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Basket, Eurolega: Fenerbahce corsaro a Mosca, vittorie per Barça e Zalgiris

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DaEurosport

Aggiornato 23/01/2021 alle 00:28 GMT+1

Il venerdì del Round 21 di Eurolega si apre col successo esterno del Fenerbahce per 89-83 contro la capolista CSKA Mosca (Vesely 24 punti, De Colo 22). Il Barcellona batte la Stella Rossa 72-60, lo Zalgiris piega l'Olympiacos 81-79 con una giocata decisiva di Walkup a otto decimi dalla sirena, l'Alba passa a Vitoria 84-77 nonostante il career-high di Achille Polonara (23 punti).

Guduric e De Colo, CSKA-Fenerbahce, Euroleague 2020-21

Credit Foto Getty Images

CSKA Mosca-Fenerbahçe Beko Istanbul 83-89

Di Davide Fumagalli. Partita favolosa a Mosca dove il Fenerbahce Beko vince con merito 89-83 contro il CSKA nel big match del Round 21. La formazione di Igor Kokoskov si conferma in un momento eccezionale, centra il sesto successo di fila, si porta a 11-10 di record e mette nel mirino i playoff: inoltre ritrova la vittoria sul campo del CSKA che mancava dal novembre 2017, oltre tre anni. La prova dei turchi è magistrale, con 22 assist e "solo" 8 palle perse, soprattutto tirano col 60% da due, 9 su 18 da tre e 14 su 16 ai liberi: ottimi Eddie e Pierre, 17 e 10 punti, decisivi sono però i due "califfi" Jan Vesely, 24 punti, 6 rimbalzi, 3 assist e 2 stoppate, e Nando De Colo, 22 con 9 assist, 6 su 6 da due e 4 su 4 dalla lunetta. Momento di flessione invece per il CSKA che, privo di Clayburn, perde la seconda gara di fila in casa e incappa nel terzo ko nelle ultime quattro giocate: la formazione di Itoudis, che resta comunque in vetta con 15-6 di record, ha 18 punti da Shengelia e 12 da Hackett, Strelnieks e Milutinov, mentre James si ferma a 11 punti con un disastroso 4 su 15 al tiro.
Il big match di Mosca vede il CSKA partire forte, la squadra di Itoudis tocca il +10 sul 16-6 grazie ad uno scatenato Shengelia, ma il Fenerbahce è in fiducia, viene da cinque vittorie di fila e resta comunque in corsa. Le triple di Eddie tengono a galla i turchi che, dopo aver toccato ancora il -9, risalgono la china, De Colo e Vesely producono due schiacciate in alley-oop, poi è Pierre dall'angolo a infilare sulla sirena la bomba del 38-38 con cui si torna negli spogliatoio.
Nella ripresa il ritmo è serrato, totale equilibrio, un botta e risposta continuo. Il Fenerbahce però mette il naso avanti con un ispirato De Colo, ex di turno, poi è Eddie a firmare il +4 con una bomba in transizione (54-50). Il CSKA replica con James, poi Strelnieks firma il canestro del 66-63 con cui si va all'ultimo stop al 30'. Il quarto periodo è stellare, Strelnieks mette la bomba del +5 (73-68), il Fenerbahce non ci sta, Guduric insacca la bomba del -2, poi l'ex sassarese Pierre fa 76-75 con canestro e fallo. Nel finale Vesely sale in cattedra, schiaccia il +2, poi ruba palla a Shengelia e segna il +4 in tap-in. A chiudere il discorso sono sempre le due stelle del Fenerbahce: Vesely è clamoroso a stoppare un tentativo di tripla forzata da James e sul capovolgimento di fronte De Colo mette la bomba dall'angolo che vale l'87-80 e fa esplodere i tifosi turchi presenti sugli spalti di Mosca. Un successo d'oro per il Fenerbahce che è in gas e torna a far paura.
La prossima settimana va in scena il doppio turno: Fenerbahce-Maccabi e Alba Berlino-CSKA nel Round 22, Khimki-Fenerbahce e CSKA-Bayern Monaco poi nel Round 23.
  • CSKA: Bolomboy, Khomenko ne, James 11, Hilliard 8, Ukhov ne, Hackett 12, Antonov, Strelnieks 12, Voigtmann 3, Shengelia 18, Milutinov 12, Kurbanov 7. All. Itoudis.
  • Fenerbahçe: Brown 8, Perez ne, Guduric 8, Mahmutoglou, Biberovic ne, De Colo 22, Pierre 10, Vesely 24, Eddie 17, Muhammed ne, Duverioglou, Ulanovas. All. Kokoskov.
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Stella Rossa MTS Belgrado-FC Barcellona 60-72

