicino alla famiglia. Una delle dichiarazioni che ci ha colpito di più di Nibali, quel giorno a Messina quando ha annunciato l'addio, è stata proprio la voglia di Vincenzo di ritrovare quegli affetti a cui non è riuscito a dedicare tanto tempo durante questi anni di carriera. E, specialmente, di veder crescere da vicino sua figlia Emma Vittoria.
Ho dato tanto al ciclismo e forse è arrivato il momento di restituire il tempo dedicato alle 2 ruote alla mia famiglia. [Vincenzo Nibali, discorso di addio al ciclismo]
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F come Faenza

52 vittorie da professionista. 4 Grandi Giri vinti in carriera, oltre a 3 Classiche Monumento. Ma siamo sicuri che, dovessimo citare la città di Faenza, a Nibali potrebbe battere un po' più forte il cuore. Proprio a Faenza il siciliano ha colto il suo primo successo da professionista. Era il 22 marzo 2006, eravamo alla Settimana Coppi e Bartali. Batté Kuschynski e anticipò Paolo Bettini che regolò poi il gruppo in volata.

G come gialla

Non parliamo della bandiera, gialla, cantata da Gianni Pettenati nel 1966. Ma parliamo della maglia gialla di leader del Tour de France, la corsa a tappe più importante del mondo. Nibali mette in fila i grandi del ciclismo, conquistando quella maglia a Sheffield, già alla seconda tappa, con un colpo di mano clamoroso. La perde giusto per una tappa, ma la riprenderà a La Planche des Belles Filles, in quella che sarà una cavalcata fantastica fino a Parigi. Era il 2014. E, ahinoi, quello è stato l'ultimo trionfo di un italiano alla Grande Boucle.
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Quando Nibali conquistò la gialla al Tour a La Planche des Belles Filles

H come Hautacam

Una delle vittorie più belle di Vincenzo Nibali? Torniamo ancora a quel Tour 2014. E citiamo la vittoria sull'Hautacam. Una vittoria stellare da parte del corridore dell'Astana che mise l'accento finale su quella corsa. Pinot era finito a 1'10'', Majka a 1'12'', Peraud che era il suo rivale in classifica a 1'15''. Valverde ancora più indietro. Una prova di forza clamorosa della Squalo che vinse, inoltre, la sua 4a tappa personale in quella edizione del Tour. In pochi possono vantare così tanti successi in una singola edizione. E, inoltre, conquistò anche il record di scalata dell'Hautacam (37'23'' per fare i 13,5 km della salita, alla pendenza media del 7,9%), record battuto solo quest'anno da Vingegaard che ci ha impiegato 36'35''.
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I come italiani (i campionati)

Tra le tante vittorie di Vincenzo Nibali dobbiamo citare anche i campionati nazionali italiani. Non vittorie banali. Nibali ne ha vinti ben due e consecutivamente. Tutti emblematici se vogliamo, per quello che è venuto dopo. Il primo l'ha vinto proprio a due settimane dall'inizio del Tour de France. Un buon auspicio per un luglio da ricordare. Il secondo, l'anno dopo, ci porta alla mente il successo al Giro di Lombardia nel 2015. Vi ricordate Nibali, braccia al cielo, con la bandierina di un tifoso che vola via e si appiccica al body del siciliano proprio dove c'è la bandiera italiana? Beh, quella è sicuramente una delle foto più belle della carriera di Nibali.

K come km/h

E torniamo alle discese. Giusto citare quest'altro episodio, perché Nibali ha piazzato un record clamoroso. Nella tappa del doppio Mont Ventoux, al Tour 2021, col fantastico successo di van Aert, c'è un Nibali pazzesco. Oddio, la tappa non va tanto bene, il siciliano stava già pensando alle Olimpiadi di Tokyo, ma nella discesa successiva al Mont Ventoux, il siciliano piazza un record. Tocca la punta massima di 108 km/h in discesa, una cosa mai vista. E ci stupiamo ancora, nonostante Nibali abbia toccato punte di 85 km/h nella discesa del Sarnano al Giro di Lombardia 2020 o, ancora, 86 km/h nella discesa sul Manghen al Giro 2019. Qualcosa di incredibile.
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Quando Nibali attaccò nella discesa dello Stelvio nel 2017

L come Lombardia

La corsa che ha “scelto” per dire addio al ciclismo. E non poteva esserci corsa migliore perché, in questa Monumento, ci ha messo la firma in ben due occasioni. Non poco in un ciclismo moderno fatto di specialità. In cui è difficile per un corridore da corse a tappe, conquistare anche una Classica Monumento. Nibali l'ha fatto nel 2015 e nel 2017, e non c'è andato lontano nel 2018 (2° dietro a Pinot).

