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Red Bull, ma quale crisi? La crescita Ferrari invece è vera

Paolo Sala

Pubblicato 25/09/2023 alle 08:58 GMT+2

GP GIAPPONE - Dopo il passaggio a vuoto di Singapore la RB19 torna dominante in Giappone, ribadendo che non c'è direttiva tecnica in grado di frenare le monoposto anglo-austriache, quanto meno quella nelle mani di Max Verstappen. Ferrari esce battuta dal confronto con McLaren, ma i segnali positivi ci sono eccome. Ecco perché.

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Diversi osservatori si erano affrettati a decretare - o forse a immaginare, in una sorta di 'wishful thinking' - che l'inasprimento della Direttiva 039 e l'introduzione della 018 a Singapore avessero in qualche modo messo in crisi la Red Bull. Lewis Hamilton, più prudentemente, aveva avvertito che solo se Verstappen non avesse vinto con 30 secondi di vantaggio a Suzuka si sarebbe potuto parlare di un cambio di paradigma. L'olandese ha vinto con circa 20 secondi su Norris il Gp del Giappone, ma il messaggio è suonato comunque chiaro: la RB19 non ha affatto sofferto la stretta sulle parti flessibili, al limite può avere sofferto a Singapore la 018, dovendo alzare più del solito la macchina da terra. Ma su un tracciato che esalta il perfetto compromesso tra efficienza e carico che la macchina disegnata da Adrian Newey esprime, ancora una volta non c'è stata storia, sebbene il valore aggiunto di Super Max sia più che visibile. E allora la notizia riguarda forse più la Ferrari. Che ha sì chiuso dietro le McLaren e giù dal podio, ma è stata accettabilmente competitiva su un tracciato che solo un mese fa, dopo Zandvoort, risultava tra quelli più penalizzanti. Battendo peraltro la Mercedes, che sul passo gara ha spesso qualcosa in più della rossa. La lezione in Olanda evidentemente è servita davvero, ora gli assetti si trovano con maggiore facilità e il degrado gomme è in linea con quello degli avversari. Il secondo posto nel Costruttori non è più un miraggio come lo era in estate.

RED BULL, SINGAPORE È STATA UNA PARENTESI

Singapore resterà una pagina amara nella sensazionale annata della Red Bull, perché sarà probabilmente la gara che negherà al team di Chris Horner la storica possibilità di vincere tutte le gare stagionali. Tuttavia Suzuka ha detto chiaro e tondo che quello di Marina Bay è stato un episodico passaggio a vuoto, e che il giro di vite sulle parti flessibili della macchina non ha affatto mandato in crisi il bilanciamento della RB19. La quale, piuttosto, potrebbe aver pagato l'altra direttiva, la 018, quella che affossò la Ferrari nel 2022 e che ha probabilmente costretto anche la Red Bull ad alzare la macchina da terra più del solito a causa dell'irregolarità dell'asfalto di Singapore. Tornata su una pista liscia e ricca di curve in appoggio, la RB19 ha ripreso a volare, in piena sintonia col suo condottiero olandese che è stato semplicemente inavvicinabile nel settore 1 di Suzuka, lo 'snake'. Il titolo Costruttori è in tasca, quello Piloti in arrivo. L'unico dubbio a Milton Keynes può essere legato a Perez, che rende complicato capire fino a dove sia dominante la macchina e dove invece intervenga lo straordinario talento di Verstappen. Un dubbio, appunto, non esattamente un problema.

FERRARI, PERCHÉ È STATO UN BUON GP

Il week end Ferrari non è esattamente annoverabile fra quelli memorabili, eppure segnali positivi, in Giappone, se ne sono visti parecchi. La McLaren è andata più forte sia in qualifica che in gara e il podio è rimasto un miraggio per tutti e 53 i giri, ma è noto che la macchina di Woking - dopo la svolta primaverile - si esalta su tracciati in cui dominano le curve veloci in appoggio. Era accaduto a Silverstone, era accaduto a Zandvoort, è accaduto anche a Suzuka. Allora l'obiettivo va spostato sulla Mercedes, che sul passo gara ha spesso più carte da giocare rispetto alla rossa eppure è rimasta dietro, complice anche una strategia di gara sciagurata da parte del team. La SF-23 resta una macchina che spinge forte sui tracciati 'rear limited' ma soffre su quelli tecnici, eppure il salto in avanti dopo Zandvoort è evidente. Perché la prestazione è stata la migliore dopo quella delle McLaren, il degrado gomme è stato in linea con quello degli avversari, la monoposto è decisamente meno ostica e offre maggiore fiducia ad entrambi i piloti. Proprio dopo l'Olanda Vasseur disse che la lezione del Gp sul Mare del Nord era stata salutare per comprendere appieno i limiti della monoposto e ottimizzarne gli assetti, la risposta indica che - al netto nel netto cambio di progetto che si annuncia per l'anno prossimo - una direzione è stata trovata. In estate Suzuka si annunciava come un possibile incubo, il 4° posto di Leclerc dice il contrario. E ora non è più vietato puntare al 2° posto Costruttori della Mercedes.

FLOP ASTON MARTIN

Anche perché, restando al Costruttori, la McLaren è attaccabile su circuiti meno sfavorevoli, mentre l'Aston Martin sembra piombata in un buco nero, che ha finito per renderla lontana parente della macchina che risultava la seconda forza a inizio stagione e che puntava a stare davanti alla Ferrari fino a qualche settimana fa. Al netto della crisi di Stroll, anche Fernando Alonso sta facendo parecchia fatica a raccogliere i pochi punti che riesce comunque ad assicurare al team. Gli sviluppi estivi sono stati un flop, le prestazioni si sono sostanzialmente plafonate, e secondo alcuni tecnici proprio la AMR23 è la macchina che più ha sofferto la stretta sulle parti flessibili.

PEREZ TREMA

Ma il vero flop del Gp del Giappone è stato Sergio Perez, ancora una volta lontanissimo da Verstappen in qualifica e sciagurato in gara. Vedendo Max sembrerebbe che il 2° posto sia per il messicano il minimo sindacale, eppure è da tempo risucchiato nella lotta tra Ferrari, Mercedes, McLaren e Alonso. Finchè Verstappen massacrava compagni giovani e poco esperti era un conto, ma Perez - pur senza essere un campionissimo - è pilota esperto, solido, che ha sempre raccolto tanti punti e che sa rendersi ostico nei duelli ravvicinati, specie quando si difende. Ha un contratto fino al 2024, ma Suzuka rischia di essere per lui un bivio amaro. Per la prestazione inaccettabile, ma anche per ciò che accade nel team satellite Alpha Tauri, che ha confermato (non ancora ufficialmente) Tsunoda e Ricciardo per il 2024 ma che difficilmente può tirare giù dalla macchina un Liam Lawson come quello visto in queste sue prime quattro gare in F1. E allora qual è il sedile che balla?
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