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Basket, NBA: Stephen Curry e la rivoluzione del gioco col tiro da tre. Superato il record di triple di Ray Allen

Davide Fumagalli

Aggiornato 15/12/2021 alle 08:43 GMT+1

BASKET, NBA - Sorpasso completato a Ray Allen e nuovo record All-Time di triple segnate in regular season per Stephen Curry, 2977. Approfondiamo e analizziamo il più grande tiratore di sempre e un giocatore unico, capace di rivoluzionare per sempre il gioco nell'ultimo decennio e di diventare un'icona a suon di bombe da qualsiasi zona del campo con la maglia dei Golden State Warriors.

Steph Curry

Credit Foto Eurosport

Sono servite 789 partite NBA a Stephen Curry per segnare 2977 triple e cancellare Ray Allen dal primo posto della speciale classifica dei canestri da tre punti in carriera in regular season. Un record atteso, voluto, atteso negli ultimi giorni in modo spasmodico per il secondo figlio di Akron, nell'Ohio (il primo sapete chi è...): Wardell Stephen Curry ha scavalcato Allen nella gara vinta dai suoi Golden State Warriors a New York contro i Knicks, al Madison Square Garden, alla "Mecca", luogo di culto per le grandi imprese sportive e dove sostanzialmente si fece conoscere al mondo per la prova da 54 punti con 11 triple del 27 febbraio 2013. Inoltre, ha centrato il record davanti agli occhi di Reggie Miller, l'idolo in gioventù di Steph e terzo nella classifica All-Time di cui sopra, al Madison per commentare la gara per TNT, e di Ray Allen, ovviamente presente. Dunque, dopo poco più di un decennio (Allen superò Miller il 10 febbraio 2011), Curry si issa al comando di questa graduatoria con 2977 triple in 789 gare, poco più della metà (circa il 60%) delle 1300 impiegate da Allen a suo tempo per arrivare a 2973 bersagli. Questo sta ad indicare due cose: che Curry è il più grande tiratore di sempre nella storia del gioco, e che Curry questo gioco lo ha cambiato, lo ha rivoluzionato in maniera unica nell'ultimo decennio.

Top 10 triple segnate nella storia (regular season)

GiocatoreTriple segnatePartitePercentuale da tre %TentativiTriple segnate a gara
Stephen CURRY297778943,2%69033,8
Ray ALLEN2973130040%74292,3
Reggie MILLER2560138939,5%64861,8
James HARDEN250990336,3%69182,8
Kyle KORVER2450123242,9%57152
Vince CARTER2290154137,1%61681,5
Jason TERRY2282141038%60101,6
Jamal CRAWFORD2221132734,8%63791,7
Paul PIERCE2143134336,8%56161,6
Damian LILLARD210670237,3%56503
Steph, figlio d'arte - papà Dell è stato un grande tiratore negli anni '90 -, e a sua volta fratello d'arte - il più giovane Seth è ormai un titolare fisso in NBA, ora coi 76ers -, ha scritto e sta scrivendo pagine di record per quanto riguarda il tiro da tre punti, a livello di tentativi, di canestri segnati, di gare con almeno 9 o più triple (38...), di stagioni con almeno 200 bombe, e via dicendo, ma quello che più va evidenziato è l'unicità di Steph e come ha cambiato sia l'uso del tiro da tre, portato ad un numero di conclusioni oltre l'usuale, sia la capacità di condizionare le difese avversarie estendendo il raggio d'azione oltre limiti sconfinati.

La rivoluzione

Qualche giorno fa Jay Williams, ex stella a Duke e poi in NBA coi Chicago Bulls, e ora analista per ESPN, ha detto chiaramente che Steph ha rivoluzionato il gioco pur essendo un essere umano "normale": "Non ha avuto lo stesso impatto di Michael Jordan a livello iconico e di brand globale, ma ha distrutto la geometria del gioco sul campo. Con lui devi fare attenzione sempre, ogni momento, perchè è in grado di segnare da ovunque e contro chiunque facendo sembrare facile ogni tiro. Appena fa un passo oltre la metà campo, può essere una minaccia. Curry ha il fisico di un normotipo, è un essere umano qualunque che è diventato una megastar NBA. Non ha il corpo di LeBron James e non ha la verticalità di Jordan, doti naturali e non allenabili, non si può diventare LeBron o MJ, o Durant o Kobe col lavoro e l'allenamento. Però si può provare a replicare Steph chiudendosi in palestra e prendendosi 200 tiri al giorno. E' "normale", qualsiasi bambino può pensare di diventare come Steph".
Non da meno quello che ha detto Ray Allen, pochi giorni prima di essere superato in vetta alla classifica dei "triplatori": "La gente lo ha paragonato a me e a Reggie [Miller] e ad altri tiratori del passato, grandi tiratori della storia NBA, ma in realtà lui sta in una categoria tutta sua".