Di Marco Arcari. 4° successo di fila per il Barcellona di coach Jasikevicius, che espugna Belgrado e ritrova la vetta della classifica in EuroLega (complice il quasi contemporaneo k.o. casalingo del CSKA contro il Fenerbahce) grazie al record di 15-6. La difesa blaugrana è asfissiante fin da subito, costringendo i padroni di casa a dover sfruttare tutti i 24’’ a disposizione per costruire tiri (peraltro pessimi, come confermato dall’1/9 di squadra al 5’). A metà 1° quarto il Barça prende così già decisamente il comando delle operazioni (3-14), con un Pierre Oriola protagonista nel ruolo di centro. La Stella Rossa si aggrappa alle triple di Ognjen Dobric, ma non sembra praticamente esserci partita, stante la qualità delle due fasi di gioco ospiti (11-21 al 10’). La difesa biancorossa incrina finalmente le meravigliose certezze offensive ospiti, ma salendo d’intensità causa anche l’aumento dei falli. La squadra di coach Radonjic riesce comunque ad accorciare le distanze fino al 21-26 di metà 2° quarto, grazie a un break di 7-0 in cui a fare la differenza sono anche e soprattutto i rimbalzi di Johnny O’Bryant. Quest’ultimo incappa però nel 3° fallo personale a oltre 4’ dalla sirena di metà gara, privando la sua squadra di un punto di riferimento fondamentale. Jordan Loyd sostituisce però alla perfezione il compagno, ingaggiando un bel duello a distanza con Nick Calathes, e riporta a stretto contatto il club di Belgrado, scrivendo più volte il -3 fino al 31-35 dell’intervallo.
Cory Higgins diventa il go-to-guy blaugrana in apertura di ripresa, ma a innescarlo sono sempre le illuminanti letture e linee di passaggio di Calathes (36-47 a metà 3°). Kyle Kuric grazia i padroni di casa con un incredibile, per i suoi irreali standard, 0/2 consecutivo da oltre l’arco (e 2/12 di squadra), mentre gli esterni biancorossi, pur sbagliando tanto a cronometro fermo, costruiscono l’ennesima rimonta proprio grazie alle bombe (43-49 al 28’). Higgins sale nuovamente in cattedra e rilancia gli ospiti, capaci così di chiudere sul +12 (45-57) la frazione. Roland Smits e Brandon Davies (al rientro dopo 6 sfide saltate) scrivono il massimo vantaggio catalano dalla lunetta (45-62) e in meno di 2’ la Stella Rossa esaurisce il bonus falli di squadra. Il parziale ospite si amplia così fino a 0-9, i biancorossi non segnano per oltre 3’ e sprofondano a -21. Il match finisce sostanzialmente qui, perché i restanti minuti sono utili solo per vedere Landry Nnoko trovare i primi punti in questa sua nuova esperienza con la maglia biancorossa del club di Belgrado. MVP ex-aequo tra Calathes (10 e 5 assist) e Oriola (12 e 7 rimbalzi), ma Higgins (14) miglior realizzatore dell’incontro.
  • Stella Rossa: O’Bryant 6, Walden 8, Loyd 9, Davidovac 7, Lazic 3, Reath, Radanov 5, Dobric 11, Jagodic-Kuridza 3, Kuzmic, Nnoko 2, Colom 6. All. Radonjic.
  • Barcellona: Davies 9, Westermann 1, Hanga, Smits 11, Pustovyi 2, Oriola 12, Abrines 3, Higgins 14, Martinez 2, Kuric 2, Mirotic 6, Calathes 10. All. Jasikevicius.
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Zalgiris Kaunas-Olympiacos Pireo 81-79

Di Daniele Fantini. Il nuovo Zalgiris di Schiller ha la meglio anche sui grandi veterani greci. Già, perché quando l'Olympiacos pregusta il colpaccio, con quella scarica di triple degli immortali Vassilis Spanoulis e Georgios Printezis che spostano in maniera violenta quanto improvvisa un equilibrio rimasto a lungo nelle mani della formazione lituana (72-79 a 3' dalla fine), ecco arrivare, in maniera altrettanto rapida e inattesa, la pronta risposta dello Zalgiris. È un parziale di 9-0 costruito con un paio di giocate al ferro dell'inesauribile Joffrey Lauvergne, una spingardata di Arturas Milaknis e chiuso con una giocata epica di Thomas Walkup: palla strappata dalle mani di Kostas Sloukas a centrocampo, coast-to-coast, e appoggio morbido al tabellone nonostante il tentativo arrembante di stoppata di Livio Jean-Charles. Controsorpasso effettuato a otto decimi dalla sirena. Vittoria.
In fin dei conti è il risultato più giusto, perché lo Zalgiris (ora sesto con un record di 12-9 e il vantaggio nello scontro diretto per la zona playoff con lo stesso Oly, decimo a 11-10) merita di spezzare la mini-striscia negativa di due ko consecutivi con un'altra prestazione di grande qualità offensiva, capace di confermare lo splendido lavoro di ricostruzione messo in atto da coach Martin Schiller per aprire l'era post-Jasikevicius. La squadra lituana manda tutti gli effettivi a referto, apre il campo insaccando dieci triple, sferza la difesa dell'Olympiacos con un gioco rapido e aggressivo, e sfrutta la presenza vicino a canestro di un indemoniato Joffrey Lauvergne, autore della sua seconda miglior prestazione stagionale con 21 punti (9/12 al tiro) e 7 rimbalzi.
L'Olympiacos, dal canto suo, vive a lungo sulle letture in pick'n'roll centrale di Kostas Sloukas (16 punti, 6 assist ma anche 6 palle perse) e sulle pennellate d'esperienza di Georgios Printezis (16 punti), ritrovandosi però costretto a giocare, per larghi tratti, una pallacanestro non sua, con un ritmo superiore alle caratteristiche dei propri interpreti principali e un attacco portato spesso a inventare da situazioni di gioco rotto affidandosi alla qualità dei singoli. Anche la difesa, arma tradizionale dei Reds, funziona a tratti, sballottata da uno Zalgiris in grado di muovere palla e uomini con grande efficacia e di sfruttare ogni minimo spiraglio per accelerare in transizione da rimbalzo catturato. Ne esce una partita bella, combattuta, godibile, ma di chiara impronta schilleriana: e quel break finale che cancella le prodezze delle due leggende greche sembra quasi essere stato messo lì apposta per sancire il passaggio di un'epoca.
  • Zalgiris: Walkup 5, Milaknis 11, Grigonis 6, Hayes 7, Lauvergne 21; Lekavicius 4, Jankunas 7, Geben 2, Rubit 10, Jokubaitis 8. N.e.: Lukosiunas. All.: Schiller.
  • Olympiacos: Sloukas 16, Harrison 8, Jenkins 3, Jean-Charles 3, Ellis 2; Spanoulis 9, Martin 4, Vezenkov 11, Printezis 16, McKissic 5. N.e.: Nikolaidis, Charalampopoulos. All.: Bartzokas.
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TD Systems Baskonia Vitoria Gasteiz-Alba Berlino 77-84

Di Daniele Fantini. Una tripla di Maodo Lo a poco più di un minuto dalla sirena fa calare il sipario. Ed era quasi logico che finisse così, con una silurata a pennellare una serata complessiva da 13/28 nel tiro pesante con cui l'Alba sgretola le mura della Fernando Buesa Arena, piazzando uno scossone nella parte bassa della classifica che interrompe una lunga serie di 6 sconfitte consecutive.
La partita è schizofrenica. Il primo tempo è giocato all'arrembaggio: squadre leggere, tanta corsa, difese approssimative e punteggio alto, con il Baskonia capace di forgiare un secondo quarto da 32 punti per mettere la testa avanti all'intervallo lungo (50-46, dopo aver toccato un massimo vantaggio di 8 lunghezze). Achille Polonara domina, senza eufemismi, sfruttando al meglio la sua duttilità per piazzare 17 dei suoi 23 punti finali, nuovo massimo in carriera in Eurolega (anche 9 rimbalzi e 3 palle recuperate). Lo show offensivo baskonista è però destinato a incassare una violenta frenata a inizio ripresa, quando l'Alba ritrova durezza e compattezza difensiva concedendo soltanto 11 punti in un terzo periodo decisivo per incanalare l'inerzia della partita: la squadra di Gonzalez, ancora in panchina per sostituire Aito (out per covid), torna a controllare ritmo e fisicità come nelle fasi di apertura della gara, strozza le giocate in pick'n'roll centrale di Pierria Henry (6 punti, 9 assist) e di un fumoso Luca Vildoza (10 punti ma 4/13 al tiro) e punisce con i piazzati di Ben Lammers (10 punti e mano in forno come nel match contro Milano) e una motion offense che costruisce triple comode a ripetizione. Quaranta minuti di panchina per i 221 centimetri di Youssoupha Fall, spesso un fattore in questa stagione ma inadatto per fronteggiare un'Alba che fa della fluidità, della rapidità e del gioco perimetrale le sue armi migliori.
Detto del career-high di Polonara, utile per le statistiche personali ma non per il risultato, l'MVP è materia complicata da assegnare. L'Alba vince di squadra, di collettivo, attingendo giocate preziose da ognuno. Peyton Siva è top-scorer con 14 punti, sferzante nelle sue accelerazioni del palleggio, Maodo Lo segue con 13, bocca da fuoco a tratti infermabile sul perimetro, così come 13 sono i punti infilati anche da un combattivo Simone Fontecchio, capace di superare un avvio opaco per riscoprirsi mattatore con i piedi oltre l'arco (tre bombe a referto). Altrettanto importante il ritorno all'azione di Marcus Eriksson dopo dieci gare di stop (11 punti dalla panchina comprendenti anche il canestro della staffa nel finale) così come il lavoro dei due "generali" in campo: Jayson Granger, grande ex di giornata, coordina e comanda la squadra con autorità e fermezza (7 punti, 8 assist, 4 recuperi, 4 rimbalzi), mentre Luke Sikma produce lavoro oscuro in quantità eccezionale come playmaker aggiunto in post-basso (3 punti ma 8 rimbalzi e 6 assist).
  • Baskonia: Vildoza 10, Giedraitis 10, Sedekerskis 8, Polonara 23, Jekiri 2; Henry 6, Diop, Peters 7, Dragic 8, Kurucs 3. N.e.: Raieste, Fall. All.: Ivanovic.
  • Alba: Granger 7, Mattisseck, Fontecchio 13, Sikma 3, Lammers 10; Lo 13, Siva 14, Eriksson 11, Schneider 6, Olinde 2, Thiemann 5. N.e.: Nikic. All.: Gonzalez.
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