M come Beppe Martinelli

Rapporto prezioso quello che si è instaurato tra i due. Beppe Martinelli, già direttore sportivo di Pantani, Contador e altri campioni, ha esaltato all'ennesima potenza le qualità di Vincenzo Nibali che, nelle sue mani, è diventato un corridore anche “internazionale” capace di vincere su ogni terreno. Un grande rapporto anche di stima oltre che tecnico. Non è un caso che, per la sua ultima stagione, Nibali abbia scelto di tornare proprio in Astana.
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N di Numeri

Qualche numero qua e là l'abbiamo già snocciolato. Ma è giusto fare l'elenco di un po' di numeri di Vincenzo Nibali. 17 stagioni da pro, in cui ha vinto 52 corse da professionista, 4 Grandi Giri, 3 Classiche Monumento. Non solo, 14 vittorie di tappa nei Grandi Giri e 11 podi nelle principali corse a tappe. Giusto qualche numero eh.

O come Olimpiadi

Ahinoi dobbiamo citare anche qualche 'fatto' negativo. Uno dei rimpianti più grandi di Vincenzo Nibali, nella sua carriera, sarà quello delle Olimpiadi, che restano un po' il suo cruccio. A Pechino e Londra ha fatto il gregario, ma quella di Rio era la sua grande occasione. Nel 2016, però, la caduta a pochi km dall'arrivo, mentre era lì a giocarsi la medaglia d'oro con Van Avermaet, Fuglsang, Majka, Alaphilippe, Joaquim Rodríguez e Fabio Aru.

P di pavé

Vincere il Tour de France prima ancora di affrontare le montagne? Ce l'aveva fatta Nibali nel 2014 con la spettacolare tappa del pavé di Arenberg. Scortato da un immenso Fuglsang e da Westra, Nibali stende tutti i rivali di classifica sul pavé, imprimendo distacchi da paura. Froome, con la pioggia, cade e si ritira. E Contador? Lo spagnolo si blocca anch'esso e perderà quasi 3' nonostante il grande lavoro fatto per lui da Tosatto e Bennati.
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Quando Nibali vinse il Tour sul pavé nel 2014: Froome e Contador ko

Q di quindici febbraio 2005

Ma quando ha debuttato Vincenzo Nibali? Il 15 febbraio 2005, con la maglia della Fassa Bartalo. Si piazzò 35° e, nei giorni successivi, ricevette diversi complimenti dalla stampa di settore, per il grande contributo che seppe dare al suo compagno di squadra Kirchen.
“Ho un ricordo molto vivo di quella corsa, perché con il Trofeo Laigueglia ho fatto il mio esordio nel mondo del professionismo. Un giorno che non potrò mai dimenticare. La prima corsa da professionista ti resta dentro per sempre. Per le emozioni che ti dà, al di là di quello che poi accade in gara. Anche se devo dire che ero tranquillo e non mi sentivo particolarmente teso. Del mio primo Trofeo Laigueglia ho davvero un ricordo molto bello. Vinse il mio compagno di squadra Kirchen e io arrivai al traguardo con meno di un minuto di ritardo, trentacinquesimo. È stato divertente perché ricordo che erano anche venuti i mie tifosi a vedermi. Avevano organizzato un pullman da Mastromarco per esserci nel giorno del mio debutto tra i pro. Ricordo che provai ad attaccare sul secondo passaggio del Ginestro insieme a Frigo e Sella, poi c’è stata una caduta lungo la discesa del Passo del Balestrino quando stavo rientrando sui battistrada, ma mi sono subito rialzato per riprendere l’inseguimento. Alla fine ero felice per la vittoria della mia squadra, magari un po’ rammaricato perché mi sarebbe piaciuto arrivare tra i primi. Comunque sentivo di essere andato bene, di non aver sofferto tanto e il bilancio della giornata posso dire che fosse più che buono. [Vincenzo Nibali al TrofeoLaiguegliaStory]

