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Battuto il Messico: l'Italia è in finale con la Croazia

Daniele Fantini

Pubblicato 08/07/2016 alle 23:27 GMT+2

Chi vince va ai Giochi di Rio de Janeiro: Italia e Croazia si affrontano sabato sera nella finale del preolimpico di Torino, remake della partita di martedì del torneo. Azzurri avanti grazie al successo per 79-54 sul Messico, mentre la Croazia si è imposta 66-61 sulla Grecia

Marco Belinelli in Italia-Messico

Credit Foto LaPresse

ITALIA-MESSICO 79-54 (19-13, 38-28; 58-41)

PALAISOZAKI, TORINO - "Messico e nuvole", e di nuvole se ne sono viste per un po', scurette, ad appannare una percentuale ai liberi che non ha permesso di spaccare la partita già a cavallo dei primi due quarti (9/16 all'intervallo, 18/29 alla fine), a gettare qualche ombra sulla condizione di Andrea Bargnani, frenato nel secondo periodo da un problema a un piede e in campo per lo stretto necessario nella ripresa, e a far dubitare il pubblico del PalaIsozaki quando, alla metà del terzo quarto, il Messico è ancora lì, rientrato caparbiamente a -6 dopo aver risposto alla sfuriata iniziale di Marco Belinelli.
Poi, finalmente, arriva l'Italia. Oh, certo: scusate il ritardo. Arriva ispirata proprio dal Beli, a secco nel primo tempo e ad assaporare a lungo la panchina punitiva dopo un fallo tecnico con gradimento negativo da parte di Ettore Messina: 12 punti, 4 assist, e una ripresa giocata da leader vero, attaccante e creatore di gioco, playmaker occulto ma anche vero, fondamentale quando Hackett guarda a lungo dal pino in una serata con più falli (3) che punti (2), anche risparmiato dal coach in vista della finale di domani. A ruota di Belinelli vanno Nicolò Melli e Pietro Aradori, gemme preziose estratte da una panchina che dà un grande contributo anche in attacco, venendo puntualmente in soccorso di un Danilo Gallinari sì da 15 punti, ma macchiati da un 4/11 al tiro frutto di qualche forzatura di troppo in isolamento, malsana abitudine appresa in quel di Denver, ma necessariamente da accantonare quando veste la maglia azzurra.
Perché l'Italia gioca bene e costruisce parziali quando lo fa di squadra, muovendo il pallone, appoggiandosi in post e sfruttando i tagli di Melli come rollante: l'ex-Olimpia ne scrive 14 con 6 rimbalzi e 6/7 dal campo, decisivo nel momento del break a cavallo degli ultimi due quarti, ottimo nel dare alla squadra una dimensione molto più dinamica e duttile rispetto ai catch-and-shoot dalla media distanza di Bargnani. Bravo anche Pietro Aradori, 10 punti, esiziale con 4/6 al tiro e 2/2 dall'arco, pronto a mettere i canestri pesanti nei momenti topici della partita, e un voto di fiducia lo meritano anche Stefano Tonut, che gioca minuti importanti presentandosi subito con la faccia giusta (2 assist, tanta intensità, difesa e dedizione), e Peppe Poeta, sempre acclamato dal pubblico di Torino con enorme affetto e salutato anche da uno goliardico coro di "MVP" nel finale.
Bravo Messina, che ruota tanto e bene gli uomini (tutti e 12 utilizzati) senza regalare nulla a nessuno, titolari o riserve, tenendo sempre alte la concentrazione e l'intensità, soprattutto difensiva, armi che serviranno come il pane domani sera nella finale contro la Croazia. Sì, l'avremo anche già battuta martedì, ma la finale (come ogni finale...) è una partita a sé.
Italia: Belinelli 12, Bargnani 8, Gallinari 15, Datome 9, Hackett 2; Poeta 3, Aradori 10, Gentile 4, Melli 14, Cusin 0, Tonut 2, Cervi 0. All.: Messina.
Messico: Stoll 6, Gutierrez J. 6, Cruz 20, Hernandez 9, Mata 0; Ramos 0, Toscano 6, Gutierrez I. 2, Giron 0, Mendez 2, Zamora 3, Garibay 0. All.: Valdeolmillos.

GRECIA-CROAZIA 61-66 (13-31, 34-44; 49-52)

PALAISOZAKI, TORINO - Sofferente, stiracchiata, estremamente ondivaga e altalenante, ma la Croazia artiglia un successo sudatissimo nella semifinale contro la Grecia conquistandosi il remake con l'Italia per un posto alle Olimpiadi di Rio. La partita è schizofrenica, zigzagante all'interno di un copione che segue almeno tre spartiti differenti: un primo quarto in cui la Croazia vola sul 20-3 sfruttando le mani subito caldissime di Simon e Bogdanovic (poi raffreddatesi con la stessa rapidità nei periodi successivi), una Grecia che ricuce nei due quarti centrali dopo aver toccato anche il -24 cavalcando Perperoglou e Papapetrou, con Calathes a litigare coi ferri e coi falli e un Giannis Antetokounmpo ben contenuto difensivamente e ormai poco avvezzo al metro arbitrale di area FIBA (ripassare il capitolo delle infrazioni di passi, please...), e una Croazia che, rimontata e sorpassata (48-46 al 27'), smette i panni della squadra moribonda e ripaga la Grecia con la stessa moneta, tenendola a soli 2 punti nei primi 6' di un quarto periodo di bassissima qualità cestistica.
Top-scorer è ancora una volta Bojan Bogdanovic (20 punti, 6/17 dal campo), sempre spremuto da coach Petrovic che lo tiene sul parquet per altri 35' in una rotazione a 8, seguito dai 16 con 8 rimbalzi e 7 falli subiti di Dario Saric e dagli 11 con 4/15 di Kruno Simon. Per la Grecia, 13 di Stratos Perperoglou, 9 con 9 rimbalzi, 4 assist e 2 stoppate per Giannis Antetokounmpo, che sporca però abbondantemente il foglio con 6 palle perse e 3/14 al tiro (0/7 dall'arco).
Grecia: Calathes 3, Agravanis 7, Perperoglou 13, Antetokounmpo G. 9, Koufos 4; Athinaiou 0, Bourousis 8, Mantzaris 3, Papapetrou 9, Antetokounmpo T. 5. N.e.: Bogris, Charalampopoulos. All.: Katsikaris.
Croazia: Simon 11, Saric 16, Ukic 2, Bilan 9, Bogdanovic 20; Babic 0, Stipcevic 0, Hezonja 6, Planinic 2, Sakic 0. N.e.: Arapovic, Kruslin. All.: Petrovic.
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