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Ferrari ridimensionata? No, la strada è quella giusta

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DaEurosport

Pubblicato 11/05/2015 alle 09:04 GMT+2

Troppa delusione per quanto avvenuto a Barcellona: in realtà, rispetto al 2014, i progressi della Rossa sono evidenti. C'è ancora tanto lavoro da fare, ma la mentalità di Vettel e la riduzione del gap con le Mercedes devono diffondere ottimismo

Antonello Coletta wird wohl Sportdirektor bei Ferrari

Credit Foto SID

“Non è stato un buon GP, siamo onesti. Anche se abbiamo ottenuto un altro podio, il distacco è grande. Ci vuole un bagno di umiltà per andare avanti". Essenziale ed eloquente. Le parole di Maurizio Arrivabene, team principal della Ferrari, dopo il Gran Premio di Spagna rispecchiano una sorta di scoraggiamento generale. La Rossa è sempre andata a podio nei primi cinque gran Premi, ha vinto una gara (Malesia) e Sebastian Vettel, il pilota di punta, è comunque terzo nel Mondiale, 11 punti da Nico Rosberg, secondo, e a 31 da Lewis Hamilton, leader della classifica iridata. Eppure, dopo cinque gare, c’è quel sentimento misto di paura/consapevolezza che possa essere un’altra stagione negativa. Un’annata in cui la rincorsa alle Mercedes e il tentativo di accorciare il gap con la Scuderia tedesca possano concludersi con un nulla di fatto. Ma la Ferrari merita di essere davvero ridimensionata in questo modo? Allargando lo sguardo al recente passato e analizzando le prestazioni in questa prima parte di stagione, la risposta è no. Non deve esserci pessimismo, ma ottimismo.
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Vettel

Credit Foto F1i

LA COSTANZA DI SEB: LA MENTALITÀ È QUELLA GIUSTA – Vettel, a Barcellona, ha chiuso a 45 secondi da Rosberg, a 27 da Hamilton. Il peggior distacco stagionale subito dalla Ferrari. Eppure al via aveva bruciato il britannico campione del Mondo in carica e per quasi metà gara è riuscito a tenerselo dietro, rimanendo, per altro a 7-8 secondi di distanza da Rosberg. La Ferrari ha faticato tantissimo con le gomme dure e nel finale ha girato a 1 secondo e mezzo dai tempi delle Mercedes. C’è chi sostiene, a ragion veduta, che con una strategia con 3 soste, magari in contemporanea con Hamilton, Vettel avrebbe anche potuto tenersi dietro l’inglese, visto che per le turbolenze in scia, a Montmelò, ieri era quasi impossibile sorpassare (motivo per cui Raikkonen ha chiuso dietro Bottas). Il tedesco della Ferrari, in ogni caso, ha centrato il quarto podio in cinque gare (una vittoria), il 70° in carriera e, anche in una gara difficile dove era costretto a inseguire, ha mostrato costanza di rendimento e innata capacità di gestire i nervi. Alla lunga, e al primo errore degli avversari, la freddezza cinica di Seb potrebbe fare la differenza.
MERCEDES ANCORA AVANTI, MA SI PUÒ ACCORCIARE – Normale che, dopo una prestazione del genere, possano sorgere dei dubbi sul lavoro (e sugli onerosi investimenti) fatto dalla Ferrari in inverno. La Mercedes è e resta sicuramente un passo avanti, ma la Rossa ha le potenzialità per stare in scia. Non c’è stata la svolta netta tanto attesa dai tifosi, ma il bilancio delle prime cinque gare, soprattutto se confrontato a quello della scorsa stagione, non può essere negativo. Le frecce d’argento hanno inanellato la terza doppietta del 2015, Hamilton e Rosberg, con 14, hanno raggiunto Senna-Prost. Magnificenza. I meriti degli altri, però, non devono trasformarsi in demeriti propri. C’è ancora tanto lavoro da fare, ma nel complesso la Ferrari è tornata in corsa e ha mostrato (non solo ieri nella prima parte di gara) di poter competere con i tempi e le prestazioni di chi da due anni sta dominando il mondo della Formula 1.
IL MONDIALE SEMBRA PROIBITIVO, MA CI SONO TANTE GARE PER TOGLIERSI SODDISFAZIONI – “Possiamo vincere 3-4 gare, ma puntare al Mondiale mi sembra troppo”, ha dichiarato anche Arrivabene in terra catalana. Onesto, realistico e prudente. In questo momento il titolo Mondiale pare essere proibitivo, ma, senza voler fare per forza paragoni con Fernando Alonso e con il recente passato della Rossa, c’è un altro spirito a Maranello. Mancano 14 gare e, nonostante il primo Gp europeo abbia calibrato le aspettative, il 2014 può essere archiviato come anno nero e il 2015 può essere già considerato l’anno della resurrezione. La scorsa stagione dopo 5 gare la Ferrari contava un solo podio (Alonso 3° in Cina) e la Mercedes cinque vittorie su cinque. Per una volta, proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno. C’è tanta strada da percorrere, ma già il fatto che si sia intrapreso un percorso e che questo abbia dato anche qualche buon risultato, non è da poco. La Rossa c’è, è lì e potrà ancora migliorare. La Mercedes domina, ma tra le due, se c’è qualcuno che ha qualcosa da perdere è proprio chi ha sulle proprie vetture quella inconfondibile e tanto temuta livrea d’argento.
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