R come rimonta di Risoul

Parlavamo prima di Martinelli e, quando si cita Martinelli, c'è sempre nella memoria la storica Bi-Zona dell'Astana. In questo caso specifico parliamo di Scarponi e Nibali al Giro d'Italia 2016. Nonostante il marchigiano si stava involando verso la vittoria di tappa, dopo essere andato in fuga, l'Astana blocca tutto. Kruijswijk va in difficoltà e si può fare davvero il colpaccio dopo il Colle dell'Agnello. Martinelli chiama alla radio Scarponi e Michele capisce già tutto. Nibali attacca in discesa e ritrova proprio Scarponi che si era fermato appositamente per aspettarlo. Poi fa un ritmo pazzesco per staccare anche Chaves e la missione è compiuta. Era impossibile riaprire la corsa alla maglia rosa? No per Nibali, Scarponi, Martinelli e tutta l'Astana.
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Nibali ricorda l'amico Scarponi: "Era unico, in qualsiasi momento ti faceva strappare un sorriso"

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Nibali: "Quel giorno a Risoul, Scarponi era l'unico che non doveva andare in fuga. E invece..."

S come squalo

Nibali è stato soprannominato da tutti lo Squalo dello Stretto. Chiaro riferimento allo Stretto di Messina, da dove viene Vincenzo. Ma il riferimento ancora più lampante è quello dello Squalo. Cioè uno che attacca sempre, come è stato Nibali nel corso della sua carriera.

T come Tripla Corona

Giro d'Italia, Tour de France e Vuelta di Spagna. Uno dei traguardi più importanti di Vincenzo Nibali è quello di aver vinto almeno una volta tutti i tre i Grandi Giri in carriera. In gergo ciclistico si chiama Tripla Corona. Una cosa che non riesce tutti i giorni. Basti pensare che l'hanno fatto solo in 7 nella storia del ciclismo: Jacques Anquetil, Felice Gimondi, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Alberto Contador, Chris Froome e, appunto, Vincenzo Nibali.
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Nibali, premio alla carriera: il trofeo per il suo ultimo Giro

U come ultimo

Si può dire ultimo a mollare, ma Vincenzo Nibali è arrivato anche ultimo in una corsa in carriera. Un piccolo fatto statistico di curiosità, in una delle corse che Vincenzo ha più amato in carriera: la Liegi-Bastogne-Liegi. Eppure, nel 2005, la sua prima Liegi, Nibali arriva 112°, cioè ultimo, a 17'58'' dal vincitore Alexandre Vinokourov. Tutta esperienza, in una gara che ha poi sfiorato di vincere nel 2012.

V come Ventisette

Con la Vuelta di Spagna appena finita, Vincenzo Nibali ha corso il suo 27° Grande Giro in carriera in 17 anni di professionismo. Di questi 27, ne ha portati al termine 24, con 11 podi conquistati e, soprattutto, 4 Grandi Giri vinti.
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Nibali vince il Giro 2016 e viene abbracciato dalla madre di Chaves

Z come Zoncolan

Una delle salite più evocative del ciclismo è lo Zoncolan. Ed entra nell'alfabeto di Vincenzo Nibali anche se, a conti fatti, il siciliano non ha mai vinto sulle pendenze friulane. È proprio qui, però, che il siciliano ha capito di poter diventare grande. Aveva già vinto la Vuelta, ma il Giro o il Tour sono un'altra cosa. Parliamo del Giro d'Italia 2011, Nibali ha davanti un certo Contador. C'è lo Zoncolan e il siciliano perde solo 7'' dallo spagnolo, il miglior interprete delle corse a tappe degli ultimi 20 anni. Un attestato di qualità, insomma, per Nibali che a certi livelli ci poteva stare.
È la tappa che più di tutte mi ha fatto capire che potevo lottare a quei livelli. [Vincenzo Nibali parlando dello Zoncolan]
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Nibali lancia la borraccia che poi torna indietro: ecco il perché della multa surreale

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