MotoGP, KTM e Binder: come è arrivata al successo la squadra austriaca?
Pubblicato 10/08/2020 alle 15:04 GMT+2
KTM e Brad Binder gioiscono per il primo sorprendente successo di entrambi in MotoGP. Binder è il primo sudafricano a vincere nella classe regina. Per la casa austriaca arriva la vittoria dopo oltre tre anni dal debutto. Una squadra che in questi tre anni ha fatto passi da giganti, investendo ingenti somme di denaro grazie anche a Red Bull e affidandosi a gente affidabile come Dani Pedrosa.
Il terzo weekend della MotoGP 2020 va in archivio con il primo, clamoroso, successo in carriera di Brad Binder e di KTM nella classe regina. Una vittoria sorprendente, ma comunque assolutamente meritata. Anzi, in gara è stato quasi un dominio del sudafricano che, dopo aver superato a circa un decina di giri dalla fine Franco Morbidelli, si è involato in solitaria verso il primo trionfo della carriera.
Chi è Brad Binder: primo sudafricano a vincere nella classe regina
Super Brad alla terza presenza nella classe regina dimostra di essere già un big. Il sudafricano, dopo un inizio di stagione non fantastico, in Repubblica Ceca guida al meglio una perfetta KTM portandola al successo. Nato a Potchefstroom nel 1995, inizia dai kart la sua carriera sportiva per poi passare alle due ruote nel 2005. Nel 2008 a 13 anni viene in Europa e inizia a gareggiare in alcune competizioni britanniche, per poi esordire nel 2009 nella Red Bull Rookies Cup. Nel 2011 l'esordio nel motomondiale in 125, poi Moto3 l'anno successivo. Non è un periodo facile per lui, che ci mette oltre 4 anni ad ottenere il primo podio. Nel 2015 si lega a KTM e nel 2016 arriva la consacrazione: a Jerez conquista il primo successo in carriera al termine di una rimonta pazzesca dalla 35ma posizione. Da qui il salto di qualità, con il titolo di Moto3 vinto a Valencia e sette successi stagionali. Dal 2017 passa in Moto2, sempre con KTM. Nella classe di mezzo fa sempre bene, arrivando secondo nel mondiale nel 2019. Da qui la chiamata nel team ufficiale in MotoGP, anche grazie all'addio di Johann Zarco mesi prima e alla non affidabile performance di Mika Kallio. Il resto è storia attuale.
Dopo tanto lavoro, arriva il grande risultato per KTM
Primo grande assolo della casa austriaca in MotoGP. Raggiunta quindi la vetta della disciplina, al termine di un percorso irto di ostacoli. KTM, dopo aver lavorato alacremente nelle classi inferiori (ancora oggi è in Moto3) decide nel 2017 di debuttare in MotoGP. Tre anni non semplici, con un solo podio all'attivo, quello di Valencia 2018 di Pol Espargarò in condizioni di pioggia al limite. Troppo poco per una casa abituata a dominare in ogni competizione a cui partecipa, soprattutto nel motocross e nello sterrato, e spinta da uno sponsor estremamente munifico come Red Bull che, di certo, non regala i suoi.
Nel 2020 però qualcosa cambia, prima di tutto nella filosofia della moto. KTM, da sempre aderente alla filosofia del telaio a traliccio in acciaio, con la nuova moto 2020, la RC16, adotta invece una scelta ibrida: 80% di tubi e 20% di pezzi fusi in acciaio. Decide quindi di tornare indietro sulla strada dei competitor, un passo verso la filosofia dei telai in alluminio, mantenendo il carattere di un telaio in acciaio. E poi viene migliorata aerodinamica e motore. I test vanno un gran bene, poi arriva il lockdown. KTM però ha la deroga, insieme ad Aprilia, di poter fare test e quindi appena si riparte a lavorare, manda subito Dani Pedrosa in pista, sia a Spielberg che a Brno. I risultati si vedono subito: Espargarò è sempre nella top ten a Jerez, sia in qualifica che in gara, anche Oliveira e Binder riescono a farsi vedere spesso tra i primi. Ma in Andalucia in fin dei conti arrivano solo briciole, con Binder che tra l'altro nella seconda corsa butta giù anche Oliveira nelle prime tornate. A Brno invece la grande gioia.
LEGGI ANCHE: Le pagelle: super Binder, bravo Morbidelli. Rossi recupera alla grande
LEGGI ANCHE: Le pagelle: super Binder, bravo Morbidelli. Rossi recupera alla grande
Super Dani Pedrosa collaudatore
La moto austriaca finalmente raccoglie il tanto lavoro svolto in fabbrica e in pista con i vari collaudatori, soprattutto con il mitico Dani Pedrosa. Nonostante il super successo di Binder e il buon lavoro di Pol Espargarò, tutti attribuiscono enormi meriti al salto di qualità della moto al Torero Camomillo. Da quando Pedrosa ha iniziato a fare il collaudatore per KTM, i risultati si sono subito visti. Tutti i piloti hanno sempre detto che la moto è molto più dolce e facile da guidare grazie al suo operato. Soprattutto la 2020 è migliorata tantissimo in termini di percorrenza di curva e di velocità di punta.
Tutti felici del successo di KTM, anche Dorna
Grande successo di tutti quindi: di una casa che ha sempre lavorato con piloti spesso arrivati dalle sue squadre nelle classi inferiori. E poi in fabbrica si è sempre lavorato per migliorare la moto, cercando di non snaturare la filosofia iniziale. Infine, con i tanti soldi a disposizione, KTM si è affidata a gente in gamba come Pedrosa.
Chi gioisce di questo successo è anche la Dorna, che si ritrova ad avere un'altra casa competitiva. Epoca d'oro quella attuale della MotoGP, con Ducati, Yamaha, Suzuki, Honda e ora KTM capace di vincere, e con Aprilia che comunque sta facendo vedere cose interessanti. Uno spettacolo assoluto, con gare mai come ora incerte ed equlibrate.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Scaricala
Scannerizzala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità