Intervista a Elena Micheli: "Pentathlon amore a prima vista. Nuovo format un trauma. Parigi altra musica dopo Tokyo"

Marco Castro

Aggiornato 03/04/2024 alle 21:19 GMT+2

OLIMPIADI PARIGI 2024 - Secondo appuntamento della serie di interviste ad alcuni degli atleti italiani che vedremo in gara tra pochi mesi in Francia. La protagonista è Elena Micheli, due volte campionessa del mondo nel pentathlon moderno e una delle prime in assoluto a qualificarsi per Parigi.

Elena Micheli

Credit Foto Eurosport

All'inizio del giugno 2023, i Giochi olimpici di Parigi sono ancora relativamente lontani ma cominciano a fioccare le qualificazioni per la rassegna a cinque cerchi dell'estate successiva. Per quanto riguarda l'Italia, la prima atleta in assoluto a ottenere un pass nominale è Elena Micheli, fuoriclasse del pentathlon moderno. Decisiva è la sua vittoria alle finali di Coppa del Mondo di Ankara, anche se quel risultato non era certo previsto. Ne ha parlato la stessa atleta laziale, insieme a svariati altri argomenti, in questa intervista esclusiva rilasciata a Eurosport. "La gara in cui mi sono qualificata è stata un imprevisto! Completamente non pianificato. Una gara concepita come di passaggio, perché avevamo finalizzato la preparazione al Mondiale in Inghilterra. Arrivavo da una settimana di stop per un problema di pubalgia ed ero caduta portando a spasso i miei rottweiler. Insomma, era successo di tutto. Mi sarei aspettato tutto tranne che prendere la carta olimpica. Una bellissima sorpresa e una grande conferma del lavoro che era stato fatto".
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Se ottenere il massimo ad Ankara sarà stata una sorpresa anche per la diretta interessata, il valore assoluto di Micheli come pentathleta non è certo in discussione. Classe 1999, Elena fa parte del corpo militare dei Carabinieri e ha già conquistato due ori e un argento mondiali, a livello individuale. Ha anche già partecipato a un'edizione dei Giochi olimpici che, pur in un contesto particolare, le è rimasta nel cuore. "La prima non si scorda mai. È stata un po’ tragica, non tanto per il risultato ma per il contesto. Strutture stupende ma terribilmente vuote, Parigi sarà tutta un’altra musica. Ma il villaggio olimpico era bellissimo, mi ci sono davvero persa per tutto quello che si può vivere all’interno. Puoi incrociare qualsiasi tipo di atleta, che sia l’esordiente come me, il veterano come Federica Pellegrini o chi è reduce da un oro come Jacobs e Tamberi. È emozionante. Fa un certo effetto camminare lì ed essere un atleta d’elite esattamente come loro, sentirsi parte di questa famiglia. Sicuramente è qualcosa che porterò nel cuore, è un’esperienza che non si dimentica, che auguro davvero a ogni atleta".
Micheli cita i nomi di grandi atleti, ma adesso ce n'è uno in particolare che vorrebbe conoscere. "Fino a un po’ di tempo fa avrei detto Novak Djokovic, adesso, avendolo in casa, mi piacerebbe poter conoscere Sinner. È veramente un atleta di cui ho molta stima, un ragazzo che vorrei incontrare". Se a Parigi l'altoatesino sarà impegnato in uno scenario iconico come il Roland Garros, Elena comincerà le sue fatiche in una cornice altrettanto suggestiva: la Reggia di Versailles, sede delle gare di equitazione. L'atleta laziale debutterà l'8 agosto e rispetto a tre anni fa avrà uno status differente. "La gara di Tokyo mi ha insegnato tanto, mi ha dato dei punti da cui partire, mi ha fatto ottenere solidità e maturità nelle competizioni e nell’avvicinamento che sono diverse da quelle di una ventenne che esordisce alle Olimpiadi dopo aver fatto appena un paio d’anni nel contesto senior. Sicuramente abbiamo consolidato una consapevolezza maggiore. Io parlo sempre al plurale, a nome di tutto lo staff che lavora con me, perché è così che funziona. C’è sempre un lavoro di squadra dietro".
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Elena Micheli campionessa del Mondo ad Alessandria d'Egitto

Credit Foto Imago

Elena Micheli ha già scritto pagine importanti nel suo sport e a 25 anni da compiere ha tutto il tempo necessario per gonfiare ulteriormente il suo palmarés. Ma come nasce il suo rapporto indissolubile con il pentathlon moderno? "Mi sono avvicinata a questo sport tramite una piscina comunale dove andavo a nuotare con i miei fratelli (anche loro diventati pentathleti!). Lì c’era un istruttore di nuoto che stava aprendo una società e che ci ha introdotto a questo nuovo mondo. Ce ne siamo innamorati follemente tutti e tre fin da subito e ne abbiamo fatto il nostro lavoro. Tant’è che oggi io faccio parte dei carabinieri e loro due delle fiamme oro. In famiglia ci sono due poliziotti e un carabiniere, sembra una barzelletta! Non è semplicissimo entrare in contatto con il nostro sport, è di nicchia, poco conosciuto e poco promosso all’interno del contesto italiano, ma anche a livello internazionale. Ma è anche uno sport con il quale è subito amore. Ho visto molte persone assistere alla loro prima gara di pentathlon e poi sentirmi fare questa domanda: 'Farò fare pentathlon a mio figlio, dove posso iscriverlo?'. È uno sport molto affascinante, perché le discipline non appartengono allo stesso mondo come nel caso dell’eptathlon o il decathlon, ma sono completamente diverse tra loro".
Come in tutti gli sport a livello professionistico, il pentathlon moderno richiede allenamento quotidiano. Ma proprio in virtù del fatto del dover praticare cinque discipline diverse, è interessante capire come si organizza una settimana tipo di un atleta di questo livello. "Il pentathleta si allena sei giorni a settimana. Nel mio caso cerco di alternare uno sport atletico con uno tecnico, facendo di media tre o quattro sport al giorno. Nella settimana di avvicinamento alla gara gli sport in cui mi alleno diventano due o tre al giorno e il carico di lavoro si riduce notevolmente. In generale, il lunedì posso iniziare col nuoto e la scherma, per poi andare a correre nel pomeriggio, martedì magari faccio tiro ed equitazione e il pomeriggio un’altra seduta di nuoto e così via". Per quel che riguarda il fisico che un pentathleta deve costruire e mantenere, la parola d'ordine è equilibrio. "Il fisico dev’essere tendenzialmente atletico, con un buon rapporto peso-potenza. Non bisogna essere eccessivamente pesanti e muscolosi, ma allo stesso tempo devi costruire una struttura muscolare che possa sostenere un carico traumatico come quello di fare cinque sport che sono diversi. Il movimento che si fa nella scherma è completamente diverso dal movimento che si fa nella corsa. Non bisogna avere un fisico eccessivamente asciutto come quello di un maratoneta, ma neanche prestante come quello di un atleta della pesistica. Serve la giusta via di mezzo".
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Pentathlon Moderno - Tokyo 2020 - Highlights delle Olimpiadi

Se il pentathlon affonda le sue radici nell'antica Grecia, la versione moderna ha debuttato ai Giochi olimpici nel 1912 (ma per quanto riguarda le donne appena a Sydney 2000). Il formato attuale prevede l'equitazione (salto), poi la scherma (spada), il nuoto (200 stile libero) e infine la laser run, evento combinato di corsa e tiro. Ma è uno sport in evoluzione e dopo le varie modifiche subite negli ultimi anni, sta per avvenire una svolta davvero epocale. "Parigi sarà l’ultima edizione con l’equitazione, che lascerà spazio alla prova ad ostacoli - spiega Elena Micheli - È un bel trauma. Il motivo dietro alla scelta è molto complesso e per scarnificarlo, è legato molto a questioni sia di spettacolarità televisive, economiche, di gestione delle gare. Organizzare una gara di equitazione con un parco cavalli che possa saltare ostacoli da 110 o 120 richiede davvero molta difficoltà. Hanno deciso così per poter rimanere dentro al contesto olimpico su indicazione del CIO. In realtà il nostro sport nelle varie edizioni ha sempre subito cambiamenti, ad esempio proprio con le tempistiche. Siamo partiti da una gara spalmata su cinque giorni, mentre a Parigi dovremo affrontare tutte le prove in un’ora e mezza. Ma pur avendo subito vari cambiamenti, mai ci era stato sconvolto così tanto il formato da dover cambiare una disciplina".
Elena pratica per professione cinque sport diversi, ma la sua passione per questo mondo va oltre e non si ferma al pentathlon moderno. "Seguo molto lo sci alpino, anche perché da piccola l’ho praticato e mi piace tantissimo e non vedo l’ora di rimettermi gli sci ai piedi. In questo momento ho dovuto metterli da parte perché stiamo preparando un obiettivo molto importante e non possiamo permetterci nessun imprevisto. Avrei voluto praticare avanti lo sci, ma vivendo a Roma era un po’ complicato. La montagna più vicina è il Terminillo, dove fondamentalmente non è possibile sciare ormai da quasi dieci anni. Ma il pentathlon mi ha travolto in maniera talmente precoce che non mi sono neanche data modo di poter provare qualcos’altro per un po’ di tempo. Anche l’atletica mi piace, perché mi sento portata. E poi seguo tantissimo anche il biathlon! La nostra laser run un è molto simile, la differenza è che il nostro errore non comporta giri di penalità. Ma anche noi possiamo perdere dei secondi che sono fondamentali, visto che in passato alcuni atleti, anche italiani, hanno perso la medaglia olimpica per un secondo".
Giovane ma matura al punto giusto, già vincente sui palcoscenici più importanti, ambiziosa. E allora cosa desidera Elena Micheli da se stessa a Parigi 2024? "Non mi sono ancora prefissata un obiettivo specifico. Dopo i due titoli mondiali è quasi scontato che un atleta aspiri a ciò che tutti vorrebbero, ovvero una medaglia. Non lo nego. Il pensiero c’è stato. Ma non è un obiettivo su cui voglio lavorare, preferisco ragionare per step e pensare che voglio vivere questo percorso nel migliore dei modi e arrivare a Parigi potendo dire a me stessa che ho fatto di tutto e che non avrei potuto fare niente di meglio. Senza rimorsi e rimpianti, poi il risultato da lì si vedrà".

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