Coppa del Mondo, discesa-bis sulla Streif: Kilde trionfa sull'eterno Clarey e Ganong, Casse sfiora il podio

Può andargli male una volta, ma alla seconda non perdona questa versione planetaria di Aleksander Aamodt Kilde. Dal all’ennesimo capolavoro, dalle mani negli occhi alla bocca spalancata del pubblico in ventiquattr’ore, tutto ciò con una mano malconcia: il norvegese domina la seconda discesa stagionale sulla leggendaria Streif, mettendo un’ipoteca sulla seconda coppa di specialità consecutiva, considerato il forfait di Odermatt dopo la pizzicata al ginocchio della gara precedente e il mancato raddoppio di Vincent Kriechmayr (quinto). Saslong, Wengen e Streif in bacheca nella stessa stagione: mica male come biglietto da visita per i Mondiali.

Podio di tutto rispetto con l'eterno francese Johan Clarey e Travis Ganong, in quella che per loro è stata con tutta probabilità l'ultima Streif della carriera. Il transalpino fa la gara della vita a 42 anni da poco compiuti e va ad un passo dal primo trionfo della carriera: dovrà accontentarsi di aver aggiornato il record di sciatore più longevo sul podio, l'undicesimo senza mai salire sul gradino più alto (anche questo, purtroppo, è un primato ritoccato in discesa). Alle loro spalle la grande conferma di Mattia Casse tra i grandi della discesa: il bergamasco sfiora un emozionantissimo podio nella "classica monumento” del circo bianco, ma per appena quattro centesimi prevale il piedone pesante dello statunitense nei tratti di scorrimento. Il tutto nella cornice dell’ultimo grande ballo di Beat Feuz, accolto con un pettorale speciale e l'ovazione della marea ai piedi dell'Hahnenkamm: il desiderio di ogni leggenda della discesa come lui.

Niente doppietta per l'austriaco Kriechmayr: è il primo dei big a scendere, quando c'è ancora Ganong leader, perde tanto nei tratti di scorrevolezza, tenta la rimonta sullo statunitense ma saluta il podio sullo Zielschuss finale. Tiene comunque aperta la battaglia per la sfera di cristallo, ma a -156 punti e con due sole discese rimaste dopo la rassegna iridata. Un paio di decimi un'accalcata di atleti: tra questi figura l'exploit di Cameron Alexander, impavido sesto ad un secondo e mezzo, stesso tempo di Striedinger; poi un altro ex-aequo, Otmar Hemetsberger con Romed Baumann (tornato tra i migliori dieci per la prima volta dalla tournée in Nordamerica). Decimo posto per Niels Hintermann, salito sul podio nella giornata precedente.

Florian Schieder non riesce a ripetere l'impresa sulla Streif del giorno prima - 2° scendendo col pettorale numero 43 - ma dà un importante segnale di costanza a ridosso della top-10, mancata per una manciata di centesimi (12° a +1"58). Precede il norvegese Sejersted e l'altro azzurro Dominik Paris: altra prova di gran carattere del rocker delle nevi, perfetta fino all'Hausberg dove sfortunatamente va in rotazione e dice addio al sogno di salire sul podio per l'ottava volta sulla Streif. Rientra tra i primi venti pure Christof Innerhofer, 17° dietro a Feuz, mentre Matteo Marsaglia viene tradito dalla schiena e decide di non varcare il cancelletto. Mettendo da parte i risultati, è una delle migliori prestazioni corali dell'Italia in discesa, il fatto che arrivi a Kitzbühel aumenta il pregio.