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Matteo Berrettini, l'esplosione di un talento in un 2018 che fa ben sperare

Eurosport
DaEurosport

Pubblicato 30/07/2018 alle 14:04 GMT+2

Il 22enne romano, che ha chiuso il 2017 alla posizione 135 del ranking mondiale, oggi è il numero 54: riviviamo la sua scalata in una stagione ricca di prime volte.

Matteo Berrettini - Gstaad 2018

Credit Foto Getty Images

Il 2018 potrebbe essere ricordato come l’anno della rinascita del tennis italiano e Matteo Berrettini è la massima espressione del nostro movimento in prospettiva. Dopo la vittoria nell’ATP 250 di Gstaad, il ragazzo di Roma ha parlato del primo gradino di una lunga scalata. In effetti, la sua ascesa nel 2018 è davvero la migliore notizia per il tennis azzurro, qualcosa in più di una semplice speranza.

Il 2018 delle prime volte

Al termine del 2017 il giovane allenato da Vincenzo Santopadre e Umberto Rianna era il numero 135 del mondo. Da allora ha conquistato in rapida successione:
  • La prima vittoria a livello ATP (Doha)
  • La prima presenza in uno Slam (Australian Open)
  • L'ingresso in Top 100 nel ranking ATP
  • La prima vittoria in un Masters 1000 (Roma)
  • La prima vittoria in uno Slam (Roland Garros)
  • La prima volta al terzo turno in uno Slam (Roland Garros)
  • Il primo quarto, la prima semifinale e la prima finale ATP (Gstaad)
  • Il primo titolo ATP (Gstaad)

Storia

Il ragazzo romano è il più giovane tennista italiano a vincere un torneo ATP dal 1992, da quando Pescosolido a 21 anni e 8 mesi s'impose a Scottsdale: Matteo, a 22 anni e 3 mesi, è il sesto azzurro, dopo Pistolesi, Pescosolido, Panatta, Cancellotti e Canè, che si aggiunge a questa speciale classifica di precocità. Non è finita perché il successo contro Roberto Bautista Agut, numero 17 del ranking, assume diversi significati: l’ultimo italiano a battere un Top 20 in una finale era stato Sanguinetti nel lontano 2002 contro Andy Roddick.
Matteo Berrettini 2018

Servizio e umiltà

Numeri che spiegano molto, ma non tutto. Va sottolineato anche il modo in cui Berrettini ha conquistato la terra battuta di Gstaad: senza aver mai concesso un break in tutto il torneo. Da qui nasce la sua scalata, dal servizio, fondamentale tradizionalmente carente nella scuola italiana. Alleluia. Basti pensare che il classe 1996 ha concesso e annullato 9 palle-break in 49 game di battuta in Svizzera facendo piovere, dall’alto dei suoi 196 centimetri per 90 chili, 54 ace di cui 17 nella finale (13 nel primo set e ben sei solo nel tie-break). Il veterano spagnolo è stato destabilizzato dall’85% di punti vinti con la prima di servizio e dal 74% con la seconda.
Servizio e dritto sono dunque le sue armi principali mentre sul rovescio i margini di miglioramento non mancano. Poi, però, ci vuole la testa: nel tennis non tutti i punti valgono uguali e questa gestione già matura dei momenti chiave non è un caso. È figlia della serietà di Matteo, fratello di Jacopo (che è anche lui un tennista e ha due anni in meno) e fidanzato di Lavinia che era ad applaudirlo dai box della Roy Emerson Arena.
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Matteo Berrettini - Gstaad 2018

Credit Foto Getty Images

L'Italia s'è desta

Matteo Berrettini è diventato il 24esimo azzurro a vincere un torneo ATP nella storia e in una giornata perfetta si è ripetuto anche in doppio, con il primo successo ottenuto in coppia con Daniele Bracciali. Per l’Italia è un momento finalmente positivo dato che quello del romano, che nell’albo d’oro di Gstaad è succeduto a Fognini, è il quinto titolo azzurro del 2018 dopo le doppiette del ligure (San Paolo e Bastad) e di Cecchinato (Budapest e Umago). Anche il palermitano ha rotto il ghiaccio in questa stagione e si è spinto fino alla semifinale del Roland Garros.
Tre di questi cinque successi sono stati raggiunti negli ultimi sette giorni, situazione che ha un solo precedente nella storia del tennis italiano dell'Era Open: il 17 aprile del 1977 Adriano Panatta conquistò Houston, il 24 aprile Paolo Bertolucci vinse il torneo di Firenze mentre Corrado Barazzutti si impose a Charlotte. Tante volte abbiamo invocato la rinascita del nostro movimento, ora possiamo affermare che qualcosa – e aggiungiamo anche il quarto di finale di Camila Giorgi a Wimbledon – si sta muovendo. Berrettini in queste ore deve essere bravo a tapparsi le orecchie: noi, però, crediamo che la sua umiltà possa davvero regalargli un futuro da grande.
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