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La corsa di Venus Williams si ferma sul più bello: la finale è Stephens-Keys

Simone Eterno

Aggiornato 08/09/2017 alle 05:30 GMT+2

La Stephens, fino a 5 mesi fa nemmeno in grado di camminare a causa di una frattura da stress al piede, vola in finale dello US Open 2017 mettendo così fine alla grande stagione di Venus Williams. Match dall'andamento "pazzo", con la Stephens che si impone per 6-1, 0-6, 7-5. Nella seconda semifinale dominio clamoroso della Keys, che pialla Vandeweghe 6-1, 6-2. US Open avrà una vincitrice inedita.

Madison Keys - US Open 2017.

Credit Foto Getty Images

Stephens b. Venus Williams 6-1, 0-6, 7-5

da NEW YORK – Cinque mesi fa le condizioni fisiche di Sloane Stephens erano quelle del tweet qui in basso: un tutore le teneva ferma la gamba poiché a causa di una frattura da stress non poteva appoggiare il piede a terra.
Oggi, a 24 anni, quattro dopo la prima e unica semifinale slam della carriera (Aus Open 2013), la Stephens fa saltare il banco della favorita Venus Williams e si garantisce la finale dello US Open 2017.
Una finale chiaramente che più “a sorpresa” di così era difficile definire, se non altro a inizio torneo, quando le ambizioni di Sloane, dopo due ottime semifinali a Toronto e Cincinnati, erano più che altro quelle di arrivare alla seconda settimana per mettere in cascina punti preziosi in termini di ranking protetto. E invece la Stephens è andata dritta per la sua strada mettendo all’angolo una dietro l’altra Vinci, Cibulkova, Barty, Goerges, Sevastova e appunto Venus stasera, dimostrando che gli exploit dell’estate americana non erano stati per nulla casuali.
Una partita dall’andamento scorbutico e senza dubbio piuttosto pazzo la prima semifinale, che in piena salsa WTA ha fatto vedere tutto e il contrario di tutto. Venus Williams, ad esempio, è scesa in campo con 30 minuti di ritardo, lasciando all’avversaria il primo set per 6-1 senza mettere in campo, in soldoni, nemmeno una pallina. Poi però 2 palle break della Stephens nel primo game del secondo set hanno dato una svegliata a Venus, che da quel momento ha piazzato il parzialone: chance annullate all’avversaria e uno, due, tre, quattro, cinque e sei giochi consecutivi.
La partita più “reale” è stata dunque nel terzo set, dove entrambe hanno fatto vedere del buon tennis, ma dove a prevalere sostanzialmente sono stati gli errori. Tra break e controbreak sono andata avanti i turni di servizio fino al 4-4, quando finalmente, entrambe, hanno alzato il livello di pathos e di rendimento. Un finale di partita dove la Stephens, trovatasi a due punti dal ko, si è particolarmente scatenata, trovando passanti, recuperi e vincenti, e giocando proprio lì il miglior tennis del suo torneo. Si è palesato così il break a zero nell’undicesimo game che ha poi consentito a Sloane di chiudere senza più tremare al servizio e portare così la doppia beffa in casa Williams: Venus vede così sfuggire il sogno di tornare in finale a vent’anni dalla prima volta… mentre Serena, in questo momento fuori per la nota maternità, si vede rubare il posto in classifica WTA: il successo vale alla Stephens il virtuale numero 21, quello di Serena fino alla stretta di mano di Sloane con sua sorella maggiore.

Keys b. Vandeweghe 6-1, 6-2

La seconda semifinale, invece, sostanzialmente, non è nemmeno iniziata. Madison Keys infatti ha spazzato via con tutto il suo strapotere una Vandeweghe incapace di portarle alcun minimo fastidio. E dire che tutto sommato qualche settimana fa sia nella finale di Stanford che nel primo turno di Cincinnati, quando le due si erano incontrate per la prima volta, la Keys aveva sì vinto, ma di certo con più fastidi. Questa volta invece la classe ’95 ha veramente stra-dominato il match, come dimostra il clamoroso 5-0 scritto dopo soli 13 minuti di partita.
Libera di colpire quasi sempre da ferma, la Keys è stata devastante e Vandeweghe non è nemmeno riuscita a entrare in partita. Il match si è concluso con un clamoroso 6-1, 6-2 in poco più di un’oretta… E se non fosse stato per il medical timeout chiamato dalla Keys sul 6-1, 4-1 probabilmente sarebbe anche finita sotto l’ora.
Keys che dunque conferma il suo incredibile momento di forma, salendo a 12-1 da Wimbledon in poi e trovando così il pass per la finale con la Stephens che regalerà due certezze: l’incrocio tra due giocatrici che in fondo hanno fatto meglio di tutte quest’estate sul cemento americano; e la certezza che dopo la sfida Venus-Serena in Australia, il 2017 terminerà con una nuova vincitrice slam. E poi, piuttosto chiaramente, l’evidenza dei fatti: salute permettendo, gli Stati Uniti hanno il ricambio generazionale già pronto.
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