Nel momento topico della stagione
Lando Norris è chiaramente emerso su Oscar Piastri. A Max Verstappen
non è riuscita per un soffio l'impresa di battere anche quest'anno la macchina più forte, ma la sua stagione resta memorabile. Il ciclo tecnico a effetto suolo si chiude male per la Mercedes e malissimo per la Ferrari, che preoccupa anche per lo scollamento che emerge dentro il team. Hadjar il miglior rookie dell'anno, in crescita Kimi Antonelli, inossidabile Fernando Alonso.
I nostri voti alla stagione appena conclusa.McLAREN voto 9
Quello che hanno fatto a Woking negli ultimi due anni e mezzo ha dell'incredibile: da fondo griglia a un completo dominio tecnico. Un'ascesa senza precedenti nella Formula 1 degli anni 2000, un miracolo tecnologico che ancora oggi, nei box altrui, si fa fatica a comprendere fino in fondo. Nessuno ha saputo sviluppare e migliorare come il team papaya il progetto a effetto suolo, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per il 10 manca una miglior gestione da parte del muretto: la scelta di dare sempre pari opportunità a Norris e Piastri è legittima e ha una sua logica, ma si porta dietro effetti tossici che spesso si riverberano anche su letture e strategie. Il Mondiale Piloti 2024 è sfuggito in parte per quello, nel 2025 ci si è andati vicini. Resta comunque un corso tecnico memorabile che ha riportato in auge uno dei marchi più amati della F1.
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LANDO NORRIS voto 8
Il brutto anatroccolo si è tramutato in cigno dopo il doloroso ritiro in Olanda, quando il Mondiale sembrava definitivamente svanire. Toltosi il peso della responsabilità, è diventato un martello. Ribaltando i ruoli con Piastri dentro il team e in classifica, e tenendo a distanza Verstappen. Messi da parte i (troppi) pensieri, è diventato solido e costante. Niente più errori in qualifica, niente più tentennamenti e disastri come in Canada, niente più soggezione nei confronti dei due rivali. Un titolo vinto con uno switch che può valere una carriera. Ora riparte da basi estremamente più solide.
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OSCAR PIASTRI voto 5,5
Inevitabile che a incidere sul giudizio finale sia il blackout piombato sull'australiano nel momento topico della stagione. Quando è divenuto lui quello che aveva tutto da perdere, ed è svanito quanto di meglio aveva mostrato fin lì: carattere glaciale nei corpo a corpo, costanza di rendimento, una chiara superiorità psicologica sul compagno di squadra. Il doppio botto di Baku è stato l'ingresso in un tunnel la cui fine si è vista solo in Qatar, quando era ormai troppo tardi. Gli sarà utile, come è stata utile a Norris la lezione impartitagli da Verstappen nel 2024. Ma l'occasione persa urlerà per un bel po'.
RED BULL voto 7
Meriti tecnici che andrebbero oltre il 7, se si considera che a metà stagione la squadra sembrava persa mentre alla fine Verstappen è arrivato a soli 2 punti dal Mondiale, con sette vittorie stagionali. Resta però in sospeso la somma dei pro e dei contro del fatto che nessuno riesca a guidare la seconda macchina di Milton Keynes: la monoposto cucita su Max è garanzia di prestazioni e sviluppi, ma poi in classifica si rischia di pagare il conto alla mancanza dell'altra. Resta un ciclo che - fino al decollo della McLaren e anche oltre - ha portato risultati e soddisfazioni, pure in mezzo alle tempeste politiche che hanno riguardato da vicino il team.
MAX VERSTAPPEN voto 9
A Barcellona, con quella ruotata gratuita a Russell, l'unica macchia di una stagione per il resto memorabile, persino superiore a quella che un anno fa gli regalò il quarto titolo iridato. Ha alzato sensibilmente l'asticella per chiunque, fa cose che gli altri non fanno, ha ormai una consapevolezza che ne esalta ulteriormente il valore tecnico. Si vedrà quale sarà la gerarchia delle macchine a inizio 2026, sul fronte piloti non ci sono dubbi: l'uomo da battere è sempre Max.
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YUKI TSUNODA voto 4
L'occasione della vita gli si è materializzata dopo poche gare, quando la Red Bull ha deciso di retrocedere Liam Lawson e premiare la sua buona stagione 2024 in Racing Bulls. Come il collega, non ci ha capito nulla. La seconda Red Bull sembra un mistero per chiunque provi a guidarla. Una parte di responsabilità va evidentemente al team, ma il giapponese ha visto declinare in pochi mesi la sua stella in F1.
MERCEDES Voto 5,5
Due vittorie con Russell, e la sfida vinta con la Ferrari nel Costruttori. Ma - come per Maranello - anche per Brackley l'era ad effetto suolo, vista nella sua interezza, è un sostanziale fallimento. Con lo smacco di aver visto dominare l'ultimo biennio da un team motorizzato proprio dalla stella a tre punte.
GEORGE RUSSELL voto 7,5
Due belle vittorie, diversi podi, lampi da prima fila in qualifica. E una concretezza che resta il maggior pregio del pilota britannico, che non a caso chiude primo in classifica dopo i tre protagonisti della disputa iridata. Nulla da invidiare a piloti più celebrati di lui, e riferimento tecnico dentro il team.
KIMI ANTONELLI voto 6
Prima stagione con luci e ombre, come è normale che sia per un debuttante. La pole (sprint) di Miami e il podio in Canada i lampi stagionali, diversi i passaggi a vuoto, soprattutto nella parte centrale. Ma nel complesso un Mondiale positivo, in cui Kimi ha provato anche a forzare la sua naturale propensione alla crescita costante e al passo dopo passo. Una buona base per quella che si spera possa essere una grande carriera.
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FERRARI voto 4
Ultima fra i top team,
unica a zero vittorie, con una dolorosa collezione di record negativi e una preoccupante sensazione di scollamento che affiora dentro il team. Mandare in soffitta la SF-24 e progettare una nuova macchina con un assetto sospensivo differente ha detto male a Maranello, flagellata dalle uscite tecniche durante la gestazione del progetto e poi dalle incaute dichiarazioni dei vertici all'inizio della stagione. Il progetto SF-25 si è rivelato un clamoroso errore, la macchina è stata pensata per girare ad altezze da terra non replicabili nel week end di gara, nessun intervento successivo - a partire da una quasi totale revisione della sospensione posteriore - è stato in grado di sanare la situazione. Un disastro sotto ogni punto di vista, non privo di scontri verbali e scarichi di responsabilità. Vasseur appare debolissimo nonostante la recente conferma, i piloti (quanto meno Leclerc) si stanno preparando l'uscita di sicurezza, i rifiuti eccellenti sul fronte dei tecnici rendono il momento complicato come non mai. L'inizio del 2026 sarà decisivo, anche perché si aprirà un nuovo ciclo tecnico. Quello appena chiuso ha rappresentato uno dei più grandi fallimenti della Scuderia.
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CHARLES LECLERC voto 7,5
Due podi, diversi miracoli in qualifica, una possibile vittoria a Monaco sfumata per centesimi, e un'altra a Budapest per i soliti problemi con la macchina. Nel momento più buio Leclerc è stato oggettivamente l'unico appiglio per la Ferrari tutta, pur coi galloni della prima guida messi evidentemente in forse dalla scelta di affiancargli Hamilton. Il monegasco non solo ha strapazzato il 7 volte campione del Mondo, ma ha anche regalato i pochissimi lampi di dignità alla stagione della rossa. L'Aston Martin targata Horner-Newey-Honda è pronta a fargli ponti d'oro. Se a Maranello non si svolta, dirà sì per il 2027.
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LEWIS HAMILTON voto 4
Se Leclerc ha tenuto dritta la barra quando possibile, Lewis si è letteralmente perso nel rapporto con la problematica SF-25. Fin dall'inizio, con le difficoltà nell'interpretare la frenata, e poi ancora di più nel finale di stagione, quando ha messo insieme tre esclusioni in Q1 consecutive e un ultimo posto in griglia, inedito nella sua lunga carriera. Record negativo anche per il numero di gare senza podio su una Ferrari. Un buco nero che lo ha persino restituito più volte imbarazzato davanti ai microfoni. La scommessa Ferrari fin qui è peggio che persa, è una brutta figura. Il 2026 dirà se i suoi 'papers' avranno quanto meno dato una mano in prospettiva. Annus horribilis.
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WILLIAMS voto 7
Per tre anni consecutivi è stata la cenerentola della griglia, un nome glorioso offuscato da prestazioni indegne e messo in pericolo da un concreto rischio di fallimento. Poi la rinascita, concretizzata quest'anno con una performance che l'ha resa saldamente prima forza dopo i top team. Sui circuiti veloci e a basso carico qualche buon exploit c'era già stato nelle due stagioni precedenti, quest'anno la macchina ha trovato quella versatilità che le ha permesso di andare forte in diversi contesti. Anche grazie a una coppia di piloti di alto profilo. E prospettive interessanti per il prossimo ciclo.
CARLOS SAINZ voto 7
Prima parte di stagione inaspettatamente critica, con tanti errori e tanti piazzamenti lontano dal compagno Albon. Poi il feeling con la macchina è aumentato e i ruoli si sono ribaltati, col 'Matador' in grado di centrare anche il podio. Un buon rilancio dopo l'addio forzato alla Ferrari.
ALEXANDER ALBON voto 7
Seconda parte di stagione in leggero calando, dopo una prima in cui aveva avuto una costanza impressionante nel portare la macchina a punti mentre Sainz soffriva. Tanto che in Red Bull erano tornati a pensare a lui, dopo averlo troppo frettolosamente silurato a suo tempo. Alla fine le luci della ribalta se le è prese lo spagnolo, ma Albon ha fatto più punti, gli va riconosciuto.
RACING BULLS voto 6,5
Il team faentino ha fatto il suo e qualcosa in più, evidenziando in più di un'occasione come per Tsunoda prima e Lawson poi fosse più semplice andare forte con la sorella minore della Red Bull che con la macchina dall'altra parte del box di Verstappen. Stagione complessivamente positiva nonostante i cambi in corsa di line up e team principal, con la missione compiuta di aver preparato l'ennesimo pilota per Milton Keynes: Isack Hadjar.
ISACK HADJAR voto 8,5
Alla lunga la sfida dei rookies con Antonelli, Lawson e Bortoleto l'ha vinta abbondantemente lui. Con una costanza di rendimento impressionante al primo anno in F1. Proprio lui che all'alba della stagione, in Australia, era incappato in un erroraccio durante il giro di formazione che avrebbe abbattuto un elefante. Grande stagione, ma ora viene il difficile: affiancare Max Verstappen.
LIAM LAWSON voto 6,5
Non ha la velocità e la consistenza di Hadjar, e la classifica finale è lì a raccontarlo. Ma in più di un'occasione gli è stato davanti, e soprattutto si è ricostruito una dimensione dopo lo shock e l'umiliazione della retrocessione dalla Red Bull dopo poche gare. Vale la F1, per il momento può bastare.
ASTON MARTIN voto 5,5
Vero che il team di Sir Lawrence Stroll ha puntato da tempo tutto sul 2026, lavorando più sul mercato e sul progetto futuro e lasciando sostanzialmente al suo destino un 2025 pensato esclusivamente come anno di transizione. Ma senza il valore aggiunto di Fernando Alonso il bilancio sarebbe stato davvero poco lusinghiero.
FERNANDO ALONSO voto 7
Si è messo da subito nel mood della stagione in salita, senza tuttavia farsi mai abbattere da una macchina in cui gli è persino capitato di ritrovarsi letteralmente col volante in mano. Troppo promettenti le prospettive 2026 per non sopportare una stagione a vuoto, anche alla sua età. In cui non sono comunque mancati alcuni lampi e un solido 12° posto finale.
LANCE STROLL voto 4,5
Troppo poche le giornate buone, al di là del valore della macchina. E troppo scarso l'apporto in termini di punti alla classifica finale, sua e del team.
HAAS voto 5,5
Il team americano per primo si attendeva di più dalla stagione appena conclusa. Specie considerando che appena davanti, nella classifica finale, c'è l'Aston Martin, che ha fatto punti quasi con un solo pilota. Anche le scelte del muretto sono state troppo spesso penalizzanti.
OLIVER BEARMAN voto 7,5
La notizia più bella per la Haas, e anche per la Ferrari, è il fantastico 2025 di Olly Bearman, in costante crescita e sempre più concreto. Nel finale di stagione si è permesso anche qualche scorribanda coi grandi. E i numeri del confronto col ben più esperto Ocon parlano chiaro. Le bastonate prese dalla direzione gara gli saranno utili per trovare un approccio più soft fuori dalla pista, ma al volante è più che pronto.
ESTEBAN OCON voto 6
Dopo l'accesa rivalità con Gasly, prendere paga da un ragazzino non dev'essere facile. Se l'inglese ha trovato delle giornate di gloria, il Francese ha spesso perso il bandolo della matassa. Ma alla fine i punti di differenza con l'emergente compagno sono solo 3.
SAUBER voto 6
Considerato il punto di partenza, ultima forza in griglia a inizio stagione, la progressione è stata quanto meno incoraggiante. Anche perché ha permesso al giovane Bortoleto di mettersi in mostra ed è stata impreziosita da qualche lampo, compreso un podio a Silverstone. Binotto si è persino tolto lo sfizio di mettersi dietro in più di un'occasione la Ferrari. E ora arriva Audi.
NICO HULKENBERG voto 8
L'esperto pilota tedesco è stato il vero valore aggiunto del team Sauber: 49 punti in classifica (uno più di Alonso), tante gare in top ten e un podio clamoroso e meritatissimo a Silverstone. Affidabilità quasi totale.
GABRIEL BORTOLETO voto 6.5
Nella parte centrale del Mondiale è stato a tratti il rookie d'oro del 2025, con una serie di gare strabilianti e il relativo interesse suscitato nei top team. Poi si è un po' plafonato, vedendo spesso da lontano il compagno Hulkenberg. Ma resta una stagione importante e positiva nel suo percorso.
ALPINE voto 3
Un disastro quasi annunciato, che per di più ha assunto proporzioni ancora peggiori dopo quella che doveva essere la cura 'strong' imposta da Flavio Briatore. L'unica buona notizia è che nel 2026 si riparte da zero.
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PIERRE GASLY voto 5,5
Nel momento più difficile è scomparso, laddove doveva comunque essere il riferimento tecnico del team. Fino a scivolare alle spalle del disastroso compagno Colapinto. Ma i 22 punti totali dell'Alpine sono pur sempre suoi.
FRANCO COLAPINTO voto 4
Strana traiettoria la sua: agli inizi in F1 sembrava poter stare coi migliori, poi si è tramutato in uno sfascia macchine, infine si è adagiato nei bassifondi della classifica in parallelo con l'Alpine. La velocità non gli manca - si era visto nel 2023 - ma deve ritrovarsi.
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