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Perché Irlanda-Nuova Zelanda è stata una partita che entrerà nella leggenda

Davide Bighiani

Aggiornato 15/10/2023 alle 13:48 GMT+2

RUGBY - Il 28-24 con cui gli All Blacks si sono imposti nel match valido per i quarti di finale della Coppa del Mondo ha un che di epico e chi ha avuto la possibilità di vedere la partita se ne sarà accorto: l'esperienza a questi livelli della Nuova Zelanda, ritrovata e battagliera come ai bei tempi, ha fatto tutta la differenza del mondo nel successo su un'Irlanda che ha messo tutto sul campo.

Gli All Blacks spazzano via l'Italia, 96-17: gli highlights del match

Il titolo è fuorviante: Irlanda-Nuova Zelanda 24-28 è già entrata nella leggenda. Partita incredibile, tosta, mai decisa fino all'80' e oltre, un vero spettacolo per gli occhi - soprattutto per chi non fosse coinvolto in maniera diretta del match -, in poche parole, un vero e proprio "spot" per il rugby. In un sabato sera di metà ottobre, chi non fosse stato in giro a godersi gli ultimi scampoli d'estate e chi non avesse scelto di tifare azzurro in Italia-Malta di calcio, magari sarà capitato scanalando sul campo verde dello Stade de France a vedersi uno spettacolo unico al mondo: per chi non avesse avuto questo privilegio, proviamo a racchiudere in poche righe quello che è successo e perché Irlanda-Nuova Zelanda è già di diritto una delle partite che ricorderemo per tanto tempo.

Nuova Zelanda: che approccio e che intensità

Il 13-0 iniziale firmato dai Tuttineri è stato di fatto il "buco" che mai gli irlandesi sono riusciti a colmare, pur avendo davanti praticamente tutto il match; i Kiwi sono entrati in campo davvero carichi, consci di partire - per una volta - non con i galloni dei favoriti, ma da underog. Volevano subito mettere le cose in chiaro e ci sono riusciti, scavando il gap sfruttando uno scarso approccio degli irlandesi, soprattutto mettendoli sotto in fase di mischia e in touche, due fondamentali che li avevano resi praticamente imbattibili negli ultimi due anni (arrivavano da 17 vittorie in fila). Sam Cane e Ardie Savea, se dobbiamo dire due nomi su tutti, semplicemente fantastici; il capitano addirittura protagonista di 21 placcaggi in 75 minuti... Ma di cosa stiamo parlando?

20 minuti in 14 uomini eppure... All Blacks spaziali!

Stiamo sui neozelandesi, che sono riusciti nell'impresa di reggere all'urto dei Verdi nonostante abbiano giocato 20 minuti su 80 con un uomo in meno; prima il giallo ad Aaron Smith nel primo tempo, poi quello a Taylor al 64'. Nel primo caso gli All Blacks hanno subito una meta, nel secondo sono addirittura riusciti a chiudere con un mini-parziale di +3, consolidando la loro leadership. L'highlight totale è certamente quello del minuto 74', quando l'Irlanda si vede vanificare una meta da maul quando di fatto era già stata segnata: gli All Blacks in quel caso devono erigere un monumento a Jordie Barrett, splendido a tenere alta la palla degli irlandesi.

37 fasi per chiudere la partita: mai successo prima

Questa statistica è più di tutte le altre quella che riassume il match dello Stade de France: chi ha visto gli ultimi 5 minuti di match avrà trattenuto il fiato, come hanno fatto tutti i tifosi irlandesi. All'Irlanda serviva una meta per vincere: Sexton e i suoi ci hanno messo l'anima, il cuore e soprattutto i loro corpaccioni, sbattendoli più volte contro quelli dei neozelandesi, ma senza riuscire a scalfirli. "Dare tutto" all'ennesima potenza, fine allo sfinimento: quando parlavamo di "spot per il rugby" alludevamo soprattutto a questo. 37 fasi prima di arrendersi dopo 85 minuti di battaglia. Ma non c'è stato nulla da fare: troppa esperienza, troppe battaglie di questo tipo già viste da parte degli All Blacks. E così la storia si è ripetuta: Irlanda fermata ancora una volta prima di accedere alle semifinali mondiali e Nuova Zelanda ancora una volta lassù dove sono abitutati a stare, nell'élite mondiale. E questo per rispondere a chi li additava come "gli All Blacks meno forti degli ultimi 20 anni". Postilla: pensate se quel calcio di Sexton facile facile a metà partita fosse entrato: alla fine sarebbe bastato un bel drop, e invece...

Sexton: l'errore, la rabbia e quella frase tenerissima del figlio

"You’re still the best dad": il rugby è fatto di momenti crudi e di battaglia, ma anche di altri tenerissimi. Le immagini catturate dalle telecamere appena dopo la sconfitta Irish che riprendono Sexton insieme al figlio che cerca di tirarlo su di morale ("Papà, tu sei sempre il migliore") fanno sciogliere anche i cuori più duri.
Johnny Sexton, l'uomo del destino, il paladino che doveva trascinare la sua Irlanda verso l'iride, dopo averla innalzata a nazionale di rugby numero al mondo; il giocatore che in carriera ha vinto come pochi nella storia (top scorer di sempre per l'Irlanda, 4 Sei Nazioni con 2 Grandi Slam, 2 British & Irish Lions Tours, 4 Champions Cup, 1 Challenge Cup, 6 Pro14) si è reso conto di aver appena disputato la sua ultima partita con la maglia verde, senza essere riuscito nel suo intento. Le sue lacrime sfiorate in tutte le interviste post-partita e in conferenza stampa, il suo atteggiamento mai domo fino all'ultimo, l'urlo di disperazione nel finale: anche questo è il rugby e chi meglio di lui poteva riassumerlo nella sua sua partita.

Perchè, perché già ai quarti di finale???

Lasciateci un piccolo spazio per una piccola lamentela: perché organizzare il tabellone dei Mondiali sistemando tutto in modo che una tra Nuova Zelanda e Francia andasse a incontrare la formazione n.1 al mondo già ai quarti di finale? Il calendario è già stato fatto da tempo quindi era impossibile prevederlo, direte voi: certo, ma dopo aver assistito a Galles-Argentina e a Irlanda-Nuova Zelanda, con tutto il rispetto per la prima partita, sono sembrati due sport completamente diversi. Ritmo, qualità, intensità, scontri fisici: nella "seconda che ho detto si era totalmente a un altro livello. E con un minimo di sale in zucca in più, questa avrebbe potuto comodamente essere una semi se non una una finalissima. Intanto ce la siamo goduta e ci siamo divertiti tantissimo!

Dove si vede la Coppa del Mondo di Rugby 2023

Gli incontri della Coppa del Mondo 2023 saranno trasmessi da Rai e Sky. RaiSport e Rai 2 proporranno in diretta 19 partite della competizione, tra cui tutte quelle della Nazionale Italiana durante la fase a gironi, mentre Sky invece trasmetterà tutti i 48 incontri della rassegna iridata, dalla gara inaugurale fino alla finalissima del 28 ottobre, in diretta televisiva su Sky Sport e in streaming su Now TV.
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