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Basket, NBA: Chris Paul in versione "Point God", la difesa dei Bucks non trova soluzioni

Davide Fumagalli

Pubblicato 07/07/2021 alle 12:27 GMT+2

BASKET, NBA - I Phoenix Suns vincono gara 1 delle Finals per 118-105 contro i Milwakee Bucks trascinati da un chirurgico Chris Paul. Il 36enne, al debutto in una partita di finale, chiude con 32 punti e 9 assist, soprattutto è un rebus per la difesa avversaria che non trova mai modo di limitarlo. Solo Jordan e Iverson han fatto meglio di CP3 all'esordio alle Finals.

Chris Paul, Suns-Bucks, gara 1 NBA Finals - Focus

Credit Foto Getty Images

Per essere un debuttante assoluto alle Finals, Chris Paul non se l'è cavata per niente male. Il 36enne, alla 16esima stagione in carriera in NBA, si mette in cattedra e spiega da professore vero, conducendo i Phoenix Suns ad una netta vittoria sui Milwaukee Bucks, totalmente alla mercè del regista col numero 3. Ancora una volta Chris Paul si trasforma da "Point Guard" a "Point God", prosegue sulla falsariga di quanto fatto in gara 6 contro i Clippers allo Staples Center, e sostanzialmente va in copertina per questi Suns, dividendo lo spazio con Devin Booker e DeAndre Ayton, a loro volta sublimi e sempre al fianco del loro leader.
Il trio a disposizione di Monty Williams ha prodotto ben 81 punti sui 118 totali, il massimo per un terzetto al debutto in una gara di finale dal 1976-77: 32 con 9 assist per Paul, 27 con 10 su 10 ai liberi per Booker, e 22 con 19 rimbalzi e 8 su 10 al tiro per un dominante Ayton! Milwaukee non ha avuto risposte e, una volta finita in svantaggio, non è riuscita di fatto a rientrare, nonostante le fiammate di Middleton. Per Phoenix certamente il miglior modo di tornare alle Finals dopo 28 anni di assenza. Soddisfatto inevitabilmente CP3: "Ho sbagliato i primi due tiri che ho tentato, ma noi siamo una squadra e abbiamo dimostrato più volte che le sorti del gruppo non dipendono dalla resa del singolo. Se devo essere sincero, non mi sono goduto il contesto: ero troppo concentrato sulla sfida e non ho fatto attenzione a ciò che ci circondava. Ma la folla ha fatto di tutto per farsi sentire e devo dire al pubblico di Phoenix che sono riusciti nella loro impresa".

Paul come Jordan e Iverson

La prestazione di CP3 è stata chirurgica: 32 punti finali dopo gli zero del primo quarto, con 9 assist, solo 2 palle perse e 12 su 19 al tiro, praticamente un professore in cattedra, nonostante fosse all'esordio assoluto alle Finals. Le gambe però non hanno tremato, Paul ne ha viste tante in 16 anni di carriera, e non poteva essere questo il palcoscenico che poteva metterlo in difficoltà: è un grandissimo di questo gioco, un leader, ha un carisma smisurato (non a caso è il presidente dell'associazione giocatori), e non ha steccato il match.
Infatti è il primo con almeno 30 punti e 8 assist all'esordio in finale da Michael Jordan coi Bulls nel 1991, e ha "prodotto" 54 punti tra canestri e assist, la terza prestazione in assoluto per un debuttante alle Finals dietro al già citato MJ (60 il 2 giugno 1991) e ad Allen Iverson, 61 il 6 giugno 2001 in quella leggendaria gara 1 delle Finals dove guidò i 76ers al successo allo Staples Center contro i Lakers imbattuti di Shaq e Kobe, poi vincitori del titolo per 4-1.
In aggiunta, CP3 è diventato il terzo giocatore della storia con 36 o più anni a firmare un "trentello" alle Finals dopo Tim Duncan e Kareem Abdul-Jabbar, lui che vinse proprio il titolo coi Bucks nel 1971.

Difesa e poca aggressività: Bucks nei guai

Avere un giocatore come Chris Paul in versione "Point God" in grado di vivisezionare la difesa avversaria e reagire di conseguenza, è certamente un vantaggio, e i Milwaukee Bucks non sono mai riusciti ad arginarlo, nè lui in primis, ma nemmeno Booker e Ayton. La particolarità di questi Suns è avere giocatori in grado di colpire da ogni distanza e situazione, soprattutto dalla media, un qualcosa di raro nella NBA moderna: Paul e compagni sono stati letali col pick and roll perchè Milwaukee è andata in bambola sia provando la strategia del cambio, sia facendo "drop", col lungo che sta dentro l'arco del tiro da tre punti in una sorta di contenimento.
Paul ha giocato a piacimento quando su di lui ci finiva il centro Brook Lopez, sia attaccandolo, sia portandolo fuori e tirandogli in faccia da tre punti; viceversa, quando Lopez rimaneva dentro, per CP3 o anche Booker era fin troppo semplice arrestarsi e segnare dalla media. Anche per Ayton, o gli altri come Bridges e Cam Johnson, è stata una festa perchè quando Paul o Booker attaccavano il ferro, provocavano delle rotazioni difensive che per forza di cose lasciavano libero qualcuno. Per Mike Budenholzer è un rebus perchè Brook Lopez è fondamentale in attacco vista la sua pericolosità sia da fuori, sia dentro l'area (17 punti con 3 su 5 da tre), ma è chiaramente l'anello debole della difesa e un bersaglio fin troppo semplice da attaccare per Paul e compagni. Durante il tentativo di rimonta hanno provato a giocare "piccoli" con Antetokounmpo da centro, una scelta che ha aiutato in difesa ma che leva pericolosità in attacco se i tiratori non riescono a concretizzare.
Infine, un dato importante da segnalare in gara 1, riguarda i tiri liberi: 25 su 26 per i Suns, 9 su 16 per i Bucks. Oltre al dato dei tiri segnati, che ha dato ben 16 punti in più ai padroni di casa (Phoenix sta tirando con l'87%, il dato più alto nella storia dei playoff, ndr), è quello dei liberi tentati che va sottolineato perchè dice che la squadra di Monty Williams è stata più aggressiva, ha attaccato con più convinzione costringendo gli avversari ad oltrepassare il limite del fallo. Viceversa, Milwaukee si è accontentata di troppi isolamenti, di soluzioni forzate, ha fatto lavorare poco la difesa avversaria (già ottima di suo) e non ha attaccato con la stessa convinzione, fatta eccezione per qualche lampo di Giannis che quando si fionda nei pressi del ferro si può fermare solo con le maniere forti (7 su 12 per lui, 2 su 4 per il resto della squadra). In gara 2 servirà qualcosa in più dai Bucks, sia in difesa, sia in attacco, magari da Khris Middleton, a tratti immarcabile e comunque con 29 punti, ma quegli 0 liberi tentati stridono un pochino.
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Fois: "Chris Paul fa ogni cosa per vincere, lavora 24 ore al giorno"

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