Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Australian Open - Pagellone 2024: Sinner volta la vecchia pagina del tennis italiano. Djokovic schiaffo morale

Simone Eterno

Aggiornato 29/01/2024 alle 14:15 GMT+1

AUSTRALIAN OPEN 2024 - Il consueto pagellone di fine torneo, edizione 2024, ritorna nella formula da 10 a 1. Dal trionfo di Sinner che volta finalmente la vecchia pagina del tennis italiano al primo vero schiaffo morale al regno di Novak Djokovic. Il countdown delle due settimane a Melbourne Park.

Sinner-Medvedev, il match-point in tutte le lingue del mondo

Australian Open 2024 va in archivio con un'edizione destinata a entrare nella storia del tennis italiano. Da Jannik Sinner che trionfa in una finale indimenticabile ad Aryna Sabalenka che vince col sigaro in bocca; dallo schiaffo morale al regno di Djokovic alla favola della qualificata ucraina Yastremska fino al fossato coi coccodrilli di Lorenzo Musetti... Diamo i numeri con il consueto countdown da 10 a 0. Le pagelle - o meglio, il pagellone - di fine torneo.

Voto 10. Jannik Sinner

Ci sono modi e Modi per fare la storia. Jannik Sinner ha deciso di usare la maiuscola. Il trionfo di Jannik all’Australian Open è una gioia perché dopo la Coppa Davis taglia finalmente con un passato troppo impolverato e anche un pizzico stantio; voltando definitivamente pagina nella storia del tennis italiano e iniziando un nuovo capitolo. Un capitolo tutto suo. Un capitolo che parte con una storia che è un trionfo a tutto tondo. Da qualsiasi prospettiva si voglia guardare il successo australiano di Jannik non esistono ombre, ma solo luce. Per il torneo, per il tennista, per l’uomo. Un trionfo su tutta la linea, arrivato per giunta con un cammino sportivo che l’ha visto regolare prima il ‘5’, poi l’imbattibile ‘1’ e infine il camaleontico ‘3’, rimontando alla prima serissima difficoltà del torneo da 2 set a 0 sotto. Se questo è il nuovo inizio, caro Jannik, concedici di essere ottimisti. Di sognare in grande. E grazie. Grazie, perché ne avevamo davvero bisogno.
picture

Jannik il magnifico: rivivi i 10 migliori colpi del torneo di Sinner

Voto 9. Aryna Sabalenka

Gigante in mezzo ai pigmei. O quasi. Sabalenka ha infatti bullizzato un tabellone femminile che ha raccontato tante belle storie sì, ma mostrato anche pochi alti tecnici. Il back-to-back della bielorussa racconta infatti di un torneo vinto senza lasciare un set e con una sola vera partita “tirata”, la semifinale con Gauff. La costanza della Sabalnka dentro gli slam è comunque una buona notizia: l’unica negli ultimi 5 slam – di cui due vinti – almeno in semifinale. Insomma sul fatto che la bielorussa meriti tutti i crismi pochi dubbi. La domanda, casomai, è sulle altre.
picture

Sabalenka domina Zheng: gli highlights della finale in 3'30"

Voto 8. Dayana Yastremska

Started form the bottom now we’re here, suonava un pezzo di Drake che ormai dovremmo iniziare a catalogare tra i ‘classici’. E nessuno, più di Yastremska, per altro cantautrice a tempo perso anche lei, è partita più dal basso in questo torneo. Dal primo turno di qualificazione alla semifinale. Un percorso che nel femminile a Melbourne non si vedeva dal 1978. Nove partite consecutive. Colpaccio assoluto. Se c’è una favola è certamente la sua.
picture

Dayana Yastremska all'Australian Open 2024: dalle qualificazioni alla semifinale

Credit Foto Getty Images

Voto 7. Daniil Medvedev

Daniil Medvedev non ha perso la finale. Ha perso prima. Più di così, nell’ultimo atto con Sinner, non poteva chiedere. Anzi, a volerla dire tutta, la sua personale finale Medvedev l’ha vinta. Perché c’è chi sicuramente si soffermerà su quei due set di vantaggio bruciati come due anni fa con Nadal; ma se in quel caso fu superbia in questo caso c’è il superbo. Superbo è stato il suo trasformismo nei primi due set, superba è stata la capacità di inventarsi un altro tipo di giocatore e sorprendere un Sinner che fin lì aveva dominato il torneo. Se in futuro capirà che quel tipo di tennis visto nei primi due set con Jannik potrà essergli utile per evitare 5 set con Ruusuvuori, 5 set con Hurkacz o 5 set con Zverev, non arrivando così in riserva prima dell’ultima tappa, allora saranno davvero guai.
picture

Daniil Medvedev dopo la finale dell'Australian Open 2024, persa da 2 set di vantaggio avanti come nel 2022 con Nadal

