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Tennis, il rovescio della medaglia: Diego Schwartzman
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Pubblicato 27/10/2020 alle 15:22 GMT+1
Nel 25esimo appuntamento della nostra rubrica dedicata al tennis, il protagonista è El Peque che nel 2020 ha giocato a un livello mai raggiunto nella sua carriera.
Rovescio della medaglia - Schwartzman
Credit Foto Eurosport
Il 2020 continua a essere un anno molto particolare per il mondo dello sport e il tennis non fa eccezione. C'è, però, chi è riuscito ugualmente a trovare costanza, continuità di rendimento, risultati ed exploit meritevoli di attenzione. Il protagonista del 25esimo appuntamento del rovescio della medaglia è Diego Sebastián Schwartzman.
Il 2020 di Schwartzman
Se partiamo dalla fine ci accorgiamo subito che, da quando il tennis ha riaperto i battenti dopo la pausa forzata dal coronavirus, l'argentino ha giocato il miglior tennis della sua carriera:
La crescita di Schwartzman è stata progressiva e l'ultimo weekend è solo l'ennesima conferma: contro Alex Zverev è arrivata la terza finale della stagione dopo Cordoba e Roma, la decima della sua carriera. Il tedesco si è dimostrato superiore a Colonia, così come Christian Garin in Argentina e Djokovic agli Internazionali d'Italia. Resta, però, il percorso del Peque che in Germania si è arrampicato fino all'ultimo atto salvando otto palle-break su 11 e convertendone quattro su cinque contro Auger-Aliassime in semifinale. Similmente rimangono impresse nella mente degli appassionati la partita della vita dell'argentino contro Nadal a Roma, a rompere un tabù da nove sconfitte su nove, e la straordinaria battaglia di 5 ore e 10 minuti con Thiem sul Philippe Chatrier di Parigi.
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Schwartzman domina Thiem: rivivi la maratona in 180 secondi
Video credit: WSC
Il rammarico? Le finali perse
Schwartzman, dinnanzi al mancino di Manacor, si è sbloccato anche mentalmente: prima del sacco di Romaaveva perso 22 volte contro i Top 5 del ranking ATP. Ce l'ha fatta nel modo più esaltante per un terraiolo, prevalendo negli scambi sopra i cinque colpi - con 49 punti vinti a 31 - sul re indiscusso di questa superficie che si sarebbe preso la rivincita nella sua Parigi. El Peque in finale si è arreso sette volte a fronte di tre titoli conquistati:
Questi sono i trionfi ottenuti fin qui dal classe 1992 (curiosamente è nato il 16 agosto, un giorno fortunato per il tennis se pensiamo a Jannik Sinner...). Ma da dove nasce la forza di Schwartzman - alto 170 centimetri per 64 kg - capace di imporsi in un tennis sempre più brutale e dominato dalla forza fisica?
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Diego Schwartzman batte Alexander Zverev 3-6, 6-2, 6-4, 6-3: argentino ai quarti di finale contro il vincente di Cilic-Nadal
Credit Foto Getty Images
Il treno della vita
Il bisnonno materno, ebreo che viveva in Polonia, riuscì a scappare dal convoglio che lo stava trasportando verso un campo di concentramento per un puro colpo di fortuna: durante il tragitto, si ruppe uno dei ganci tra i vagoni e una parte del treno si staccò. In tanti si liberarono saltando su un altro treno, quello della vita. Il bisnonno portò quindi la sua famiglia in Argentina, lontano dall’Europa in fiamme. La famiglia del padre, invece, era di origini russe e anche loro decisero di costruire una nuova esistenza in Argentina. Le cose giravano per il verso giusto e la scelta di aprire un'azienda che realizzava abbigliamento e gioielli si rivelò felice. Gli Schwartzman scoprirono la ricchezza, con una casa a Buenos Aires, una fuori dalla capitale, un'altra in Uruguay e auto in abbondanza.
Poi, però, arrivò la crisi economica a ribaltare tutto, di nuovo. Lo stesso Diego Schwartzman ha raccontato più volte alla stampa argentina del periodo in cui "non c'era da mangiare", dei pessimi rapporti tra i suoi genitori, dell'appartamento di proprietà venduto dieci giorni prima che lui nascesse per far fronte ai debiti contratti e sopravvivere. I genitori lo chiamarono così in onore di Maradona e la scelta fu tra calcio e tennis: d'altronde, il talento con il pallone non gli manca - è un grande tifoso del Boca Juniors - e si vede ancora oggi...
I sacrifici di una madre
Il sogno di Diego era il tennis e mamma Silvana è tosta: realizzava bracciali di gomma con brand (senza alcun permesso) e li vendeva durante le partite di suo figlio. Quei soldi servivano a finanziare la sua passione, coprendo i costi dei vari viaggi per i tornei. "Erano due competizioni in una", ha raccontato Schwartzman al sito dell'ATP. A 13 anni un dottore gli disse che non sarebbe mai diventato più alto di un metro e 70. Quel giorno pensò di lasciare il tennis, ma poi capì che l'altezza non era un limite se compensata con lavoro e talento. Anche oggi El Peque ci scherza su...
L'altezza? Non esistono limiti se combatti
Agli US Open del 2017, è diventato il giocatore più basso a raggiungere i quarti di finale in uno Slam dai tempi del peruviano Jaime Yzaga sempre a New York nel 1994. Nella vita di Diego c’è, infine, la fidanzata Eugenia De Martino, modella argentina. Lui ora è il numero 9 del mondo ma per lei è il numero 1.
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