I tennisti con il miglior rovescio da Wawrinka a Djokovic: vota il tuo preferito!

Nel tredicesimo appuntamento della nostra rubrica settimanale dedicata al tennis i protagonisti siete voi! Siamo alla ricerca del giocatore ideale tra quelli in attività: dopo il dritto tocca al rovescio, un colpo affascinante che negli anni si è evoluto.

Il rovescio della medaglia - Djokovic e Wawrinka

Credit Foto Eurosport

La rubrica settimanale di Eurosport dedicata al tennis chiede l'intervento di voi utenti per creare il tennista perfetto. Noi cercheremo di fornirvi qualche strumento in più per scegliere, ma la decisione spetta a voi. Avete votato in più di 30mila sul dritto e avete scelto Roger Federer con il 47% delle preferenze. La ricerca del giocatore ideale prosegue con il rovescio. Buon divertimento!

La genesi del rovescio

C’è un colpo che, più di tutti, ha subito nel corso delle decadi i più svariati stravolgimenti, passando da "scudo difensivo" ad arma capace di "rovesciare" le sorti di qualsiasi incontro. Gli inglesi lo chiamano backhand, i francesi revers e per noi italiani è il rovescio. Come tanti gesti del corpo compiuti dal lato sinistro (per i destrorsi, ovviamente), questo colpo ha insito un qualcosa di magico e sicuramente affascinante. Anche agli occhi del più profano, il rovescio è l’intuitivo metodo per riconoscere un giocatore che ha passato un po’ di tempo su un campo da tennis con un maestro. Dal punto di vista tecnico è il colpo che si presta a più varianti, tutte tatticamente valide: il topspin di controllo, il rovescio piatto vincente, il backspin difensivo o per innescare l’attacco a rete, la smorzata. Agli albori del tennis veniva giocato prevalentemente in back (con un taglio cioè dall’alto verso il basso), cosa che garantiva un ottimo controllo della palla ma poca forza offensiva. Negli anni '60 Rod Laver fu uno dei primi big del tennis a esibirsi in rovesci piatti e vincenti.
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Rod Laver

Credit Foto Eurosport

Con un gioco sempre più veloce i tennisti hanno cercato di sviluppare più forza dal loro backhand utilizzando la "frustata" del polso. Altra componente che divenne pian piano imprescindibile nello swing fu il sempre più anticipato timing sulla palla. Jimmy Connors, primo numero 1 del mondo a giocare il bimane, e Bjorn Borg, altro grande precursore del rovescio oggi largamente utilizzato, sono in questo senso esempi perfetti. Da notare la continua ricerca dell'impatto avanzato che costringeva i due a staccare la mano sinistra nel finale del colpo per mantenere l’equilibrio nel busto.
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Il rovescio di Bjorn Borg

Credit Foto Getty Images

Il rovescio a una mano, un colpo in via d'estinzione

Nonostante la soggettività estetica del concetto di bellezza, la domanda è molto semplice: conoscete qualcuno in grado di estasiarsi davanti all’esecuzione, seppur la più perfetta, di un rovescio a due mani? Qualche anno fa abbiamo descritto in tutte le sue sfaccettature il rovescio di Stan Wawrinka, un connubio tra l’esecuzione purissima di un gesto tecnicamente perfetto e la potenza, spesso difficilmente applicabile a un colpo del genere nel complicato panorama del tennis iper-muscolare contemporaneo. Tutto ciò, però, si sta lentamente estinguendo in un processo inesorabile che da quattro decenni prosegue ininterrotto e che ci sta portando a pensare che il rovescio a una mano sia seriamente un colpo destinato all’estinzione.
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Wawrinka, rovescio spettacolare ed esultanza: ancora una volta il suo marchio di fabbrica è vincente

Video credit: Eurosport

Nel nostro studio effettuato il 31 dicembre 2016 abbiamo osservato che tra i primi 100 giocatori del mondo, 82 di questi giocavano il rovescio a due mani e solo 18 utilizzavano una mano. Più o meno la stessa proporzione dei primi 50 al mondo, dove i colpitori a una mano scendevano a 12. Il dato odierno conferma, purtroppo per chi sta scrivendo queste righe e per i puristi, la tendenza.

L'evoluzione del rovescio bimane

Il 1974 fu l’anno della rivoluzione. Il 22enne Jimmy Connors si impose praticamente ovunque e il 18enne Bjorn Borg completò il giro degli Slam al Roland Garros (che vincerà sei volte). Prima di loro, i 106 tornei dello Slam erano stati vinti da uomini col rovescio a una mano, a eccezione di due pionieri australiani negli anni '30: Vivian McGrath e John Bromwich. Oltre a Connors e Borg, in campo femminile fu Chris Evert, vincitrice dei suoi primi due titoli dello Slam grazie al prestigioso double Roland Garros/Wimbledon, a influenzare la generazione dell'epoca e quelle future. Da lì in poi sarà un crescendo in popolarità fino al dominio negli anni ’90 con i tennisti di scuola Bollettieri - André Agassi e Jim Courier su tutti - ai vertici delle classifiche mondiali.
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Connors, Borg ed Evert - La rivoluzione

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Tra il 1973 e il 1996, dei 13 differenti numeri 1 al mondo, ben otto potevano vantare ancora il rovescio a una mano. Nei successivi 20 anni, degli altri 13 numeri 1 che si sono succeduti solo tre vantavano questa caratteristica: Rafter (che fra l’altro è stato numero 1 una sola settimana), Kuerten e Federer. Oggi ci possiamo consolare pensando che tre dei primi 10 al mondo hanno il rovescio a una mano (Thiem, Federer e Tsitsipas) e sei dei primi 20 (si aggiungono Shapovalov, Wawrinka e Dimitrov).
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Tennis, crea il giocatore perfetto

Credit Foto Eurosport

In fondo, nelle scuole tennis i bambini sono più portati a utilizzare le due mani per un colpo che, a differenza del dritto, è molto meno naturale: l'aiuto della seconda mano rende l’esecuzione più semplice grazie all’utilizzo dell’altro braccio per sopperire al deficit di potenza, permettendo soprattutto all’altezza delle spalle una più facile gestione complessiva del movimento.
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Il polso spezzato nel rovescio di Djokovic

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A questo bisogna aggiungere l’avvento di racchette ipertecnologiche, entrate nel mercato negli anni '80, per permettere ai tennisti di sprigionare colpi di maggiore potenza e precisione. Matteo Cirelli di tennis.it spiega come, per assecondare le qualità dei nuovi attrezzi, sia stato inserito nella tecnica di base dei fondamentali da fondocampo un ulteriore elemento, quello del "polso spezzato". Nella foto sopra potete notare che, nella fase precedente all’impatto con la palla, il polso destro di Novak Djokovic porta la testa della racchetta verso il basso, per poi risalire verso l’alto nel momento dell’impatto. Questo movimento fa sì che la palla assuma un esasperato topspin, di gran lunga la rotazione più utilizzata dai tennisti nell’arco di un incontro.

Il rovescio più pesante? È di Sinner!

Un interessante studio di Craig O'Shannessy dell'ATP ci spiega qual è il rovescio più pesante del circuito. Ebbene, l'analisi premia il nostro Jannik Sinner, numero 73 del ranking ATP e vincitore delle Next Gen ATP Finals di Milano. Il movimento del rovescio dell'altoatesino è "fluido come la seta e la palla esplode dalle corde grazie a un tempismo perfetto e un efficiente lavoro di energia cinetica focalizzata sul punto di contatto". Il rovescio di Sinner è il connubio perfetto di spin e potenza. Lo studio evidenzia l'uso del topspin con la media di giri al minuto: indovinate chi comanda la classifica?
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Jannik Sinner

Credit Foto Getty Images

Topspin, media di giri al minuto: la Top 5 dell'ATP
Nell'attuale Top 10 conducono, invece, Gael Monfils (1551), Stefanos Tsitsipas (1280) e Daniil Medvedev (1262). Tra i Big 3 troviamo Rafael Nadal (1252), seguito da Novak Djokovic (1148) e Roger Federer (548). Lo svizzero impiega maggiormente lo slice rispetto agli altri, cosa che riduce il suo punteggio medio complessivo.
Sempre dai dati forniti dall'ATP, rileviamo che Sinner si difende anche nella velocità media del rovescio.
La velocità media del rovescio in miglia orarie: la Top 5 dell'ATP
Dopo il maiorchino c'è Dominic Thiem nell'attuale Top 10 con una velocità media di 67,4 mph, seguito da Djokovic (67,3 mph) e Alexander Zverev (67 mph). Federer è in mezzo alla classifica, con una media di 66,1 mph. A Milano, il rovescio di Sinner ha viaggiato a una media di 75,3 mph: 7,1 mph più velocemente rispetto alla media dei suoi avversari. In particolare, il suo rovescio ha segnato una media di 80,2 mph (129 km/h) nella partita di round robin contro Mikael Ymer. Interessanti, infine, i punti d'impatto dell'altoatesino rispetto ai suoi avversari milanesi (Tiafoe, Ymer, Humbert, Kecmanovic e De Minaur). Jannik ha messo i piedi in campo per colpire il rovescio nel 23% dei casi (quasi il doppio rispetto agli altri) e solo il 13% delle volte è stato costretto a indietreggiare più di due metri oltre la linea di fondo.
Punto d'impatto del rovescioDentro il campoA meno di 2 metri dalla linea di fondoA più di 2 metri dalla linea di fondo
Jannik Sinner23%64%13%
I 5 avversari di Sinner a Milano12%57%31%

Come la pensano i big

Il gioco che vi presentiamo è stato proposto anche ad alcuni dei maggiori esponenti del tennis mondiale. Per Novak Djokovic il miglior rovescio è quello di Andy Murray, mentre per Nadal e Murray la scelta ricade proprio sul serbo. Thiem vota Wawrinka che, lasciando da parte le classiche risposte dettate dal fair play, si autovota a sua volta. D'altronde, alcuni sostengono che quello di Stan The Man sia il colpo più bello del circuito, per eleganza, efficacia e potenza.
Secondo David Nalbandian, ex numero 3 del mondo capace di infliggere qualche delusione a Roger Federer, il gioco dello svizzero è cambiato totalmente (facendo il definitivo salto di qualità) quando ha sistemato il suo fantastico rovescio coperto.

Operazione nostalgia: quel che resta del rovescio a una mano

Richard Gasquet, per anni considerato il maestro del rovescio a una mano, non ha raggiunto i risultati che la sua carriera a livello giovanile lasciava sperare e lo stesso si può dire per Grigor Dimitrov, la cui etichetta di "nuovo Federer" non si è tradotta nei fatti. Se il rovescio a una mano perde inevitabilmente in potenza (sempre che non ti chiami Wawrinka), in generale offre, però, maggiori potenzialità dovute essenzialmente alla possibilità di nascondere meglio l’eventuale variazione di back e di drop shot.
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Thiem, rovescio incrociato terrificante: il punto della svolta nel primo set

Video credit: Eurosport

Ne sa qualcosa Dominic Thiem che a 12 anni passò dal rovescio bimane a quello a una mano, facendolo diventare un colpo unico nel circuito, spesso decisivo. Tra le nuove leve abbiamo Stefanos Tsitsipas, che non ha nel rovescio il colpo migliore ma la cui crescita dipende molto dal perfezionamento di questo fondamentale, e Denis Shapovalov che invece ha nel rovescio mancino la massima espressione del suo talento ma deve migliorare in tutto il resto.
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