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Italia viva, Irlanda al top: gli insegnamenti della 3a giornata

Eurosport
DaEurosport

Pubblicato 03/03/2015 alle 11:54 GMT+1

Il terzo turno del Sei Nazioni 2015 ha visto il primo successo dell’Italrugby, ma non solo: l’Irlanda superando l’Inghilterra propone una seria candidatura per il Grande Slam, mentre il Galles spinge sempre più giù una triste Francia

Scotland-Italy, Lapresse

Credit Foto LaPresse

BENVENUTA ITALIA!  - Il Sei Nazioni si tinge anche un po’ d’azzurro, per la gioia dei nostri detrattori. E’ evidente, gli italiani si esaltano soprattutto quando vengono pungolati…e allora perché farlo? Le aspre critiche dei quotidiani inglesi alla vigilia di Inghilterra-Italia hanno come risvegliato i ragazzi di Jacques Brunel: già nella partita di Twickenham i nostri avevamo messo in campo la giusta grinta e l’attitudine necessaria per ben figurare su palcoscenici importanti come quelli del Sei Nazioni; e a Murrayfield è arrivato lo squillo tanto atteso, quello che bissa la vittoria del 2007 e restituisce al nostro movimento quella credibilità che ormai in molti, anche nel nostro Paese, credevano ormai perduta. “Italia fuori dal Sei Nazioni? Non scherziamo”: anche il Guardian fa un passo indietro; “Six Nations shock” è invece ciò che ha campeggiato sui quotidiani scozzesi. Sei mete nelle ultime due partite parlano per un’Italia che sembra aver trovato finalmente il modo di esprimersi come sa, da squadra: sì, perché il risultato di Edimburgo è frutto del lavoro di tutti gli azzurri, dal primo all’ultimo. Vittoria collettiva e meritata, soprattutto perché “nessuno ci credeva prima della partita”. E’ vero ci sono ancora tante cose che non vanno: i tanti errori di gestione (intercetto ad Haimona), i calci sbagliati, qualche buco di troppo dietro; ma è vero anche che, dopo una partita prettamente difensiva (Irlanda) e una esageratamente offensiva (Inghilterra), l’Italia ha trovato quell’equilibrio che andava cercando, tornando a fare affidamento su una mischia di livello e lucidando qualche individualità che non poteva rimanere nascosta. McLean, Favaro, Biagi, Gori, il solito Parisse: nonostante gli infortuni, gli azzurri si sono compattati e così sono riusciti a superare le difficoltà, facendoci finalmente saltare sul divano per l’emozione. Che ora non vediamo l’ora di riprovare nei prossimi match all’Olimpico: Francia prima, Galles poi, sotto a chi tocca.
IRLANDA E QUEL SOGNO A PORTATA DI MANO - Tre vittorie in altrettante partite: l'Irlanda, se mai avesse voluto farlo, non si può più nascondere. Il Grande Slam, dopo l’ennesima dimostrazione di forza contro l’Inghilterra, è più che mai a portata della squadra di Joe Schmidt: un diritto quanto mai meritato da parte dei ragazzi in verde, che hanno dato sfoggio di tutte le loro capacità di lettura e di organizzazione. Merito di uno degli allenatori più “in focus” del momento, in grado di sistemare al meglio la propria squadra a seconda dell’avversaria di giornata. Millenium Stadium e Murrayfield: se il “giochino” funzionerà anche in questi due templi, allora anche il Mondiale potrebbe non essere un obiettivo così fuori portata per gli orgogliosi irlandesi.
INGHILTERRA, L'ETERNA SECONDA - Una sconfitta che fa male, quella maturata a Dublino con l'Irlanda: l'ennesimo assalto al Grande Slam va a finire male, contro una squadra più organizzata e sicuramente più pronta all'appuntamento. Lo dimostra l'approccio della squadra di Stuart Lancaster, non adeguato all'occasione, e la mancanza di una regia all'altezza, nonostante le bocche da fuoco (leggasi gli esterni) siano da "primo livello" mondiale. Il XV della Rosa, che in vista del Mondiale doveva "mangiarsi" gli avversari, si scopre invece incompleta e, probabilmente, destinata al quarto secondo posto consecutivo al Sei Nazioni.
GALLES, GUAI A DARLO PER SPACCIATO – Se c’è una cosa che le partecipanti al Sei Nazioni hanno imparato nelle ultime stagioni e prendere con le molle le prestazioni del Galles: i Dragoni sembrano più che mai intenzionati a ripetere l’impresa già compiuta nel 2013. Allora persero la prima partita e poi veleggiarono verso il titolo: quest’anno il ko interno con l’Inghilterra sembrava già aver fiaccato le speranze della truppa di Warren Gatland, ma le successive due partite hanno smentito questa tesi. I gallesi, se riusciranno a battere l’Irlanda a Cardiff, possono ancora sognare il titolo. La domanda è: ce la possono fare? Per ora sono stati forti contro le “deboli” e hanno sofferto i “potenti” del rugby.
picture

Scozia-Italia

Credit Foto Eurosport

FRANCIA, CHE DELUSIONE! – Chi avesse avuto modo di stare a sentire la conferenza post-partita di Philippe Saint-André dopo la disfatta del Saint Denis con il Galles avrà visto un uomo alla presa con i propri demoni più profondi. Quattro Sei Nazioni e zero vittorie con Galles o Irlanda: così non si può fare molta strada. Ha voglia il ct francese a dare la colpa del saliscendi della sua squadra ai tanti stranieri del Top 14 o alla pochezza delle giovanili: la verità è che la sua squadra, nonostante nomi altisonanti, non è capace di giocare insieme. “Io non mollo”, continua a dire PSA: che ci pensi qualcuno in vece sua a togliergli l’imbarazzo?
SCOZIA, UN KO CHE FA MALE – In tanti avevano parlato di una Scozia in risalita dopo momenti più bui che splendenti: e invece la squadra di Vern Cotter deve fare un passo indietro, senza troppi auguri. Il ko con l’Italia nasce più o meno al 9’, quando avanti 10-0 gli Highlanders pensavano già di aver fatto il più del lavoro e si sentivano già vincitori. Proprio l’errore che a certi livelli non si deve commettere, soprattutto per il contraccolpo psicologico che si genera, se non si è un top team. Crollate alcune certezze, gli scozzesi non sono stati più in grado di gestire la palla e i ritmi della partita, evidenziando limiti di attitudine ancor prima che tecnici.
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