Lorenzi e Seppi avanti tutta; Vinci, Schiavone e Vanni subito fuori

da MELBOURNE... - Aveva sognato il centrale con Federer… si è dovuto accontentare di una mezz’oretta sul campo due con Thomas Berdych. Si è subito fermata l’avventura di Luca Vanni in questo Australian Open, ma è un peccato che sia durata così poco. Non tanto per l’esito finale – scontato fin dall’inizio, specie con un Berdych che da 10 anni sta lì coi grandi proprio perché capace di battere sempre o quasi quelli sotto di lui – quanto piuttosto per il ‘come’. Vanni si è infatti dovuto arrendere a un problema all’inguine destro avvertito dopo un allungo a metà primo set. L’intervento del fisio, due punti persi al servizio nel secondo set, poi la stretta di mano. A onore di cronaca giusto comunque sottolineare come Berdych si era imposto per 6-1, lasciando a Vanni un punteggio molto severo per quello visto il campo – il toscano aveva retto abbastanza bene nei primi game – e mettendo di fatto in mostra quello che sarebbe comunque stato l’esito finale. Per Vanni comunque un assegno importante e la consapevolezza di aver giocato un gran torneo di qualificazione. In bocca al lupo per il resto della stagione.

Il pericolo era di quelli tangibili, ma per come è andata a finire a Roberta Vinci sa di mezza beffa. Da una parte c’è il grandissimo primo set giocato da Coco Vandeweghe, che in 25 minuti ha spazzato via a suon di vincenti e di servizi il gioco della Vinci; e dall’altra c’è l’occasione sfumata nel secondo, quando dopo un colpo di caldo la tennista americana si è accasciata al suolo sul 40-40 e 2-4 a favore della Vinci. Cos’è successo poi è solo la più classica delle beffe, con la statunitense non solo in grado di tenere il servizio dopo quasi 10 minuti di sospensione, ma di recuperare il break di svantaggio e rientrare in partita. Una reazione che ha sorpreso e anche lasciato un po’ stizzita la Vinci – dal campo l’abbiamo sentita borbottare “stava morendo là dietro” – e che ha riportato la partita sui binari dell’equilibrio. Binari che hanno condotto fino al tie-break meglio interpretato da una Vandeweghe capace di tirare a tutta e prendersi dei rischi che alla fine hanno pagato. Chiuso per 7 punti a 3 l’americana si è gettata al suolo come si solito fanno coloro che vincono il torneo, consapevole di essere riuscita in una piccola impresa. La Vinci invece è uscita molto scusa in volto, probabilmente stizzita da un complesso di cose difficili da digerire: il super primo set, il ritorno quando tutto sembrava perso… e un biglietto di ritorno da prenotare tutto sommato parecchio prima del previsto.

Cala il sipario sul diciassettesimo e ultimo Australian Open della maratoneta del tennis italiano, al 65esimo slam della carriera. Il seeding le aveva regalato la qualificata americana Julia Boserup che è numero 119 WTA… Come pochi giorni fa a Hobart però, la condizione fisica è ancora precaria e la Boserup, che di anni ne ha 11 in meno, è una giocatrice in crescita con un terzo turno nell'ultima edizione di Wimbledon. Vince la statunitense 6-2, 6-4 in 1:14: Francesca dovrà raccogliere le forze per disputare un ultimo romantico Roland Garros su e nell'amata terra.

Poco importa che abbia avuto i primi 2 match-point nel terzo set prima di cedere un parziale al tennista di casa James Duckworth, numero 105 ATP: l’importante era vincere da miglior italiano del seeding (41) e Paolo Lorenzi l’ha fatto in 4 set e 3:15 di gioco. Finale 6-4, 7-6(4), 6-7(3), 7-5 per un giocatore che, all’età di Federer, sta vivendo il momento migliore della sua carriera al quinto successo in un match degli slam. E ora, come una settimana fa a Sydney, c’è il serbo Viktor Troicki che è testa di serie (29) e ha battuto Damir Dzumhur 6-4, 6-4, 2-6, 2-6, 6-3.

A tenere alto l’onore azzurro, oltre a Paolino Lorenzi, anche Andreas Seppi. Segnali e indicazioni molto incoraggianti per Andreas, se non altro dal punto di vista fisico. Impegnato un campo in passato già teatro di battaglie e maratone – Seppi vince qui la sfida di più di 4 ore a Istomin nel 2013 – contro il francese Mathieu si è visto qualcosa di molto simile. Tennis e avversario speculare, parecchio caldo, un gran remare dal fondo. Ad avere la meglio è stato però Andreas, che ha avuto il merito di girare la partita soprattutto nel secondo set. Decisivo infatti è stato il gap scavato con la seconda partita, con un Seppi capace di rientrare dal break subito (3-1) e si vincere poi il set al tie-break, salendo così 2-0 e fornendosi una buon cuscinetto di sicurezza. I due set successivi infatti sono stati entrambi estremamente tirati, ma nonostante il tie-break questa volta sfavorevole nel terzo, Andreas ha avuto il merito di non perdere mai il contatto con la partita nel quarto set e di piazzare il graffio decisivo nell’undicesimo gioco: quello del break finale. Insomma, Seppi è riuscito a regalarsi un secondo turno che contro Kyrgios sarà il remake dell’ottavo di due anni fa (quando l’australiano gli annullò match point e poi vinse al quinto e tiratissimo set). Una bella chance per provare a fare lo scherzetto al decisamente più favorito – questa volta – australiano.