Coppa del Mondo, lo sci riparte senza Vonn, Hirscher e Svindal
Aggiornato 24/10/2019 alle 16:11 GMT+2
Quattordici sfere di cristallo complessive, una grandinata di medaglie e onori e un lascito indelebile sulla storia di questa disciplina: per la prima volta nel terzo millennio, il circo bianco aprirà i battenti privo allo stesso tempo di Lindsey Vonn, Marcel Hirscher e Aksel Lund Svindal.
Sci alpino, anno zero. Sabato 26 ottobre, il tradizionale opening di Sölden stapperà la Coppa del Mondo numero 53 con il gigante femminile, seguito il giorno successivo da quello maschile. Sarà un weekend malinconico e con un profumo di nuovo, gradevole ma a cui bisognerà abituarsi. Sì, perché per la prima volta in questo millennio il circo bianco si presenterà al mondo senza Lindsey Vonn, Marcel Hirscher e Aksel Lund Svindal.
Fine di un'era
Gente da smoking bianco, gente da record. Atleti in grado di vincere tutto e di ripetersi, con qualche caduta fragorosa e clamorosi ritorni. Sciatori estremamente diversi, per carattere e disciplina, dalla presenza ingombrante per alcuni e stimolante per altri. Ma tutti e tre ambasciatori potentissimi di questo sport, cresciuto per popolarità grazie (anche) alle loro gesta. C’è stato il 1980, in cui lasciarono miti dagli sci così lunghi come Gustav Thoeni e Annemarie Moser-Pröll. C’è stato il 2009, dove il Wunderteam austriaco e il mondo intero salutarono Hermann Maier e Renate Goetschl. C’è stato anche il 2015, anno in cui smisero due grandissimi come Benny Raich e Bode Miller. Ma mai come stavolta il senso di fine di un’era è così forte nell’aria.
I numeri dei tre
Lindsey Vonn | Marcel Hirscher | Aksel Lund Svindal | |
Debutto in Cdm | 2000 | 2007 | 2001 |
Vittorie in Cdm | 82 | 67 | 36 |
Podi in Cdm | 137 | 138 | 80 |
Coppe generali | 4 | 8 | 2 |
Coppe di specialità | 16 | 12 | 9 |
Mondiali | 2 ori, 3 argenti, 3 bronzi | 5 ori, 4 argenti* | 5 ori, 2 argenti, 2 bronzi |
Olimpiadi | 1 oro, 2 bronzi | 2 ori, 1 argento | 2 ori, 1 argento, 1 bronzo |
*gare individuali
Vonn e lo sci femminile
Lindsey Vonn è stata la più grande diva che lo sci abbia mai avuto. Un’atleta che si è guadagnata negli anni un tifo trasversale, assicurando migliaia di spettatori con la sua sola presenza. Una stella da red carpet, a suo agio sotto i riflettori come con il casco in testa e la neve sotto i piedi. Dove ha scritto pagine di letteratura straordinarie, tra l’esordio nel 2000 e il bronzo nella discesa mondiale di Are lo scorso febbraio. Ma è soprattutto il suo carisma che mancherà allo sci rosa. Perché a livello di vittorie e gerarchie, il circo bianco cambierà poco. La dura legge di Mikaela Shiffrin, che con la connazionale condivide il sacro fuoco dell’ambizione, vige già da un triennio e la sensazione è che il copione non verrà stravolto neanche nel 2019/20. La nativa di Vail viene da 17 vittorie nella passata stagione (sì, 17) e potrebbe anche puntare a prendersi tutti i trofei di specialità (sì, tutti), oltre che quello generale. E quel record di Stenmark che per molto tempo ha ossessionato noi e la Vonn verrà minacciato quest’anno e con buone probabilità abbattuto nel 2021. Avversarie, Petra Vlhova, Wendy Holdener e Sofia Goggia su tutte, permettendo.
Vittorie in Coppa del Mondo
Ingemar STENMARK | Svezia | 86 |
Lindsey VONN | Stati Uniti | 82 |
Marcel HIRSCHER | Austria | 67 |
Annemarie MOSER-PROELL | Austria | 62 |
Mikaela SHIFFRIN | Stati Uniti | 60 |
Vreni SCHNEIDER | Svizzera | 55 |
Hermann MAIER | Austria | 54 |
Alberto TOMBA | Italia | 50 |
Marc GIRARDELLI | Lussemburgo | 46 |
Renate GOETSCHL | Austria | 46 |
Uomini, chi sarà il nuovo re?
Il discorso in campo maschile è diverso e va scisso in due parti, soffermandoci sugli addii illustri in questione. Il ruolo di Svindal negli ultimi anni di Coppa del Mondo è assimilabile a quello della Vonn. Non più in grado di competere veramente per il bersaglio generale, ma capace con esperienza e classe di sorprendere fino alla fine nella gara singola. Irridendo quella sorte che gli aveva riservato quattro infortuni devastanti. L’oro in discesa a PyeongChang e l’argento nella stessa disciplina ad Are, otto mesi fa, sono roba per pochissimi e lo testimoniano. Riguardo a Hirscher, il discorso cambia completamente. Padrone di tutto e cannibale della generale negli ultimi otto anni, il salisburghese ha salutato tutti da numero 1, inaugurando la corsa alla sua successione. L’erede dovrebbe uscire da un dualismo, quello tra Alexis Pinturault e Henrik Kristoffersen. Più polivalente il primo, più talentuoso il secondo, entrambi piazzatissimi in carriera (quasi sempre) dietro al fenomeno Marcel. Una sfida equilibrata, sulla carta, con il nostro Dominik Paris a fare da terzo incomodo. A metà tra la classe dei veterani Jansrud e Feuz e quella dei rampanti Schwarz, Noel e Odermatt, per loro è l’occasione è enorme e va sfruttata.
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