Top 10 triple segnate in singola stagione

GiocatoreTriple segnateStagione
Stephen CURRY (Golden State Warriors)4022015-16
Stephen CURRY (Golden State Warriors)2862014-15
Klay THOMPSON (Golden State Warriors)2762015-16
Stephen CURRY (Golden State Warriors)2722012-13
Ray ALLEN (Seattle SuperSonics)2692005-06
Dennis SCOTT (Orlando Magic)2671995-95
Stephen CURRY (Golden State Warriors)2612013-14
George MCCLOUD (Dallas Mavericks)2571995-96
Jason RICHARDSON (Charlotte Bobcats)2432007-08
Peja STOJAKOVIC (Sacramento Kings)2402003-04

Nash e Reggie Miller, assieme

Quello che Curry è riuscito a fare, è stato il riuscire a coniugare l'esperienza al college a Davidson e a inizio carriera in NBA giocando da guardia al fianco di un altro trattatore di palla (Monta Ellis ai Warriors), col successivo ritorno ad essere il "playmaker" della squadra, quello con tanta palla in mano, che gioca il pick and roll da palleggiatore, che inizia l'azione e che decide lo schema da usare, con coach Mark Jackson e dopo la cessione dello stesso Ellis (all'epoca incomprensibile per tifosi e molti addetti ai lavori della Baia). Poi, con l'arrivo di Steve Kerr e l'inserimento a pieno regime di Draymond Green, i Warriors sono riusciti a mixare le due anime di Steph e sono diventati una macchina da guerra, e lo stesso Curry è arrivato nell'empireo, vincendo anche due premi di MVP e portando due volte Golden State alle Finals, una vinta nel 2015 e una persa nel 2016 coi Cavs dopo la stagione record del 73-9.
Ma il punto è questo, come immaginato dallo stesso Curry e riportato da The Athletic: "Nash e Reggie Miller assieme". Tradotto: il ball handling e l'improvvisazione con la palla in mano del canadese, tra tiri e passaggi, e la capacità di muoversi sui blocchi e di tirare da lontanissimo senza nemmeno mettere palla per terra e magari fuori equilibrio di "Killer Miller". Nei numeri, quello che emerge, è che Curry ha trasformato il tiro da tre da qualcosa di statico (tiri dagli scarichi oppure movimento del tiratore e sparo dopo la ricezione, catch and shoot) a qualcosa di totalmente dinamico, improvviso e senza limiti di spazio e tempo, perchè Steph è in grado di raccogliere il palleggio e in una frazione di secondo scagliare la Wilson (adesso, prima era Spalding) anche in precario equilibrio: irreale il dato che il 42% dei suoi canestri da tre in carriera arrivino dal palleggio, off the dribble, e che quasi un quarto delle sue triple siano arrivate da 27 piedi o più di distanza, ovvero da oltre 8,22 metri, quando la linea del tiro in NBA è a 7,25 metri (dati di The Athletic). Assurdo!

Triple in carriera di Steph Curry

StagioneTriple segnateTriple tentatePercentuale da tre %
2009-1016638043.7%
2010-1115134244.2%
2011-125512145.5%
2012-1327260045.3%
2013-1426161542.4%
2014-1528664644.3%
2015-1640288645.4%
2016-1732478941.1%
2017-1821250142.3%
2018-1935481043.7%
2019-20124924.5%
2020-2133780142.1%
2021-2214536339.9%
Totali2977690343.1%

