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Sci alpino, Coppa del Mondo: Sofia Goggia vince Coppa discesa, tra vittorie, infortunio e rincorse

Marco Castro

Aggiornato 22/04/2021 alle 15:07 GMT+2

COPPA DEL MONDO - Con la cancellazione della discesa di Lenzerheide causa maltempo, Sofia Goggia ha messo in bacheca il suo secondo trofeo di specialità. Un risultato meritato, per evidente superiorità sulla concorrenza finchè l'azzurra c'è stata. Poi l'infortunio, la rincorsa e il miracoloso rientro a mettere pepe al tutto: un epilogo col brivido, come è l'indole di un'atleta straordinaria.

Winner Italy's Sofia Goggia sings her National Anthem as she celebrates on the podium after the Women's Downhill event at the FIS Alpine Ski World Cup in Crans-Montana

Credit Foto Eurosport

Le braccia si allargano, lo sguardo è di resa, il pensiero si fa ricorrente: ma come diavolo ha fatto? Il nugolo di avversarie di Sofia Goggia ha reagito più o meno così ogni volta che la bergamasca ha tagliato il traguardo in una discesa libera durante l’inverno ormai agli sgoccioli. Quel senso di ingiocabilità che per una carriera intera ha lasciato Lindsey Vonn, per citarne una. Regina nella disciplina più spettacolare, alle avversarie le briciole. Eppure Sofia è unica e non poteva vincere la sua seconda Coppa di specialità in maniera banale: tra un infortunio beffardo, una rincorsa disperata e un lieto fine a tavolino, la sua stagione è stata un ottovolante emotivo degno delle sue discese.
“Only the brave”, ha urlato lei dopo i suoi capolavori, “equilibrio sopra la follia” ha scritto qualcun altro. Perché che Sofia fosse coraggiosa – per non dire spericolata – come nessun’altra nel circus lo ha dimostrato la sua carriera. Ma quest’anno, come testimoniato da lei stessa, è riuscita ad aggiungere il pezzo di puzzle che mancava. Quella forza mentale utile sia nella gestione dei passaggi delicati di un tracciato che nel domare quel fuoco sacro che talvolta ha bruciato le sue ambizioni. Senza rinunciare alla sua indole però, perché quando si tratta di rischiare nessuno raggiunge i limiti che lei supera senza ritegno. Le sue gare non saranno mai per deboli di cuore, ma quell’autocontrollo che è riuscita a trovare l’ha resa di fatto insuperabile.

Italiane vincitrici di una Coppa di specialità nello sci alpino

2 Federica BRIGNONE - gigante e combinata 2020
2 Sofia GOGGIA - discesa 2018 e 2021
2 Isolde KOSTNER - discesa 2001 e 2002
1 Marta BASSINO - gigante 2021
1 Deborah COMPAGNONI - gigante 1997
1 Denise KARBON - gigante 2008
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Goggia sul podio: inno e... Campanaccio!

Novantasei (96) punti media in discesa. Su 100. Finchè Sofia c’è stata, si è corso solo per il secondo posto. Tranne al debutto in Val d’Isere, dove una brillante Corinne Suter e un numero dopo il salto l’hanno relegata alla piazza d’onore. Doveva prendere le misure l’azzurra, e l’ha fatto a tempo di record. Ventiquattr’ore dopo, stessa pista: Goggia davanti a tutte le rivali. Che da quel momento hanno potuto intravedere solo la sua targa posteriore. A Sankt Anton il successo è arrivato per KO. Con linee tutte sue, ma a velocità folli, l’asteroide Sofia ha scavato un buco sulla "Karl Schranz". Tamara Tippler, la più “vicina”, ha chiuso a 96 centesimi. A Crans Montana, poi, destro e sinistro per una doppietta d’autore. Il primo giorno scalzando una Ester Ledecka che subodorava il colpaccio, il secondo domando le pretese di Lara Gut-Behrami. Pettorale rosso, rossissimo. Da buona speed master, come l’ha ribattezzata la FIS.
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Goggia the brave vince ancora in discesa, riguardala

Lanciata a 120 km/h verso l’oro iridato di Cortina, il destino si è messo un’altra volta di mezzo. L’assurdo infortunio sulla pista di rientro a Garmisch è stato una mazzata per lei, per i tifosi azzurri, per gli amanti di questo sport. Perché uno spettacolo del genere è patrimonio di tutti e non poterlo assistere nella rassegna più importante dell’anno un dispiacere non solo in casa Italia. Da quel maledetto 31 gennaio, Goggia si è messa in testa una folle idea: difendere sul campo una Coppa di specialità già vinta, ma tornata pericolosamente in discussione. Perché in sua assenza, le svizzere Suter e Gut hanno banchettato e la classifica è stata riaperta. Una disperata corsa contro il tempo, che Sofia avrebbe vinto contro ogni pronostico in appena 45 giorni di passione, lavoro, dedizione. Con il condizionale, perché il meteo di Lenzerheide ha chiuso ogni discorso. Discesa finale annullata, Coppa a Sofia. Con enorme merito, nonostante due gare saltate. E questo, in cuor loro, lo sanno anche le sue rivali più temibili.
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Goggia: "Tra Mondiale e Coppa del Mondo, scelgo...l'Olimpiade!"

Ride Sofia Goggia, per il secondo trofeo di discesa dopo quello del 2018 (a proposito, eguagliata Isolde Kostner). Ma non solo. “Quest’anno ho fatto un pensierino alla Coppa generale”, aveva confessato qualche settimana fa. E non si trattava di un’affermazione campata in aria. Perché in Super G, la bergamasca resta da corsa, ma soprattutto per aver ritrovato il feeling del passato anche in gigante. Lei, bronzo iridato tra le porte larghe nel 2017, che prima dell’infortunio aveva ottenuto un sesto posto e altri tre piazzamenti nelle nove nella disciplina più competitiva che ci sia al momento nel settore femminile. Ridiamo anche noi, perché abbiamo visto forse la miglior Goggia di sempre e il prossimo inverno è quello che porta alle Olimpiadi di Pechino. L’obiettivo dei sogni dell’azzurra, ma non certo l’unico.
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Sofia Goggia fa tris! Che vittoria a Crans Montana

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