Coppa del Mondo - Josua Tuisova rinuncia al funerale dopo la morte del figlio: si giocherà la qualificazione con le Figi

Dramma tra le fila della nazionale delle Figi in Coppa del Mondo. Josua Tuisova, 29enne di ruolo centro, ha deciso di continuare a giocare per la sua nazionale nonostante la sconvolgente notizia della morte di suo figlio Tito. Josua, secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe venuto a conoscenza della scomparsa del figlio pochi istanti prima della partita contro la Georgia disputata sabato. Il figlio Tito aveva appena 7 anni, e si è spento dopo una “lunga lotta contro una malattia debilitante”, recita un comunicato diramato dalla famiglia. Tuisova, eletto MVP dello storico successo ai gironi contro l’Australia, ha dovuto prendere una decisione tanto rapida quanto dolorosa: non ha presenziato al funerale del figlio – tenutosi martedì mattina a Votua (Ba) – per rimanere con i propri compagni e prepararsi al match decisivo per la qualificazione ai quarti di finale.

Le Figi hanno bisogno di un punto contro il Portogallo per iscriversi tra le migliori otto squadre della competizione, e il contributo di Tuisova sarà fondamentale. Dopo la super prestazione contro l'Australia infatti, Tuisova è visto come un eroe nazionale assieme ai suoi compagni. Insomma, la responsabilità verso il proprio Paese è tanta, e il nativo di Ba non ha voluto tradire le attese.

Nella precedente partita contro la Georgia, Josua non aveva nascosto i segni della disperazione per la scomparsa del figlio. Se ne erano accorti i tanti tifosi presenti allo stadio, mentre il giocatore firmava autografi. E poco dopo, era arrivato il comunicato delle Figi a rendere pubblica la tragedia: “Con il cuore in mano annunciamo la scomparsa del nostro amato Tito Micgabraph Donzel Ratulevu. Si tratta del figlio di Josua Tuisova e di Katarina Ladoge Ramoce. Conosciuto affettuosamente come ‘Tito’, se n’è andato serenamente dopo una lunga battaglia contro una malattia debilitante all’ospedale di Lautoka”.

Contro il Portogallo Tuisova è chiamato a giocare col cuore pesante, in quella che sarà forse la partita più difficile della sua carriera. Il giocatore classe ’94, che milita nel Racing 92 a Parigi, aveva raggiunto il picco della sua carriera nel 2016 con l’oro olimpico conquistato al comando della sua nazionale.