Credit Foto Getty Images

Voto 6. Novak Djokovic

Si è trascinato, con la forza del nome e delle sue imprese, più che col tennis. Ha anche portato via un set in una partita che se sul tabellone non avesse indicato il cognome ‘Djokovic’, probabilmente Sinner avrebbe chiuso ancor più facilmente. Ma il suo Australian Open aveva portato grossi interrogativi già ben prima della semifinale; almeno per tutti quelli che non avevano voluto girare la testa dall’altra parte. Le folli fatiche con Prizmic, poi quelle con Popyrin. La partita con Fritz. L’Australian Open del serbo lo vede per la prima volta sconfitto nell’arena e allo stadio del torneo doveva aveva bullizzato tutto e tutti. Ma c’è di peggio per lui. Per la prima volta anche Nole, come già successo a Roger e Rafa, ha subito quella sorta di schiaffo morale, quel primo segnale che in qualche modo, prima o poi, inevitabile, arriverà anche per lui il passaggio di consegne. Sarà interessante capire la reazione.
picture

La resa di Djokovic: "Una delle mie peggior partite in carriera: Sinner mi ha dominato"

Voto 5. Elena Rybakina

Chiamata a difendere la semifinale dello scorso anno si è fatta fregare da un tie-break infinito e certamente drammatico concluso per 22-20 dalla Blinkova. Uno di quei momenti lì che fanno la storia per gli statistici, ma che non devono levare l’attenzione dal succo della questione: Rybakina aveva iniziato l’anno scherzando la Sabalenka nella finale di Brisbane. Vederla fuori al secondo turno, seppur in maniera rocambolesca, non può non essere una grande delusione. Anche perché quell’avversaria scherzata due settimane prima, ha vinto il torneo col sigaro in bocca.
picture

Blinkova batte Rybakina 22-20: rivivi il meglio del super tie-break dei record

Voto 4. Iga Swiatek

E peggio ha fatto la Swiatek, il cui regno da n°1 pare al momento più un effetto del computer che dei reali valori espressi in campo. Dal trionfo di Parigi in poi a livello slam ha perso ai quarti con Svitolina a Wimbledon, agli ottavi con Ostapenko allo US Open e al terzo turno in questo torneo con Linda Noskova. E per quanto della ceca sentiremo certamente ancora parlare in futuro, il tonfo della Swiatek a Melbourne fa rumore. Sotto pressione, la polacca, si sta dimostrando meno forte di quanto ci aveva fatto credere.
picture

Flop Swiatek, eliminata dalla 19enne Noskova: rivivi il match in 3'

Voto 3. Holger Rune

In panchina ha puntato grosso, con l’accoppiata Becker+Luthi che apriva il suo 2024 con intenzioni a dir poco bellicose. Rune però è stata la grande delusione tra i big più attesi in Australia; e di quel nuovo trittico generazionale che lo vede spesso indicato insieme ai nomi di Sinner e Alcaraz, a questo punto il danese rimane quello più indietro di tutti. Il suo ko al terzo turno con la sorpresa Cazaux è la conferma che non ci sono scorciatoie o bacchette magiche: in panchina possono andare anche i Power Rangers, ma in campo paga solo il tuo lavoro. E la sensazione per Rune, dal punto di vista fisico, è ancora la stessa dell’anno scorso: deve crescere.

Voto 2. Lorenzo Musetti

Male. Male non tanto per la sconfitta con van Assche, ma per le modalità con cui è arrivata. Piantato in campo dietro la scritta Melbourne, Musetti si è messo lì a remare manco fosse la coppia Rossi-Bonomi, che 24 anni fa in terra d’Australia fece cose da ricordare. Quello era canottaggio, ma in fondo ciò che servirebbe al tennis di Musetti può essere legato al mondo acquatico: un bel fossato, coi coccodrilli dentro, un metro dietro la linea di fondo. Così, magari, prende quel coraggio che tante volte si è auspicato e di cui lui per primo ci ha raccontato nelle interviste in sala stampa. Anche perché se così non fosse, con il suo solito passo indietro, a quel punto, si ritroverebbe a nuotare con gli alligatori.
picture

Musetti crolla al 5° set con Van Assche: rivivi il match in 3'

Voto 1. A chi pensa di essere furbo

Leggasi in questo caso gli organizzatori, che lo scorso 3 ottobre 2023 con un bel comunicato stampa ci annunciavano come l'Australian Open 2024 sarebbe passato da 14 giorni a 15 giorni di programmazione. L'intento di cotanta generosità, sempre comunicato alla mano, era il seguente: "L'inizio di domenica aumenta il numero di sessioni dell'AO nelle tre arene principali da 47 a 52. La sessione diurna alla Rod Laver Arena e alla Margaret Court Arena prevederà un minimo di due partite, anziché di tre, per limitare la potenziale conclusione di partite in piena notte". Peccato che non cambiando né l'orario di inizio della sessione serale né il numero di match in notturna - che due erano e due sono rimasti - era chiaro che non sarebbe cambiato nulla. E infatti nulla è cambiato. Lo scorso anno Murray e Kokkinakis chiusero per esempio alle 4:05 del mattino, quest'anno Medvedev e Ruusuvuori hanno chiuso alle 3:40.
Ed è qui, allora, che appare essenziale ricorrere la mitologica figura di Glauco Benetti, che nello spin-off cinematografico di quella serie capolavoro chiamata 'Boris', illustrava agli sceneggiatori i meccanismi alla base del cinepanettone. Ecco, parafrasando un po' Glauco, rispondiamo insieme alla seguente domanda: "se non sono state evitate le cosiddette late finishes, a che cosa serve la sessione extra della prima domenica?"
"A sbijettà, a incassà, a fa i soldi".
Le pagine social: diventa fan di Eurosport I Facebook | Twitter | Instagram | TikTok
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità