Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto
Opinion
Tennis

Maturità, gratitudine e il no a Sanremo: la conferenza stampa di Jannik Sinner in tre punti

Matteo Zorzoli

Aggiornato 21/02/2024 alle 12:19 GMT+1

TENNIS - L'analisi della conferenza stampa romana di Jannik Sinner tra forma e contenuto: l'azzurro dribbla con classe le costruzioni giornalistiche, parla delle sue imprese usando il plurale (includendo il suo team) ed è promosso a pieni voti per la pacatezza e la maturità con cui affronta ogni domanda

Sinner conferenza stampa

Credit Foto Imago

Esemplare fuori e dentro il campo. Jannik Sinner si presenta alla conferenza stampa fiume nella nuova sede della Federazione italiana tennis e padel a Roma con maglietta bianca, cardigan beige e un sorriso contagioso. Fresco vincitore degli Australian Open, pronto a dare l'assalto alla vetta del tennis mondiale nei prossimi mesi, i giornalisti l'hanno tempestato di domande per quasi un'ora. Abbiamo analizzato l'incontro con la stampa dell'azzurro, isolando tre spunti che raccontano alla perfezione l'uomo Jannik Sinner, ancora prima del tennista.
picture

L'addio a Piatti, le Olimpiadi e il no a Sanremo: rivivi la conferenza di Sinner in 4'

1) Maturità

La crescita tecnico-tattica e la costruzione del campione freddo e cinico sono andate di pari passo con il salto di qualità dal punto di vista comunicativo. Il ragazzino timido e impacciato che 5 anni fa ha preso in mano per la prima volta un microfono dopo il primo successo al Challenger di Bergamo ha lasciato il posto ad un uomo con contenuti ("Social? Li uso poco pochissimo. Non sono la vita reale") e capace di smuovere sentimenti. Jannik si prende pause prima di rispondere, scherza quando la situazione lo consente, è educato e umile, ma non ingenuo. Ha la padronanza di tre lingue (italiano, inglese e tedesco) e la sua sintassi è senza fronzoli. Quando gli viene chiesto perchè non ha festeggiato a casa il trionfo di Melbourne la risposta commuove per semplicità e profondità: "Non sono andato perché avrei tolto l'attenzione in un momento molto difficile. Pochi giorni fa Sesto Pusteria è stato sconvolto da un terribile incidente, due bambini sono morti insieme alla mamma. Il terzo figlio è in ospedale, il papà è rimasto solo. Non sarebbe il caso di fare una festa. Quindi ho preferito fare tutto a Roma". Sipario.
picture

Umiltà Sinner: "Questo Slam un ottimo punto di partenza: devo tutto al mio team"

2) Trappole giornalistiche? No, grazie

Ormai lo sappiamo tutti: oltre ad essere un'eccellenza mondiale con una racchetta in mano, l'azzurro da piccolo è stato anche una promessa dello sci. Pochi sanno fare lo slalom meglio di lui. Anche davanti alle telecamere. Ecco allora che le costruzioni giornalistiche che hanno fatto da sfondo alla celebrazione degli Australian Open crollano in poche parole. Sanremo? Nada, non ci va. "Nei giorni del Festival sarò in campo a prepararmi per i prossimi obiettivi". Amadeus se ne farà una benedetta ragione (Piccolo inciso per chi ha fette di prosciutto sopra gli occhi: partecipare al Festival, al netto del cachet, presuppone preparazione e coinvolgimento emotivo non banali. Non si limita a salire sul palco dell'Ariston per mezz'ora). Residenza a Montecarlo, niente tasse all'Italia? "Quando ho compiuto 18 anni e mi allenavo a Monaco, anche il mio allenatore viveva lì. Quindi mi è sembrato naturale. Lì ci sono tanti giocatori e strutture perfette, onestamente mi sento a casa. Ho una vita normale, posso andare al supermercato con zero problemi. Quindi no, non ho intenzione di spostarmi". Critici della prima ora potete seguire l'esempio di Amadeus, grazie. L’addio allo storico coach Riccardo Piatti e le critiche dell’epoca sulla scelta controcorrente? “Mi sono buttato nel fuoco, a volte nella vita ci vuole coraggio”. Chapeau.
picture

Sinner, il discorso del re: “Auguro a tutti i bambini la libertà di scegliere il futuro"

3) Gratitudine

Come nel discorso in campo davanti ai 15mila della Rod Laver Arena, Jannik non dimentica mai di ringraziare il suo team, Simone Vagnozzi e Darren Cahiill in particolare, usa quasi sempre il "noi" per riferirsi alle "sue" imprese (menzione speciale anche per Alex Vittur, il manager-amico che “conosce da quando ha 13 anni e che consulta ogni volta che ha un problema”), e i suoi genitori (“Sono abituato a non averli sempre con me, quando ero piccolo tornavo a casa da scuola e loro erano al ristorante a lavorare, passavo il mio tempo a giocare e sapevo che loro c'erano. Io li amavo per questo loro senso di responsabilità, mi hanno sempre lasciato fare quello che mi faceva stare bene. Mi dicevano di realizzare i miei sogni qualunque essi fossero, attraverso il lavoro”). Altro elemento fondamentale per la sua crescita è stata la maglia azzurra e la squadra di Coppa Davis, solo due mesi fa lo storico trionfo a Malaga (“Berrettini? Tengo molto a lui e se mi chiederà qualcosa sarò felice di aiutarlo. In Davis sarà importante essere tutti al top, ora abbiamo anche un doppio fortissimo con Vavassori-Bolelli”). Se trovate un difetto al ragazzo, fateci sapere…
picture

Cahill: "Sinner è allenato dal migliore al mondo: Simone Vagnozzi"

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità