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Paralimpiadi Tokyo 2020, Bebe Vio emozionante sui social: “Mi hanno salvata le persone”

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DaEurosport

Pubblicato 30/08/2021 alle 15:17 GMT+2

PARALIMPIADI – Al termine della sua esperienza a Toyko, con due medaglie al collo, Bebe Vio si mette a nudo in un bellissimo post sui suoi profili social: ‘Se qualche settimana fa mi avessero detto “A Tokyo vincerai due medaglie” mi sarei messa a ridere’

Bebe Vio, Paralimpiadi Tokyo 2020

Credit Foto Getty Images

Oltre alle due medaglie, una d’oro e una d’argento nel fioretto individuale e a squadre, Bebe Vio ci ha lasciato qualcosa di più grande e di valore inestimabile. L’esempio. Lo era già d’esempio, per tutta quella che è la sua vita, per la leggerezza su cui passeggia sulle difficoltà che le si sono presentate davanti. Non ha mollato, ancora una volta. Facendoci sentire minuscoli con la sua estrema e raggiante semplicità. Non era sua intenzione, ma alle persone grandi capita di far sentire involontariamente gli altri piccoli. Dalle tenebre alla luce, quella d’oro, in 119 giorni.
Bebe ha raccontato sui suoi profili social questo periodo che ha separato l’intervento per bloccare l’infezione al gomito e la vittoria, la seconda, del metallo più pregiato alle Paralimpiadi. Ecco le sue parole:

"Se qualche settimana fa mi avessero detto “A Tokyo vincerai due medaglie” mi sarei messa a ridere.
Due medaglie…
Per quanto ero messa male consideravo già un miracolo arrivarci a Tokyo. Ma volevo arrivarci.
E poi avevo anche avuto l’onore di essere nominata porta bandiera per la nostra Nazionale. Allora dovevo arrivarci a tutti i costi!

Venivo da un anno di alti e bassi. Il grave infortunio al gomito a settembre dell’anno scorso, dolorosissimo. I lunghi mesi di riabilitazione. Finalmente stavo meglio. Poi ad inizio anno il crollo: Infezione da stafilococco aureo.
Un altro maledetto batterio, dopo il meningococco di tanti anni fa.
Ero messa proprio male e quando mi hanno detto “se l’infezione è arrivata all’osso dobbiamo amputare l'arto” mi è crollato il mondo addosso.
Basta amputazioni! Non mi è rimasto più molto da tagliare…
Poi l’operazione, l’infezione debellata, le settimane chiusa in ospedale e quando siamo usciti mancavano 119 giorni alla Paralimpiade.
“Non ce la farete mai” ci hanno detto.
“Ci vogliamo provare?” ci siamo chiesti.
Passione, coesione, lavoro, fatica.
Così in pochi mesi siamo riusciti a conquistarci un 🥇 e un 🥈.

Cos'è l'impossibile?
Mi hanno salvata le persone...
Ed è a loro che devo queste vittorie.
I medici ed i loro staff, che mi hanno ridato la speranza.
Mauro, il mio fisioterapista che mi ha rimessa a posto ogni volta.
Peppone, il preparatore che ha permesso al mio corpo di rinforzarsi e prepararsi alle sfide.
I maestri della Nazionale con tutto lo staff, che mi hanno supportata e sopportata in queste ultime settimane.
Le mie compagne di squadra, che non hanno mai abbassato lo sguardo.
Tutti i miei amici, custodi di questa verità tenuta nascosta per mesi, che nel momento del bisogno mi hanno inondato dell'amore di cui necessitavo. Infine ringrazio la mia famiglia. La mia forza. Il mio tutto.
Ogni volta un casino diverso, ma ne usciamo sempre più forti. Senza di voi non ce l'avrei mai fatta. Ora sono felice. Stanca, ma soddisfatta e felicissima…..quanto n’è valsa la pena!"
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Bebe Vio: "Quando vinci ti accorgi di quanto è stato importante perdere"

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