Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Jannik Sinner: "Per un giorno vorrei svegliarmi ed essere Roger Federer" - Players' Voice

Eurosport
DaEurosport

Aggiornato 10/05/2022 alle 11:15 GMT+2

TENNIS, PLAYERS' VOICE - A soli 20 anni, dal suo ingresso nel mondo ATP nel 2019, Sinner ha già conquistato 5 titoli e raggiunto le ATP Finals, rompendo il muro della Top 10 e conquistandosi anche 2 quarti di finale slam. In questo nuovo appuntamento esclusivo con Players' Voice tocca a Jannik Sinner raccontarsi sulle colonne di Eurosport: da cosa serve, a potersi svegliare un giorno e...

Jannik Sinner - Players' Voice

Credit Foto Eurosport

A soli 20 anni, Jannik Sinner ha già conquistato risultati piuttosto invidiabili. Da quando ha cominciato il suo viaggio dentro il tour ATP nel 2019, Sinner ha vinto cinque titoli, è entrato nella Top 10 e ha raggiunto due quarti di finale del Grande Slam. In una nuova edizione di Players' Voice, l'attuale numero 13 del mondo condivide il modo in cui crede che il successo lo abbia influenzato, i suoi obiettivi per il 2022 e perché vorrebbe svegliarsi come Roger Federer per un giorno...
Quando mi chiedono “dove vuoi essere a fine anno?”, mi viene sempre da sorridere. Il mondo fuori spesso è diverso da ciò che noi tennisti viviamo, o almeno lo è per me. Non è una questione di ranking. Anzi, non mi piace proprio parlare del ranking perché è una cosa che non ho mai fatto e credo non farò mai. Più che altro mi piace pormi degli obiettivi in un senso più ampio.
Vorrei vedermi ad esempio cresciuto fisicamente, dove so di avere tanto margine. E poi mentalmente. Perché a 20 anni non puoi essere completo. Poi c’è la parte per me più importante di tutte: il tennis.
Se potessi svegliarmi ed essere un altro tennista per un giorno, vorrei essere Roger Federer. Lui sa fare tutto. Ha tutte le soluzioni del mondo in campo. E’ un gioco questo, un’utopia chiaramente, ma credo che come per tutte le cose ci si possa lavorare. Ecco, è più che altro quello il mio obiettivo: diventare un giocatore un po’ diverso, diventare più completo. Che non vuol dire che mi vedrete fare il serve and volley o giocare solo slice; però magari, un giorno, in partita, se ce ne fosse bisogno, vorrei potermi trovare nella situazione di essere pronto, di potermi affidare anche a soluzioni del genere. Insomma, il vero obiettivo è lavorare per diventare più completo, è quello, più che i numeri, ciò che mi piacerebbe essere alla fine dell’anno nella mia ottica di crescita.
picture

Roger Federer al Roland-Garros 2021

Credit Foto Getty Images

Anche perché adesso è tutto diverso. Ma diverso in meglio. Due anni fa, quando arrivavo ai tornei, non conoscevo ancora nulla. Non sapevo cosa sarebbe successo, come sarebbe stato il pubblico, come avrebbe giocato il mio avversario. Quando inizi, non hai mai la sicurezza di avere il livello per stare lì. Mentre adesso la situazione è differente. So che la mia crescita è stata repentina e so benissimo che gli avversari adesso mi conoscono, mi studiano, conoscono la mia tattica e i miei punti di forza. Ma io so quello che due anni fa ancora non sapevo: che possono giocarmela con tutti.
picture

Jannik Sinner ruggisce di gioia per i quarti di finale conquistati all'Australian Open 2022

Credit Foto Getty Images

So anche che questo comporta delle pressioni, soprattutto in Italia, dove c’è grande attesa su di me. La pressione però è un privilegio. Sono io il primo a mettermi pressione. Sono io il primo a voler vincere. Sono io il primo a volere arrivare. Quindi per quanto tutti parlino, per quanto tutti scrivano, non lo sento come un problema. Da un certo punto di vista nemmeno ci faccio caso, dall’altro è inevitabile che ogni tanto qualcosa arrivi. Ma non è un problema, anzi, è parte del gioco. Lo accetto, mi sta bene. E poi la soluzione è semplice: c’è un team che mi tiene su quando le cose non vanno per il meglio.
Io però mi sento uguale a due anni fa. Certo, prima non c’era la fama e fuori dal campo la vita era un’altra cosa. Ma io non sono cambiato. Non mi sento cambiato. Sono lo stesso ragazzo di sempre. So da dove vengo. So chi sono. So chi è la mia famiglia, chi sono i miei genitori, persone che lavorano tutti i giorni. Io ho sempre fatto quello che volevo, sono rimasto me stesso: questa cosa mi ha dato una mano e non è mai cambiata. Quando ho smesso di sciare ad esempio l’ho fatto e mi sono buttato nel tennis. Oggi guardo la vita con la stessa prospettiva, ovvero aver la fortuna di poter fare quello che mi piace.
Quello che è cambiato casomai è nella rubrica del telefono. Arrivano tanti messaggi, ci sono tante cose. Ho imparato che è impossibile stare dietro a tutto, si perdono troppe energie. E dunque non si può non fare un po’ di selezione, tenere vicino davvero solo le persone che per te contano, altrimenti diventa impossibile. La stessa cosa vale per i social, che sto cercando di limitare un po’. Sono importanti, ci devono essere, è evidente che siano parte integrante della vita di uno sportivo, ma davvero le energie sono preziose e starci sopra a lungo costa energie mentali. E nel tennis, le energie mentali sono tutto.
Il lockdown è stata una palestra da questo punto di vista. Dopo due anni difficili le cose stanno migliorando. La gente è tornata a uscire, ai tornei finalmente è tornato il pubblico, che può diventare anche un’arma decisiva dentro una partita. Non sono stati tempi semplici per nessuno e la questione legata all’importanza della salute mentale ad esempio resta un tema importante. Ci sono tanti ragazzi che ancora non si aprono. Con i genitori, con gli amici. C’è ancora tanto da fare da questo punto di vista, ma non solo nel tennis, nella vita più in generale.
Tornando al tennis, con l’inizio della stagione della terra rossa cambiano tante cose. Anzi, cambia un po’ tutto. Qui devi giocare in modo diverso, devi cercare più rotazioni, devi cercare più angoli. Devi servire anche diversamente, perché tirare sempre forte non serve. Io sono contento, perché sento che su questa superficie posso ancora imparare tante cose. Monte Carlo è stato subito un bel banco di prova e non vedo l’ora di ripartire, non vedo l’ora di arrivare a Roma.
Spero di ritrovare quell’atmosfera che avevo trovato anche a Torino, quel tifo lì è davvero speciale. Il pubblico può dare una mano, può anche essere un’arma. E se hai la possibilità, la devi usare. Mi aspettano grandi giornate di tennis. Non so voi, ma io non vedo l’ora.
Segui Jannik Sinner su Instagram (@janniksin) e Twitter (
)
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità