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Caos ritmica, Enrico Casella (dt Nazionale femminile artistica): "Abusi e insulti non possono essere tollerati"

DaOAsport

Pubblicato 11/11/2022 alle 14:58 GMT+1

CAOS RITMICA - Enrico Casella, direttore tecnico della Nazionale italiana femminile, parla così ai microfoni dell'Ansa dopo la presa di posizione di Vanessa Ferrari: "La bilancia non può essere strumento di vessazione e singoli comportamenti sbagliati vanno perseguiti con il massimo rigore. Questo sport è sano e bellissimo, e per questo va protetto".

Enrico Casella, direttore tecnico della Nazionale italiana femminile di ginnastica artistica

Credit Foto Getty Images

La ginnastica è scossa dalle denunce di alcune atlete che hanno lamentato abusi psicologici, in particolar modo nel mondo della ritmica. Sul fronte dell'artistica merita di essere segnalata la solidarietà di alcune colleghe tra cui quella di Vanessa Ferrari, che già in passato aveva scritto nella sua biografia di aver sofferto di problemi alimentari e di essersi sottoposta a delle cure con il supporto di tecnici e Federazione. Enrico Casella, direttore tecnico della Nazionale italiana femminile e storico allenatore di Vanessa Ferrari, ha espresso la propria opinione ai microfoni dell'Ansa: "Condivido appieno le parole di Vanessa Ferrari. Le sono stato vicino per 25 anni. Ho avuto la fortuna di poterla conoscere a fondo e di starle accanto in prima persona per molti anni, sia quando vinceva sia quando invece si è trovata ad attraversare momenti difficili“.

"La bilancia non può essere strumento di vessazione"

Il tecnico bresciano ha proseguito: "La ringrazio per aver ricordato che anche la Federazione le è stata vicino in questi periodi, fornendole tutto il supporto necessario e affiancandole specialisti dedicati e portandola infine a conquistare la medaglia d’argento a Tokyo. È doveroso sottolineare che il metodo di allenamento è molto cambiato negli ultimi anni e io stesso ho contribuito a modificare tutti quegli atteggiamenti che consideravo sbagliati".
Enrico Casella ha poi concluso con fermezza: "Per gli atleti di alto livello, il sacrificio è parte integrante della disciplina, ma abusi e insulti non possono essere tollerati né tantomeno accettati. La bilancia non può essere strumento di vessazione e singoli comportamenti sbagliati vanno perseguiti con il massimo rigore. Questo sport è sano e bellissimo, e per questo va protetto".
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