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US Open: Matteo Berrettini, le caratteristiche che lo rendono unico

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DaEurosport

Aggiornato 05/09/2019 alle 20:46 GMT+2

Andiamo a scoprire, tra doti tecniche e fisiche e un repertorio vasto in continuo miglioramento, l'eccezionalità di Matteo Berrettini nel panorama tennistico italiano. La semifinale contro Rafael Nadal, in programma venerdì 6 settembre non prima delle 23.30, verrà trasmessa da Eurosport. Il Live-Streaming sarà disponibile su Eurosport Player ed Eurosport vi offrirà online la diretta scritta.

L'urlo di gioia di Matteo Berrettini dopo la vittoria contro Monfils che gli ha permesso di conquistare la semifinale degli US Open

Credit Foto Getty Images

L’Italia del tennis è andata a dormire con Matteo Berrettini in semifinale agli US Open e il risveglio è ancora più dolce, perché all’euforia del momento si aggiunge la consapevolezza della portata di questa impresa. Vedere un italiano tra i primi quattro di uno Slam non capita tutti i giorni: il 23enne romano è il quarto nell’era Open a riuscirci dopo Adriano Panatta (Roland Garros 1973, 1975 e 1976), Corrado Barazzutti (US Open 1977 e Roland Garros 1978) e Marco Cecchinato, sempre al Roland Garros, lo scorso anno.

Roma e la terra battuta: l'eredità della sua formazione di base

Cosa accomuna i suoi predecessori? La superficie e quella di Barazzutti di 42 anni fa non è un'eccezione perché a Forest Hills cambiava il colore (verde) ma sempre su terra si giocava prima del trasferimento, un anno più tardi, a Flushing Meadows. Già questo è un primo indizio circa l’eccezionalità di Matteo Berrettini nel panorama tennistico nostrano. Matteo è figlio della terra battuta, guidato da Raoul Pietrangeli prima e, da quando aveva 13 anni, da Vincenzo Santopadre, un coach ma anche un punto di riferimento costante. Dal rosso Berrettini impara le doti da "regolarista" e la fantasia tipica di noi italiani, vale a dire quelle variazioni che hanno reso celebri i nostri migliori esponenti del passato. Da Pietrangeli a Panatta, Roma diventa l’anello di congiunzione ma lo stesso Adriano, quando Matteo aveva 16 anni, vede in lui qualcosa di diverso: "Un giorno servirai a 220 all’ora".

Il fisico e il servizio: i doni che ha saputo coltivare

La profezia era figlia di quel fisico da giocatore americano: 196 centimetri per 90 chilogrammi, un dono di madre natura. I doni, però, bisogna saperli coltivare perché di prototipi alla John Isner – servizio e dritto – è pieno il circuito e non sono merce rara. Su quel corpo, agli inizi, non è semplice lavorare: da ragazzino Matteo non passa mai un test atletico per la disperazione del suo preparatore, Roberto Squadrone. Oggi, invece, Berrettini abbina alle sue doti naturali una mobilità che fa invidia ai lungagnoni americani e non. Il suo colpo naturale è il dritto, ma il servizio non lo era. Su questo fondamentale ci lavora moltissimo e, considerata la sua abilità sia nel mantenere alte percentuali che nel variarlo, noi italiani ci lustriamo gli occhi. Ai bambini, nelle nostre scuole tennis, i maestri sono soliti insegnare la meccanica del servizio negli ultimi dieci minuti di lezione, quando chi deve apprendere è stanco. Il movimento richiede cura e applicazione, e Berrettini oggi può già dire di aver vinto due dei suoi tre titoli ATP senza mai concedere un break, sulla terra di Gstaad così come sull’erba di Stoccarda.
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Matteo Berrettini esulta per la vittoria a Stoccarda: col successo in Germania è diventato l'italiano più giovane a vincere tre titoli ATP, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Un tennista completo in una sintesi da perfezionare

Se il cross stretto di dritto è diventato un marchio di fabbrica dell’azzurro, non sono sfuggiti agli appassionati i suoi miglioramenti sul rovescio e, in particolare, l’utilizzo del back. Berrettini non colpisce solo piatto, ma sa lavorare la palla, usa lo slice ed estrae dal cilindro la palla corta, senza abusarne. Non scende spesso a rete, ma non è allergico alla volée. Questa varietà di colpi e soluzioni ne fanno un tennista completo in una sintesi da perfezionare e ci mancherebbe, a 23 anni. Per questo, la sua attitudine alle diverse superfici è stata così rapida. Nell’intervista ai nostri microfoni dopo il primo turno con Gasquet, Berrettini ha affermato:
Sono contento per la mia prima vittoria sul cemento. È una superficie che ancora non sento mia, ma d’altronde fino a un anno fa non sapevo nemmeno cosa fosse l’erba e invece… [Berrettini dopo il successo al primo turno contro Gasquet]

L'intelligenza tattica

E invece ha trionfato a Stoccarda ed è arrivato agli ottavi di Wimbledon per poi "scoprire" il veloce. Non aveva mai vinto un match sul duro, né negli Slam né nei Masters 1000, e ora è il primo italiano a raggiungere una semifinale in un major su questa superficie. Ciò non sarebbe stato possibile senza la sua forza mentale e un atteggiamento positivo nello stare in campo. Sotto di un set e sulla palla del 3-0 Monfils nel secondo parziale, Matteo indicava la sua testa perché non riusciva a esprimere il suo tennis. Ha ribaltato la partita aggredendola: questo serviva in quel momento, mentre con Rublev occorreva tirare palle scariche per non consentire al russo di appoggiarsi e di ingaggiare il braccio di ferro da fondo sfruttando la potenza della pallina (vero, Kyrgios?).

La forza mentale

Questa si chiama intelligenza tattica e, nel suo caso, va di pari passo con una maturità sorprendente. Il contro-break del 6-6 di Rublev non gli ha impedito di far suo il match al tie-break e i quattro match-point falliti contro Monfils (il primo con un doppio fallo) non l’hanno demoralizzato. Stefano Massari, suo mental coach da sei anni con cui non parla solo di tennis ma anche di cinema (in particolare di Tarantino) e di letteratura, l’ha aiutato a imparare dai suoi errori. Per una sconfitta come quella di Wimbledon due anni fa si sarebbe chiuso in casa per un paio di giorni, mentre la lezione di Federer è stata affrontata con ironia da Matteo, ragazzo umile con una buona cultura di base. Una rarità per i suoi coetanei, un trampolino per diventare vincenti e il motivo che ci rende ancor più orgogliosi di lui.

Berrettini-Nadal: in diretta TV in esclusiva su Eurosport e LIVE-Streaming su Eurosport Player!

Venerdì 6 settembre 2019, il match di semifinale del tabellone maschile degli US Open 2019, Berrettini-Nadal, sarà trasmesso in tv su Eurosport 1. La sfida tra l'azzurro e il francese, che avrà inizio non prima delle 23.30 italiane, sarà visibile sulla piattaforma pay-per-view di Sky, canale 210 e su DAZN. Berrettini-Nadal sarà disponibile in Live-Streaming su Eurosport Player, disponibile su smart tv e su tutti i tuoi device mobile.
  • Ecco come guardare la semifinale degli US Open 2019 tra Berrettini e Nadal:
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