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Basket, Eurolega: Stanchezza, assenze e panchina: cosa cela il tonfo di Milano a Kazan?

Daniele Fantini

Aggiornato 18/11/2021 alle 12:48 GMT+1

BASKET, EUROLEGA - L'AX Armani Exchange Milano non subiva una sconfitta così pesante in Eurolega dal primo anno di Simone Pianigiani. Che cosa si nasconde dietro il crollo di Kazan? Analizziamo la situazione esaminando i fattori relativi a stanchezza, assenze, scarsa profondità della panchina e mancanza di playmaking. Con un occhio doveroso anche alle qualità dell'avversario.

Kaleb Tarczewski, Jarrell Brantley, Devon Hall, Unics Kazan-AX Armani Exchange Milano, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

-15 nelle Top16 del 2012, toccando il minimo storico di punti realizzati in Eurolega (44). -21 con 100 punti subìti nella regular season del 2016. -23 casalingo nell'ultima gara di quella stessa stagione, naufragata fino all'ultimo posto in classifica (8-22). -26 con altri 97 subìti nella prima dal ritorno dell'Unics in Eurolega, la peggiore in termini puramente numerici. Tre settimane dopo aver sfatato il tabù Stella Rossa, l'Olimpia sembra aver assorbito una nuova maledizione. Quella dell'Unics Kazan.
  • L'head to head tra Unics Kazan e Olimpia Milano nell'Eurolega moderna
StagioneCasaOspiteRisultatoDifferenza
2021-22UnicsOlimpia97-71-26
2016-17OlimpiaUnics68-91-23
2016-17UnicsOlimpia100-79-21
2011-12OlimpiaUnics63-58+5
2011-12UnicsOlimpia59-44-15
Milano non incassava una sconfitta così pesante in Eurolega dal 2017-18, quando sprofondò sul -26 contro il CSKA Mosca e sul -32 contro lo Zalgiris Kaunas. Era il primo anno di Simone Pianigiani, con una squadra distante anni luce per vissuto, filosofia e sistema da quella costruita da Ettore Messina nelle ultime due stagioni. E allora, come spiegare il clamoroso ko di Kazan?

Calendario, trasferte e voli infiniti: la stanchezza si sente

Partiamo dall'ovvio. "Non abbiamo avuto abbastanza energia fin dal primo minuto", ha detto il coach a fine partita. In realtà Milano ha approcciato bene la gara, e se non fosse stata per quella scarica di canestri inventati da John Brown, sarebbe probabilmente riuscita a incanalarla su binari buoni, potendola poi controllare a livello di ritmo e sul piano psicologico. Quello che non ha saputo fare, piuttosto, è stato riuscire a pareggiare il livello di intensità quando Kazan ha preso fiducia con quella mitragliata di triple di OJ Mayo e Isaiah Canaan. E allora sì. Anche se siamo soltanto a metà novembre, la squadra potrebbe essere leggermente stanca. Sia per i tanti impegni ravvicinati degli ultimi giorni, sia per i viaggi che tolgono continuità al lavoro quotidiano in palestra. Venerdì a Istanbul, domenica a Milano, mercoledì a Kazan, venerdì a San Pietroburgo e domenica ancora a Milano. Già leggerlo sembra impegnativo. Farlo, dovendo giocare ogni sera, dev'essere massacrante. Per intenderci, sono circa 8.200 km di voli in una settimana.
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Gigi Datome in azione contro Dmitrii Uzinskii, Unics Kazan-AX Armani Exchange Milano, Eurolega 2021-22

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Oltre i soliti noti: lo scarso impatto della panchina

Ma la stanchezza aumenta se, e soprattutto, la rotazione di base tende a essere ristretta a 7-8 elementi, come sta ormai accadendo in maniera sistematica da diverse settimane, post-infortunio di Malcolm Delaney. La trasferta di Kazan ha evidenziato le lacune di una panchina che non ha ancora la profondità e la fiducia necessaria per puntellare eventuali mancanze dei titolari. Se il core fatica, come successo in Russia, le seconde linee hanno poco da fornire alla causa. Kaleb Tarczewski è tornato a pasticciare dopo aver vissuto un buon periodo nelle ultime uscite. Pippo Ricci non ha saputo dare la sua solita scintilla. Troy Daniels e Jerian Grant, nonostante qualche exploit in campionato, non hanno ancora trovato la loro collocazione all'interno del sistema a livello di Eurolega. E questi due elementi, al momento, sono forse quelli più preoccupanti, per le attese, l'importanza nello scacchiere e la qualità dei giocatori in generale.
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Troy Daniels contro Tonye Jekiri, Unics Kazan-AX Armani Exchange Milano, Eurolega 2021-22

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Malcolm Delaney cercasi: serve il ritorno di un vero playmaker

Terzo fattore, già toccato nel paragrafo precedente, la mancanza di playmaking che si protrae ormai da quasi un mese con la permanenza ai box di Delaney. La sua assenza è stata tamponata in maniera egregia da Devon Hall dopo la trasferta di Monaco, ma, sul lungo periodo, è naturale che possano emergere crepe nella struttura, specialmente se Sergio Rodriguez ha scarso impatto nel vivacizzare la partita dalla panchina. A Kazan, l'Olimpia ha giocato fuori ritmo, subendo quello scatenato degli avversari, e non ha avuto qualità di gioco sul perimetro, spegnendosi su un modesto 8/27 dall'arco. Sono numeri molto negativi per una squadra che si presentava alla partita al primo posto nel torneo per numero di triple segnate in media a gara. Numeri che tagliano la testa a buona parte dell'attacco. Suo malgrado, Milano dovrà fare a meno di Delaney anche nella trasferta di venerdì sera a San Pietroburgo: il rientro di MD è previsto per la settimana successiva, quando l'Olimpia ospiterà al Forum l'Olympiacos Pireo.
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Devon Hall in lotta per il pallone con Marco Spissu, Unics Kazan-AX Armani Exchange Milano, Eurolega 2021-22

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Le qualità dell'Unics, matricola di nome ma non di fatto

Ultimo fattore, che spesso si tende a dimenticare, ma non per questo poco importante: ci sono anche gli avversari. Anche se matricola, l'Unics non è una squadretta abbordabile, soprattutto in casa e in questo momento molto positivo in cui sta trovando identità e fiducia dopo il grande restyling estivo e l'impatto difficoltoso con il livello della competizione. Le motivazioni di John Brown e Marco Spissu, due che conoscono perfettamente il sistema biancorosso per essere stati grandi rivali in campionato, sono ovvie. E, non a caso, sono arrivati career-high per entrambi. OJ Mayo, l'uomo che ha dato la prima grossa spallata alla partita con quella scarica di triple nel secondo periodo, è un potenziale califfo per questo torneo se dovesse riuscire a calarsi mentalmente nel sistema del basket europeo e costruirsi un ruolo integrato nel tessuto della squadra, molto distante da quello imbracciato nelle sue esperienze precedenti tra NBA e Cina. Isaiah Canaan, l'altro grande distruttore degli equilibri, è uno streak-shooter mortifero. Capace di sparare triple da ogni luogo e in ogni modo. E, quando tutte queste variabili coincidono, allora anche l'Unics può trasformarsi in una squadra molto temibile.
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