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Rossi e le moto

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Pubblicato 02/09/2009 alle 18:15 GMT+2

Valentino Rossi, intervistato da Espn Classic, usa una simpatica metafora per spiegare la sua smisurata passione per le moto

La moto è come una donna, quindi attenzione a non farla arrabbiare. Parola del galantuomo delle due ruote Valentino Rossi. "La moto non è solo un pezzo di ferro anzi penso che abbia un'anima perché una cosa così bella non può non avere un'anima" ha detto il campione di Tavullia in un'intervista al canale digitale "Espn Classic".
Che il grande amore di Valentino Rossi fossero le due ruote era risaputo, e per chi ancora avesse qualche dubbio il campione rimedia con una bella dichiarazione. "Una moto è come una bella donna, delle volte è arrabbiata, delle volte ti dà delle grandi soddisfazioni, ma devi sempre cercare di non farla arrabbiare perché altrimenti ci potrebbero essere dei problemi" - ha spiegato Rossi. Un amore eterno per le moto, ma anche per la famiglia.
A cominciare da papà Graziano che gli ha trasmesso questa grande passione. "E' un buon padre ed è stato fondamentale per la mia carriera. E' stato un pilota di grande talento che però per sfortuna non ha vinto quel che doveva vincere - ha raccontato il pilota pesarese - Secondo me io sono arrivato per finire il lavoro che lui aveva cominciato". E a lui Valentino deve anche la scelta del numero 46. "Parecchi anni fa ricordo di aver visto una foto di mio padre, relativa alla sua prima vittoria in 250 - ha proseguito Rossi - Era in sella a una Morbidelli con il numero 46. Quel giorno ho deciso che il 46 sarebbe stato anche il mio numero".
Dalle prime vittorie al circuito più amato, sono tante le curiosità rivelate da "The Doctor". "Brno è un circuito magico per me. Nel 1996 lì ho ottenuto la mia prima pole position e ho vinto il primo Gran Premio in 125 - ha confessato - Proprio su quella pista l'anno successivo mi sono laureato campione del Mondo. Un grande sogno avverato, poi, è stata la prima vittoria in 500 a Donington".
Il pubblico è abituato a vederlo sfrecciare in pista, improvvisare buffi travestimenti per festeggiare le vittorie, sfidare in pista e non solo i suoi rivali ("Ho un bel ricordo della mia rivalità con Biaggi, le nostre erano grandi sfide e la gente si è divertita"), ma cosa farebbe oggi Rossi se non fosse un pilota? "Lavorare? Fortunatamente non ne ho mai avuto l'occasione - ha concluso Rossi - Ma a occhio non è una cosa che mi piace molto".
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