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Tennis, il 2020 e una ripartenza difficile: US Open e Roland Garros sperano

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DaEurosport

Pubblicato 09/06/2020 alle 08:18 GMT+2

Nel 21esimo appuntamento della nostra rubrica settimanale dedicata al tennis torniamo a parlare di attualità: si entra nella settimana decisiva per stabilire il destino degli US Open, del tour americano e di tutta la stagione. Tra problematche oggettive e speranze facciamo il punto.

Il rovescio della medaglia - Tennis stagione 2020

Credit Foto Eurosport

Dopo tante puntate dedicate alla storia del tennis, in questo appuntamento torniamo a parlare di attualità: si entra nella settimana decisiva per stabilire il destino degli US Open, del tour americano e di conseguenza di tutto quel che rimane della stagione 2020.

Cosa frena la ripartenza

La voglia di ripartire dopo la lunga pausa imposta dal Covid-19 è tanta sia da parte dei protagonisti del circuito che da parte degli addetti ai lavori, ma bisogna per forza scontrarsi con le problematiche oggettive di uno sport come il tennis. A livello di gioco non c'è nessun impedimento reale: due giocatori separati da una rete in caso di singolare (ma anche il doppio non sarebbe un grande ostacolo), giudici di linea/sedia (a Coblenza, in Germania, hanno giocato un torneo esibizione solo con il giudice di sedia) e il gioco è fatto.
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Insomma, come dimostrano questi antipasti di tennis giocato, si potrebbe riprendere con le dovute precauzioni: fare a meno dei raccattapalle, far gestire autonomamente ai giocatori l'asciugamano e le borracce, disinfettare i campi e le strutture e giocare naturalmente a porte chiuse. Se uno sport di contatto come il calcio sta ripartendo quasi ovunque, perché dunque non dare il via libera al tennis? La risposta è legata agli spostamenti di uno sport itinerante come pochi altri. Lo scenario cambia, infatti, se si parla di grandi tornei, dove in palio ci sono soldi, trofei, ranking e prestigio.
Forse non dovrei parlarne, ma dovremmo dormire in hotel vicini all’aeroporto e dovremmo essere testati due o tre volte alla settimana. Potremo essere accompagnati da una sola persona. È semplicemente impossibile, è un protocollo estremo. Devi prendere in considerazione anche allenatori, preparatori atletici e fisioterapisti. Mi sembra tutto molto complicato. Capisco comunque queste misure, perché ci sono enormi problemi finanziari e contrattuali nell’organizzazione degli US Open che spingono a far giocare il torneo. Vedremo cosa accadrà [Novak Djokovic]
La preoccupazione di Novak Djokovic, molto attivo a parole negli ultimi tempi, è condivisibile. Come si può chiedere a un giocatore di alto livello di presentarsi con una sola persona? Pensiamo un attimo a uno Slam: ci sono 128 tennisti in tabellone nel singolare maschile, altrettanti nel femminile. Siamo a 256 tennisti solo nei tornei di singolare: a questi vanno sommati quelli che prendono parte alle qualificazioni. Senza considerare doppi, tornei juniores, tornei per disabili e tornei delle leggende. Il totale va moltiplicato per i componenti dello staff di ogni tennista. Arriviamo a cifre vertiginose che prestano il fianco al virus e a tutti i rischi della pandemia.
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US Open a forte rischio, per il Roland Garros si può sperare

Il circuito è ufficialmente fermo fino al 31 luglio e a Flushing Meadows sperano si possa regolarmente disputare a fine estate lo Slam americano, previsto dal 24 agosto al 13 settembre. Economicamente ballano parecchi quattrini per cercare fino in fondo di aprire le danze, ma proprio gli US Open sono la chiave di tutto. La USTA ha già annunciato di voler ridurre il prize money, cosa presa non bene dai giocatori. Inoltre, la situazione negli Stati Uniti, sia dal punto di vista dei contagi e dei morti (primo Paese al mondo come malati e vittime), sia dal punto di vista della sicurezza (sommosse dopo l'uccisione di George Floyd) non fa che aumentare a dismisura l’incertezza. Se salta la stagione americana (oltre agli US Open dunque anche Cincinnati e Toronto) il 2020 sarebbe a serio rischio.
Per me, sarà molto difficile viaggiare e giocare senza un vaccino. L’organizzazione fa tutto ciò che è umanamente possibile per giocare, ma il fatto che si tratti di uno sport mondiale complica tutto. Se si disputeranno gli US Open, allora toccherà poi anche ad altri tornei [Micky Lawler, presidente WTA]
Il protocollo in ogni caso andrà rivisto, anche solo per salvare il salvabile e ripartire dall'Europa - più avanti rispetto agli USA nella lotta alla pandemia - con una mini stagione sul rosso in cui spiccherebbero gli Internazionali d'Italia (a settembre) e il Roland Garros (dal 20 settembre al 4 ottobre ma il torneo potrebbe anche slittare di una settimana). Ne è convinto Bernard Giudicelli, il presidente della Federazione francese di tennis, che ha assicurato che a Parigi si giocherà in una diretta su Twitch con Gael Monfils.
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La settimana decisiva

L'ora X si avvicina. L'ATP ha convocato i giocatori in una videoconferenza il 10 giugno alle 16.00 (ora italiana) per informarli della decisione che è stata presa per il prossimo futuro. Se i giocatori riceveranno le prime notizie il 10 giugno, per il 15 è prevista una comunicazione ufficiale dall’ATP. E il 18 giugno dovrebbe essere la volta degli allenatori, chiamati a discutere le condizioni per la ripresa.
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US Open

Credit Foto Getty Images

L’idea della USTA è riunire i giocatori in un posto per più di un mese per facilitare gli aspetti legati alle quarantene e limitare i viaggi. In questo modo Cincinnati, che si svolge al Lindner Family Tennis Center di Mason (Ohio) potrebbe rimanere nelle date previste, vale a dire dal 17 al 23 agosto, e dunque evitare il rischio dell’annullamento, proprio come gli US Open. Prima di Cincinnati ci sarebbe in programma il Masters 1000 di Toronto, mentre il corrispettivo femminile, cioè il WTA Premier 5 di Montreal è già stato cancellato perché il Quebec ha proibito tutti i grandi avvenimenti culturali e sportivi fino al 31 agosto. Quest'ultima, però, è l'ipotesi più ottimistica e profuma d'utopia. La realtà è che il 2020 del tennis resta appeso a un filo.
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