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Tennis, giorni di rivoluzione: a Wimbledon ci sarà il tie-break nel quinto set

Fabio Disingrini

Aggiornato 19/10/2018 alle 14:13 GMT+2

La notizia tuona da Londra: Wimbledon apre al tie-break sul 12-12 del quinto set. Dopo la riforma della Coppa Davis, un altro colpo inflitto ai puristi del tennis e proprio dal suo tempio.

Nicolas Mahut e John Isner - Wimbledon 2010

Credit Foto Eurosport

Avete presente quell'incredibile 70–68 di Isner-Mahut a Wimbledon, The Endless Match, 11 ore e 5 minuti in tre giorni, dal 22 al 24 giugno 2010, 183 game, 216 ace? Vi ricordate la finale di un anno prima, quando Roger Federer trionfò per la sesta volta a Wimbledon battendo Roddick 16-14? E l'ultima semifinale vinta da Kavin Anderson, contro il "solito" Isner, 26-24? Sono record bellissimi e destinati a non avere repliche perché il torneo di tennis più famoso del mondo apre al tie-break, ma solo sul 12-12 del set decisivo. Perciò niente paura: certe leggendarie finali come Nadal-Federer 2008 (9-7) o Borg-McEnroe 1980 (8-6) o un match come quello fra Djokovic e Nadal dello scorso luglio (10-8) potrebbero ritrovare un altro magnifico scenario anche sulla sacra erba di Wimbledon.
L'oltranza al quinto set s'attesta intorno al 3% annuale visto che dal 2010 a oggi, in 35 slam per un totale di 4.445 partite, solo 139 sono arrivate 6-6 al quinto, ovvero il 3,12%. Le sue roccaforti sono adesso gli Australian Open - ma la finale più bella di Melbourne è finita "sul gong" quando Djokovic, nel 2012, ha piegato Nadal 7-5 - e il Roland Garros. A Parigi, solo René Lacoste due volte negli anni Venti e Gaston Gaudio nel 2004, per battere Coria 8-6 in un epilogo tutto argentino, "sono andati oltre" in finale. L'anno dopo è iniziata l'epopea rossa di Rafa Nadal e il Roland Garros non bisognerà di riforme finchè calcherà il Philippe Chatrier.
La decisione è stata annunciata direttamente dall'All England Lawn Tennis Club e riguarda tutti i match, non solo quelli maschili al meglio dei cinque, fatta eccezione per i tornei Wheelchair, che hanno già il tie-break al terzo set. Una nuova soluzione di compromesso, perché prevista sul 12-12, ma destinata comunque a diventare una regola divisiva: per chi da tempo maldigerisce le sfide da elmetto tra big-server e chi, già dalle Next Gen Series e specialmente sulla riforma di Coppa Davis, ha già espresso un netto ostracismo.
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Novak Djokovic e Rafael Nadal dopo la semifinale di Wimbledon 2018

Credit Foto Getty Images

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