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Pioggia e strategia, il colpo di mezza estate lo fa Hamilton. Ferrari, ora sotto col motore Evo3

Paolo Sala

Aggiornato 30/07/2018 alle 08:02 GMT+2

L'inglese sfrutta il giro magico di sabato, l'aiuto di Bottas in gara e una Mercedes finalmente meno aggressiva sulle gomme. Ferrari alla pausa estiva con l'amaro in bocca: dopo Silverstone perse due occasioni d'oro per allungare. Provata su Haas e Sauber la terza power unit per Spa o Monza.

Vettel, Ferrari - GP Hungarian 2018 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Il colpo di mezza estate, quello che precede le quattro settimane di vacanze concesse ai team di Formula 1, lo piazza Lewis Hamilton sul toboga dell'Hungaroring, pista sulla carta adatta agli appetiti di Ferrari e Red Bull e invece teatro del quinto successo stagionale dell'inglese, letteralmente in stato di grazia. Se Canada e Gran Bretagna erano stati due colpacci in trasferta per la Ferrari, Hockenheim e Budapest hanno visto l'esito opposto, due successi pesantissimi per Lewis in situazioni tecnicamente favorevoli a Maranello. Comun denominatore l'acqua, manna per la classe di Hamilton e utile a togliere le castagne dal fuoco alla Mercedes quando le gomme faticano. Mezza vittoria Lewis se l'è costruita sabato, col giro magico durante lo scroscio che ha bagnato il Q3; l'altra mezza gliel'hanno offerta su un piatto d'argento il team ed il compagno Valtteri Bottas, legittimamente sacrificato a contenere il passo delle rosse e un po' meno legittimamente protagonista di contatti con Vettel e Ricciardo che, a ruoli invertiti, il team tedesco non ha mancato di stigmatizzare alludendo alla malafede.

Mercedes ora è più gentile sulle gomme

Ma se l'Hungaroring è tracciato in cui la pole position è decisiva per vincere, le speranze degli inseguitori si basavano sulla possibilità che le Mercedes potessero quantomeno 'bruciare' velocemente le proprie coperture una volta tornato il caldo di venerdì. Cosa che non è accaduta, perché in qualifica le W09 faticavano sì a trovare prestazione sull'asciutto, ma in gara la durata non è stata un problema nè con le Ultrasoft nè con le Soft, come già era accaduto nel lunghissimo primo stint di Hamilton in Germania. Il pacchetto aerodinamico portato dalla stella a tre punte in Austria ha creato qualche problema riguardo le temperature interne della macchina (vedi la 'ciminiera' aperta sul retro del cofano per far sfogare aria), ma ha anche risolto in buona parte i problemi di blistering che fino alla gara dello Spielberg avevano spesso zavorrato del frecce d'argento.
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Lews Hamilton (Mercedes) - GP of Hungary 2018

Credit Foto Getty Images

Ferrari, le note positive

In Ferrari si cerca di guardare al bicchiere mezzo pieno: visto con gli occhi di venerdì, il risultato finale è un altro mezzo disastro. Dopo il sabato, si sono almeno limitati i danni e si è confermata una competitività troppo spesso non sfruttata a dovere in una stagione che rischia sempre più di tramutarsi nella stagione dei rimpianti. Dopo la sosta si va a Spa e Monza, dove Maranello conta di mettere in pista la terza evoluzione del motore già testata a Budapest su Haas e Sauber. La power unit degli uomini agli ordini di Mattia Binotto, a differenza del 2017, è la più efficiente e performante del lotto, e le gare in Belgio e Italia richiedono parecchio su questo fronte. Fondamentale dunque che il terzo motore Ferrari assicuri il mantenimento di quel leggero vantaggio su Mercedes che si è fin qui visto anche su piste veloci. Per Sebastian Vettel sarà invece fondamentale cercare di accorciare o annullare le distanze da Hamilton prima delle gare asiatiche.

I problemi sul bagnato

In questo senso non vanno sottovalutate le difficoltà della SF71-H sul bagnato, ben esplicate sabato dopo le qualifiche da Seb. Al netto della classe indiscussa di Hamilton quando la pista si bagna, in qualifica è stato evidente come entrambe le Mercedes abbiano di colpo iniziato a volare una volta montate le Full Wet, mentre la rossa è apparsa meno reattiva così come era accaduto ad Hockenheim. Forse il set up non era quello migliore, o probabilmente l'utilizzo delle gomme da bagnato non è ottimale come sulle coperture da asciutto. Sta di fatto che serve migliorare in questo senso, perché sia sulle Ardenne che in Asia gli scrosci di pioggia sono sempre dietro l'angolo, ed il Cavallino non ha davvero più margini d'errore davanti ad un Lewis Hamilton così consistente.
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Bottas, Vettel, Raikkonen - GP Budapest 2018 - Imago pub only in ITAxGERxSUIxAUTxHUN

Credit Foto Imago

Renault-Red Bull, clima teso

Al Gp d'Ungheria è decisamente mancato il terzo incomodo, la Red Bull. Ricciardo è finito a centro griglia per le incomprensibili scelte di gomme del sabato, Verstappen ha parcheggiato la macchina causa power unit proprio come il suo compagno nella gara precedente. Ed è quindi esplosa la polemica fra il team ed il fornitore Renault, accusato nemmeno troppo velatamente di aver abbassato lo standard di fornitura dopo l'annuncio Red Bull del passaggio alla Honda per il 2019. Col Mondiale a metà percorso, non sarà facile arrivare insieme fino ad Abu Dhabi in un clima del genere. E la Red Bull ha certamente perso una delle occasioni per puntare al bottino pieno. Fra gli stracci volati tra Christian Horner e Cyril Abiteboul, non va persa la grande rimonta di Daniel Ricciardo, questa sì fatta di sorpassi veri e non di facili dribbling sul dritto. Una freccia in più all'arco dell'australiano per l'imminente rinnovo di contratto dopo le difficoltà, chissà se del tutto casuali, delle ultime settimane.
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