Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

La terra non mente: Nadal re del rosso in un 2017 che sa tanto di... 2006

Simone Eterno

Aggiornato 24/04/2017 alle 14:47 GMT+2

Atteso come primo banco di prova della stagione sulla terra battuta, da Monte Carlo non arrivano grosse novità: il tennis è infatti fermo a una decade fa, con il recordman Nadal nonostante tutto ancora uomo da battere e con Federer unico fattore verso una Parigi altrimenti nubulosa. Nel mentre i giovani non sfondano (che novità...) e i recenti dominatori latitano.

Nadal - Montecarlo - 2017

Credit Foto Getty Images

da MONTE CARLO – “Se vanno in finale sempre Nadal, Djokovic o Murray vi lamentate. Se va in finale Ramos vi lamentate. Cosa dobbiamo fare?”. Per riservatezza non citeremo il diretto interessato, ma è una voce piuttosto nota del tennis e che certamente avrete sentito. Si esprimeva così, al termine della finale che ha aperto la stagione del rosso e che ha lasciato sfogare il partito degli eterni insoddisfatti. Per alcuni una contestazione piuttosto ragionevole, per altri – come l’amico della citazione in questione – la semplice rivendicazione di un tennis che in qualche modo alla fine le sue “novità” le presenta sempre.
Che il Monte Carlo Rolex Masters 2017 non abbia certo brillato per pathos è però un dato di fatto, come dimostra il climax individuabile maggiormente nel macroscopico abbaglio di Cedric Mourier piuttosto che per quanto espresso da qualsivoglia tennista sul campo. Persino Nadal e la sua Decima, meraviglioso successo di un campione straordinario, sono arrivati come la notizia scontata che tutti attendevano, ridimensionando ingiustamente il traguardo unico di un fenomeno che è stato in grado di vincere il 50% dei suoi 70 titoli ATP in solo 4 località: Monte Carlo appunto (10), poi Barcellona (9), Roma (7) e Parigi (9).
Nadal - Montecarlo - 2017
Casomai a fare rumore dal Principato sono le condizioni dell’ex dominatore del circuito Novak Djokovic, apparsoci sempre più magro e sempre più vulnerabile; e del numero 1 del mondo Andy Murray, lontano una decina d’anni luce dallo stato di forma che nel finale della scorsa stagione gli aveva permesso di scalare la classifica ATP. Dagli altri attesi il nulla o quasi. Mancavano i francesi più rappresentativi, mancavano Kyrgios e Del Potro, hanno steccato i giovani – Zverev ed Edmund stesi senza pietà dal re del quartiere Rafa – è passato per una puntatina Wawrinka, non si è presentato Federer.
In questo quadro di situazione, senza assolutamente voler levare nulla allo stra-meritato e storico successo di Rafa, è evidente come sia ancora Nadal il giocatore destinato a prendersi le copertine senza troppo dover faticare, spinto da una superficie dove resta sempre e comunque l’uomo con cui dover fare i conti e da un rendimento che in fondo lo vede fin qui come il tennista che ha vinto più partite nel 2017: 24-5.
picture

Rafael Nadal, prince de Monte-Carlo

Credit Foto Getty Images

Il quadro del livello generale resta però piuttosto bassino, almeno in questo momento, ed è forse la più plausibile spiegazione a un tennis che sembra essere tornato indietro di 11 anni, quando a vincere Australia, Indian Wells e Miami fu un certo ragazzo svizzero di nome Federer; e quando sulla terra di Monte Carlo dominava di prepotenza un mancino nato a Manacor. Più di una decade dopo siamo ancora qui, vuoi per gli straordinari meriti di questi due fenomeni unici; vuoi anche e soprattutto per un ricambio che evidentemente è venuto meno. Sia più merito del talento dei primi o demerito dei secondi, a voi giudicare.
Fatto sta che le prime indicazioni del rosso non hanno portato assolutamente nulla di nuovo, lasciando il quadro invariato di un pronostico che verso Parigi continua a mantenersi sui livelli nebulosi. Nadal uomo da battere; ma Djokovic e Murray si riprenderanno? Wawrinka scenderà dal letto col piede giusto oppure no? Thiem saprà confermarsi e andare un passo più in là di quanto fatto l’anno scorso? Ma soprattutto Federer avrà dato un’occhiata a quanto successo nel Principato?
picture

Rafa Nadal y Roger Federer

Credit Foto Le Buzz

Lo svizzero resta ancora il fattore più interessante verso il Roland Garros. Perché se è vero che Rafa è l’uomo da battere, nel livello generale fin qui palesatosi, con tutti i limiti che può avere la tattica tennistica del Federer 2017 applicata sul rosso (aggressività, vicinanza alla linea di fondo senza steccare i rimbalzoni della terra e così via dicendo), la sensazione è che lo svizzero possa comunque dire la sua. Sarebbe un peccato decidesse sul serio di rinunciare completamente alla terra parigina. Ne capiremo di più nelle prossime settimane; e nell’attesa non resta che godersi l’altrettanto eterno Rafa, già pronto alla caccia di una nuova Decima nel feudo di casa Barcellona; un torneo che ha intitolato il campo centrale a un atleta presente in tabellone. Miracoli di un’epoca unica nel tennis che ancora si protrae. E che in qualche modo continua a fare, più o meno, notizia.
picture

Rolex Minute: le più belle immagini di un'edizione che ha consacrato Nadal

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità