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Basket NBA, Belinelli: "Chi non è nero, non capisce quanto soffrono"

Daniele Fantini

Pubblicato 28/08/2020 alle 14:06 GMT+2

Rientrato in Italia dopo la mancata qualificazione ai playoff dei suoi San Antonio Spurs, Marco Belinelli parla del problema del razzismo negli Stati Uniti in un'intervista concessa al Corriere della Sera, regalando un punto di vista molto interessante interno alla questione.

Marco Belinelli #18 of the San Antonio Spurs handles the ball against the Utah Jazz on August 13, 2020 at The Field House at ESPN Wide World Of Sports Complex at in Orlando, Florida.

Credit Foto Getty Images

Il caso Jacob Blake ha fermato i playoff NBA con un boicottaggio generalizzato unico nella storia, vissuto con una partecipazione e un trasporto ancor più acceso, se possibile, delle proteste delle settimane di maggio/giugno per la morte di George Floyd. Eliminato dalla bolla di Orlando prima dei playoff, un evento che ha interrotto una serie ultra-ventennale di partecipazioni consecutive alla post-season dei San Antonio Spurs, Marco Belinelli è rientrato in Italia e, attraverso le pagine del Corriere della Sera, ha descritto la situazione regalando un punto di vista interno alla questione, di chi ha vissuto in prima persona l'accaduto.
Vista dall'Italia, magari è difficilmente comprensibile, ma dalla bolla è tutto molto più chiaro. Essere un giocatore mi ha permesso di conoscere realtà molto diverse. Vedi certe immagini, leggi di certi episodi, e ti rendi conto che tutto è molto diverso da come lo vedi da lontano. Alcuni miei compagni mi hanno raccontato di episodi di cui sono stati protagonisti loro malgrado. E solo a causa del colore della loro pelle. Ed essere stelle del basket non li ha aiutati. Capisco che, se sei afroamericano, hai paura della polizia. Ci nasci, con la paura della polizia. E noi bianchi non possiamo capirlo. Chi non è nero non è in grado di comprendere davvero quello che hanno sofferto e che stanno soffrendo ancora.
"Credo che lo sport abbia un potere enorme - ha proseguito Belinelli commentando il boicottaggio delle partite di playoff nella bolla di Orlando -. Noi atleti dobbiamo essere i primi ad amplificare certe storture attraverso le nostre piattaforme. I confini non esistono più. Lo abbiamo visto con George Floyd, quando tutto il mondo si è inginocchiato. Un poliziotto che spara nel Wisconsin è anche un problema nostro, non solo del Wisconsin. Noi sportivi abbiamo un peso: dobbiamo sfruttarlo".
"Non voto negli Stati Uniti, la campagna elettorale non mi riguarda. Invece mi riguarda il razzismo: non è un problema politico, ma sociale. Non possiamo coprirci gli occhi e fare finta che non accada nulla. Ci sono cose più importanti di una partita di basket".
Durante le partite di Orlando, Belinelli ha scelto di scendere in campo con la scritta "Uguaglianza" sul retro della propria canotta.
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