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Mick Schumacher, il predestinato della Formula 1 che non ha fretta di crescere

Paolo Sala

Aggiornato 15/10/2018 alle 15:57 GMT+2

Il figlio di Michael ha vinto l'Europeo di Formula 3, ma non ha alcuna intenzione di bruciare le tappe. Prossimo capitolo: la F2 con Prema.

Mick Schumacher

Credit Foto Getty Images

Definirlo figlio d'arte è poco. Mick Schumacher, 20 anni il prossimo marzo, porta sulle spalle uno dei nomi più pesanti e impegnativi che sia possibile immaginare, eppure sembra aver deciso di affrontare la propria carriera automobilistica il più possibile lontano dall'ombra paterna. Quella di quel Michael Schumacher che, a distanza di anni e a dispetto della totale invisibilità mediatica dopo l'incidente del 2013, continua ad avere un posto di riguardo nel cuore degli appassionati di Formula 1 e dei ferraristi in particolare.

Porte aperte in Ferrari

Inevitabile, fin dai primi passi nell'automobilismo, che scattasse la suggestione di un altro Schumacher sul Cavallino rampante. Ed ora che il trionfo nella Formula 3 europea ne ha sancito il talento, le suggestioni diventano ipotesi concrete. Intervistato da Sky Sport durante la Festa dello Sport a Trento, Maurizio Arrivabene non ha smentito un possibile ingresso di Mick Schumacher all’interno della Ferrari Driver Academy, sottolineando come sarebbe estremamente difficile dire no a una soluzione di questo tipo. E i tifosi, in parte delusi da quel Sebastian Vettel che avrebbe dovuto essere il primo erede di Kaiser Schumi, alimentano ulteriormente la voglia di uno Schumacher in rosso.
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2018 Mick Schumacher

Credit Foto Imago

Mick non ha fretta

Ma come accennato, sebbene il cognome e la disponibilità economica gli abbiano naturalmente spianato la strada, Mick è un ragazzo con la testa sulle spalle ed un progetto di crescita ben preciso. Ha ricevuto diverse offerte da parte dei programmi junior, ma ha scelto di declinarle tutte alla luce di quanto accaduto nel recente passato ad altri piloti di talento come Esteban Ocon, che si trovano paradossalmente ostacolati invece che avvantaggiati dal far parte di un programma junior. Così Mick Schumacher proseguirà da pilota "indipendente", col graduale approdo alla Formula 2 molto probabilmente in seno al team Prema, comunque "vicino" alla Ferrari.

Una gavetta fuori dal normale

Del resto quella di Mick è stata una gavetta agevolata e difficile allo stesso tempo, motivo per cui aveva già scelto all'inizio di questa stagione di non bruciare le tappe concedendosi un secondo anno nella stessa categoria (la Formula 3), dove da debuttante aveva faticato parecchio. Dopo una stagione da zero vittorie e un 12° posto in classifica, Schumacher jr. è sbocciato in estate. Il primo successo è arrivato a Spa, teatro dell'indimenticabile esordio in F1 del padre nel 1991 e del primo dei 91 trionfi totali di Michael. Da lì in poi Mick è stato praticamente perfetto. Secondo René Rosin, team manager della Prema, "da quando si è sbloccato non ha più sbagliato nulla". Conquistandosi in pista il rispetto di chi lo considerava solo un raccomandato eccellente.

Il 2019 per imparare

Dunque baby Schumi non freme dalla voglia di fare il doppio salto e misurarsi da subito coi suoi rivali anagraficamente più naturali, Max Verstappen e Charles Leclerc, bensì delinea la propria carriera secondo passi brevi e ben calibrati. Il 2019 gli sarà utile per prendere le misure con la Formula 2, fare esperienza e nel frattempo "monitorare" il mercato piloti della Formula 1 e le opportunità che dovessero presentarsi. Ma sempre e comunque padrone del proprio destino, per non vedersi appiedato come è accaduto a diversi ragazzi del programma Red Bull, "sballottato" come nel caso di Carlos Sainz o zavorrato dal marchio come sta appunto accadendo a Ocon. Se la Formula 1 ha fretta di Schumacher, Schumacher non ha alcuna fretta di Formula 1. Ma è l'approdo naturale, basta non bruciare le tappe.
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