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Sci alpino, Alberto Tomba e la Coppa del Mondo: 26 anni fa il trionfo in classifica generale

Marco Castro

Aggiornato 15/03/2021 alle 11:36 GMT+1

SCI ALPINO - Nel 1995 Alberto Tomba aggiunge un’altra tacca a una carriera già straordinaria, vincendo la classifica generale di Coppa del Mondo, 20 anni dopo Gustav Thoeni. Un risultato epico, figlio di una stagione ai limiti della perfezione.

Alberto Tomba nel 1995

Credit Foto Imago

Istrionico, spettacolare, indomabile, imprevedibile. Alberto Tomba è stato tutto questo e molto di più nella sua carriera folgorante. Tra medaglie olimpiche e mondiali e successi a ogni latitudine, c’è un risultato che risplende di luce perpetua nella bacheca del campione bolognese. È la Coppa del Mondo del 1995, la prima e unica della sua carriera vent’anni dopo le vittorie dei fenomeni della valanga azzurra, Gustav Thoeni e Piero Gros. Un risultato clamoroso, inseguito a lungo e meritato, frutto di una stagione irripetibile.

Tomba padrone d’Europa

Tignes, Sestriere, Lech, Alta Badia, Kranjska Gora, Garmisch, Kitzbuehel, Wengen, Adelboden, Bormio. La sfilza di successi di Tomba in quella stagione magica attraversa tutto l’arco alpino, come una rockstar impegnata in un tour fatto di esibizioni memorabili davanti a un pubblico in delirio. Il bolognese inizia vincendo e non si ferma più. Con la sua tuta arcobaleno, porta a casa 11 gare, avvicinando il record allora detenuto da Stenmark (13). Otto di questi successi arrivano consecutivamente. Numeri da cannibale che gli permettono di aggiungere al palmares la quarta coppa di specialità sia in slalom che in gigante.

I numeri di Tomba nel 1994/95

Risultato/DisciplinaSlalomGiganteTotale
Gare9716
Vittorie7411

I ricordi più belli

Nello speciale di Lech vince con un numero leggendario. A metà della seconda manche, incrocia le punte degli sci ma riesce a rialzarsi con un colpo di reni quasi innaturale e trovare uno spazio inesistente per restare nel tracciato. Un mix di potenza, tecnica e follia. Trionfa davanti agli austriaci Sykora e Tritscher ed emblematica è la sua espressione al traguardo, con il dito della mano a battere sulla tempia come a dire: “Sono pazzo, cosa ho combinato?”. Nella personale galleria dei ricordi resta anche il successo nel gigante dell’Alta Badia, il primo nella disciplina di quella stagione dopo due gare non da lui. Ci teneva Albertone, che festeggia con una capriola nella neve davanti alla folla in festa. La vittoria in questa specialità è anche una liberazione: gli mancava da quasi tre anni. Un'eternità per uno come lui.
Per me sono sempre stati più importanti Mondiali e Olimpiadi e le vittorie di tappa, ma quella vittoria mi fece sentire davvero completo [Alberto Tomba]

Manifestazione di forza

È anche la stagione delle manifestazioni di onnipotenza. Tomba, in molte occasioni, non solo vince le gare: le domina. Succede nello slalom di Kranjska Gora, ad esempio. L’azzurro dà la paga a tutti nella prima manche, ma non si accontenta nella seconda. Accelera, sbuffa, rischia. Come se dovesse recuperare. E trionfa con largo margine. O come a Garmisch, dove il primo dei battuti è il grande Marc Girardelli, staccato di quasi due secondi nel gigante tedesco. Alberto è così, niente lo può scalfire. In quell’annata in particolare. L'immagine degli avversari che allargano le braccia, riconoscendone la grandezza, è una costante dopo ogni traguardo. A partire dallo sloveno Jure Kosir, amico e grande rivale di quegli anni in entrambe le prove tecniche. Tomba è un supereroe che sa quasi solo vincere, consapevole di essere protetto dagli dei dello sci anche quando oltrepassa evidentemente il limite.

Campione senza correre

Il pubblico italiano lo adora e lo segue lungo la stagione. Ma è tutto il circo bianco ad andare in visibilio per le gesta de la “Bomba”. Dopo aver vinto per la prima volta nel mitico gigante di Adelboden, si prende anche lo speciale di Wengen. E durante la premiazione viene fatta risuonare la Nona Sinfonia di Beethoven, per celebrare le nove vittorie stagionali e le altrettante consecutive tra i rapid gates. Un record strappato alla svizzera Vreni Schneider e onorato nella maniera più nobile. In una stagione dominata, è quasi un peccato che l’ufficialità del trionfo finale non arrivi con l’ennesima vittoria. Succede, infatti, dopo la discesa delle finali di Bormio del 15 marzo 1995, alle quali ovviamente Tomba non partecipa. Girardelli, l’ultimo rivale ancora in piedi, chiude 17esimo e consegna l'azzurro alla storia.

Le vittorie italiane della generale di Coppa del Mondo

Gustav THOENI1970/71
Gustav THOENI1971/72
Gustav THOENI1972/73
Piero GROS1973/74
Gustav THOENI1974/75
Alberto TOMBA 1994/95
Federica BRIGNONE2019/20
Le gare che chiudono la stagione sono le sue. Il gigante è il teatro dell'undicesima meraviglia. Ormai a cuor leggero, Alberto esce nella prima manche dello slalom conclusivo e va a festeggiare con i tifosi in abiti "da spiaggia". Dopo i secondi posti nel 1988, 1991 e 1992, Tomba è finalmente il padrone della Coppa del Mondo. L'Italia può godere e i festeggiamenti di Bormio sono impetuosi quanto le discese del bolognese. Che durante le premiazioni per poco non manda i frantumi la Sfera di Cristallo lanciandola al suo preparatore. Meravigliosamente matto, Albertone nazionale.
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