Federica Pellegrini, la vittoria del sacrificio e della volontà

Si rimane senza fiato riguardando la prestazione di Federica Pellegrini nella finale dei 200 stile libero di Windsor (Canada), valevole per la rassegna iridata di vasca corta.

Quarantacinquesima medaglia internazionale tra Europei, Mondiali e Olimpiadi di un’atleta intramontabile, capace di risalire sullo stesso podio a dieci anni di distanza da Shanghai 2006 (lì battuta dalla cinese Yang Yu) e a quattro mesi dalla delusione del quarto posto dei Giochi di Rio. Ebbene si, proprio il Brasile che aveva fatto piangere Federica, lasciandola incredula.

Un crocevia importante per la continuazione di una carriera leggendaria che ha fatto tappa in Canada e nella quale la campionessa di Spinea ha saputo risorgere nuovamente dalle proprie ceneri, sconfiggendo le avversarie e conquistando il primo successo mondiale nella piscina da 25 metri.

Una gara straordinaria, vinta come piace fare all’atleta azzurra, incollata alle caviglie della lady di ferro Katinka Hosszu, convinta di poter fare un boccone di tutte le avversarie. Un passaggio esagerato ai 100 metri quello della magiara, sotto il limite mondiale di Sarah Sjoestroem, che piegherebbe chiunque ma non la coraggiosa Pellegrini, sempre lì pronta ad innescare il suo gran finale e aprire le acque negli ultimi 25 metri. Una progressione regale contro cui neanche “l’invulnerabile” ungherese può nulla, essendo testimone diretta del sigillo storico della nostra Fede nazionale”.

Una vittoria che chiude il cerchio frutto di sacrificio e volontà” – le parole della veneta nell’immediato post gara. Una motivazione feroce dunque che l’ha guidata verso il trionfo, consentendole di mettere in un cassetto l’esperienza carioca e potendo dire ai detrattori: Io sono sempre Federica Pellegrini, la migliore ed i 200 stile libero mi appartengono!”.