Bagnaia, Martin e il paradosso del chi troppo vuole, nulla stringe. Perché Pecco ora è di nuovo il favorito al titolo
Aggiornato 23/10/2023 alle 22:07 GMT+2
MOTOGP - Al termine del pazzo weekend d'Australia, Jorge Martin ne esce assolutamente a pezzi. Al termine di due gare praticamente dominate, lo spagnolo porta a casa la miseria di 11 punti per colpa di due errori clamorosi, una caduta e una scelta errata di gomme. Bagnaia invece a Phillip Island è rimasto nell'ombra ma nel finale ha arraffato un secondo posto pesantissimo per il campionato.
Continuano i colpi di scena. Questo finale di 2023 della MotoGP non smette di sorprendere e anche il weekend d'Australia non è stato da meno. Prima di tutto un fine settimana anomalo, con la gara vera spostata al sabato e la sprint annullata per maltempo. Una scelta lungimirante della Direzione Gara, che sin dal venerdì si è tutelata dal pericolo vento invertendo le due corse, permettendo ai piloti di concludere almeno la corsa lunga, quella che dà i punti che contano.
Ma la sorpresa più grande del weekend è stato sicuramente il risultato della corsa. Non per la vittoria di Zarco, bravissimo a salire per la prima volta sul gradino più alto del podio alla tenera età di 33 anni e 120 gran premi disputati in classe regina. Stupisce soprattutto l'andamento della gara. Una contesa che sembrava essere in mano a Jorge Martin: lo spagnolo ha comandato in solitaria per 26 giri, con un ritmo a tratti inarrivabile per gli altri. Sembrava una marcia trionfale quella per Martinator che, dopo il clamoroso errore di Mandalika quando era anche li davanti da solo con distacco, pregustava la chance di tornare alle calcagna di Bagnaia. Le corse però, si sà, non sono finite fino a quando si passa sotto la bandiera a scacchi. E così all'ultimo giro succede l'incredibile: la soft al posteriore di Martin praticamente non lo tiene più in pista e così lo spagnolo finisce per rallentare ed essere risucchiata. Da dietro come degli avvoltoi arrivano gli inseguitori, con Zarco che va a vincere davanti a Bagnaia, mentre Martin chiude solamente quinto alle spalle addirittura di Di Giannantonio e Binder.
Quanti sprechi di Martinator
La seconda beffa consecutiva. Sì perché Martin nelle ultime due gare era sicuramente il più forte, il più veloce, con un passo mostruoso e inavvicinabile. Avrebbe dovuto vincere entrambe le corse, dominandole praticamente dal primo giro. Ha trascorso al comando oltre il 72% dei giri percorsi nei due GP, ben 39 su 54 tornate totali, ma al posto di ottenere 50 punti ne ha portati a casa solo 11. Il tutto per due suoi errori. Cosa è successo in Indonesia lo sappiamo tutti, con la scivolata alla 13ma tornata. Quello sbaglio però da un certo punto di vista è giustificabile: nello scorso weekend il tracciato di Mandalika si è dimostrato pulito solo nella traiettoria, appena si andava un po' lunghi si raccoglieva molto sporco e le gomme non riuscivano a pulirsi. Martin è andato fuori traiettoria nella curva 10, la precedente alla scivolata, raccogliendo dello sporco che gli ha tolto grip all'ingresso della 11, portandolo alla caduta. Leggerezza grave, dato l'enorme vantaggio che aveva. Ma comunque può accadere in questa MotoGP dove si è sempre al limite.
La scelta errata di gomme fatta prima dell'inizio gara di Phillip Island invece non ha giustificazioni. Insieme al meteo, l'usura degli pneumatici è stato l'argomento più discusso all'interno del paddock in Australia nel venerdì, e tutti erano consci del fatto che la gomma morbida sarebbe durata 15, massimo 20 giri, non di più. Per cui la scelta di Martin di metterla nel pre gara è stata a dir poco assurda. O meglio, ha senso se sei Marc Marquez (anche lui ha messo la morbida e ha chiuso 15°), non hai nulla da perdere e per scompigliare le carte provi l'azzardo, sperando magari in qualche colpo di scena. Ma non se sei in lotta per il campionato, con tutti intorno a te che mettono la media al posteriore o addirittura la dura.
Il resto è storia. Jorge parte a fionda e vola davanti a tutti. Nel finale però la gomma cede di schianto e così deve mollare vittoria, podio e anche quarto posto ai rivali, con Pecco che ringrazia e guadagna altri punti sull'avversario al titolo. Guardando alla prestazione di Marquez, ciò che ha fatto Martin è clamoroso, dato che è riuscito a far durare lo pneumatico addirittura 26 giri. Ma la gara ne durava 27 e fin quando non si passa sotto la bandiera a scacchi nulla è concluso. Per cui è vero, lo spagnolo ha sbagliato strategia di soli 4 chilometri, se la corsa fosse durata un giro in meno avrebbe vinto, ma questo è stato un azzardo troppo elevato, assolutamente ingiustificabile. Con la media Martinator avrebbe vinto senza grossi problemi, forse non fuggendo via come ha fatto nelle prime fasi, ma con la velocità che ha in questo momento non avrebbe avuto grossi problemi a seminare gli avversari. Invece ha provato a fare qualcosa di diverso e la scelta è stata errata.
La formica Pecco contro la cicala Jorge
Chi naturalmente gioisce è Bagnaia. Con una gara pulita e gentile con le gomme, Pecco ha chiuso secondo dietro a Zarco, allungando a +27 nella generale su Martin. La formichina GoFree quindi ha fatto il suo, senza sbagliare, approfittando dell'errore avversario. Per vincere il titolo serve testa, calma e sangue freddo e Bagnaia ha sfoderato tutte queste tre qualità in Australia. Ora può con maggiore tranquillità guardare al futuro e ai prossimi quattro appuntamenti, conscio che può gestire un buon gruzzolo di punti di vantaggio e che ad attenderlo troverà circuiti a lui assai favorevoli. Al contrario Martin non può più sbagliare, dati i due errori di fila. Chi troppo vuole, nulla stringe.
- Pecco Bagnaia vs Jorge Martin: il confronto stagionale in numeri a 4 GP dalla fine. Bagnaia più efficace alla domenica, Martin sensazionale al sabato
- | BAGNAIA | MARTIN |
PUNTI TOTALI | 366 | 339 |
PUNTI IN GARA | 246 | 216 |
PUNTI SPRINT RACE | 120 | 123 |
VITTORIE GARA | 6 | 3 |
VITTORIE SPRINT RACE | 4 | 6 |
PODI IN GARA | 11 | 7 |
PODI SPRINT RACE | 12 | 10 |
POLE POSITION | 6 | 3 |
CADUTE/RITIRI | 5 | 3 |
Chi è il favorito ora?
Per il mondiale sicuramente Bagnaia, perché ha l'umore alle stelle, è in forma, è solido di testa, ha tanta esperienza da mettere in campo e può gestire un bel vantaggio. Però, e c'è un però grande come una casa, Martin ha dimostrato in pista al momento di essere il più veloce in termini di prestazione pura. A Mandalika era imprendibile sino alla scivolata, mentre a Phillip Island ha sbagliato la scelta di gomme, se no avrebbe trionfato al 100%. Difficile, insomma, determinare ancora la fine di questo giallo. Ma la solidità e la calma dei forti di Pecco alla fine può avere la meglio sulla supersonica irruenza di un Martin, che ora deve tornare ad essere perfetto per recuperare il gap perso e tenere viva la corsa per il titolo, almeno, fino all'ultimo round di Valencia, in programma
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