Tutti ai piedi di Steph

Il figlio di Dell raccoglie in sè tante sfaccettature, la gioia di giocare a pallacanestro, l'arroganza di uno che ha dovuto sgomitare per emergere e conquistarsi il posto che ha, la personalità, l'essere leader senza fare proclami o gesti da condottiero, il sorriso sornione di chi sa che "sta per succedere una cosa". E poi c'è la questione fisica, perchè spesso e volentieri passa sotto traccia quello che fa Curry sul campo, che è fondamentale per poi segnare caterve di triple e di canestri. "Non smette mai di muoversi e correre. Non credo che le persone si rendano conto di quanto incredibile sia il suo motore", ha detto LeBron James, suo grande rivale in questa epoca, in tante Finals, e a sua volta nativo di Akron.
E poi Reggie Miller, uno dei modelli di Steph in gioventù e uno dei più felici, adesso, perchè questo record sia finito proprio al figlio di Dell, che sottolinea un altro aspetto fondamentale: "Quando ti muovi così tanto vicino ai blocchi, col difensore che fa di tutto per sbilanciarti, devi essere in grado di avere equilibrio. Guardando i suoi tiri e i miei tiri, quando usciamo dai blocchi sembra che siamo sbilanciati o non allineati al canestro. Ma finché puoi, da qualunque parte tu stia uscendo, raddrizzi la spalla e sei a posto. I fondamentali sono fondamentali. Ovviamente, Steph ha avuto Dell che gli parlava, quindi lo sa. E' tutta questione di lavoro di piedi. Devi avere un gioco di gambe impeccabile per arrestarti in un attimo "su una moneta". Il gioco di gambe e l'equilibrio sono fondamentali".

I record di Stephen Curry

  • 8 stagioni con almeno 200 triple segnate (primo All Time)
  • 38 partite con 9 o più triple segnate (più dei successivi cinque sommati, nessuno oltre le 9)
  • 22 partite da 10 o più triple (il suo record in singola partita è di 13, il 7 novembre 2016 contro i Pelicans)
  • 96 triple in un mese (primo All Time)
  • 470 triple nei playoff (primo All Time)
  • 121 triple alle Finals (primo All Time)
  • 157 gare consecutive con almeno una tripla segnata (primo All Time)

Un cammino tortuoso per arrivare all'Olimpo

Ora, o meglio da qualche anno, Stephen Curry è un'icona a livello NBA, uno dei migliori 75 giocatori della storia della Lega, c'è chi addirittura discute se sia lui o LeBron James il giocatore di quest'epoca, se sia stato più "rivoluzionario" di Michael Jordan, ma in passato non è stato tutto facile per Steph, pur essendo figlio di un più che discreto giocatore come Dell Curry. In uscita dal liceo non aveva offerte dalle varie Duke, Kentucky, Kansas o Ucla, le università dal "sangue blu" della NCAA, ma si è "accontentato" di giocare per coach Bob McKillop a Davidson, in North Carolina. Si è fatto notare a suon di prestazioni monstre portando i Wildcats ad un passo dalla Final Four del Torneo NCAA: 26 punti di media al secondo anno, quasi 29 nel terzo.
Al Draft 2009 i Golden State Warriors lo chiamano alla numero 7 assoluta, anticipando i Knicks che lo avrebbero preso di sicuro con la 8: prima di lui furono scelti Blake Griffin, James Harden e Ricky Rubio, ma anche veri e propri carneadi come Hasheem Thabeet, Tyreke Evans e Jonny Flynn. I primi anni in NBA non sono per nulla semplici, tra problemi fisici e grosse difficoltà nell'adattamento al gioco dei professionisti: addirittura si parla di trattative che lo coinvolgono ma alla fine viene confermato a scapito di Monta Ellis, che invece era la stella assoluta della squadra e viene scambiato con Andrew Bogut nel marzo 2012, all'interno di una stagione disgraziata per Steph perchè gioca solo 26 gare e al termine viene operato alla caviglia destra.
L'estate 2012 è spartiacque: viste le tante difficoltà dei primi anni, i Golden State Warriors rinnovano Steph a "prezzo di saldo" con un quadriennale da 44 milioni di dollari fino al 2017, un contratto che solo un anno dopo si rivelerà un autentico furto e che sarà il motivo per cui i Warriors nell'estate 2016 avranno lo spazio salariale per firmare Kevin Durant. Da lì in poi un crescendo impetuoso, macina record e Golden State si affaccia ai playoff: nel 2014 l'arrivo di Steve Kerr, in bacheca il primo titolo, i due MVP e poi, dopo la delusione del 2016, altri due anelli con Kevin Durant. Nel 2019 un'altra batosta, le Finals perse coi Raptors, l'infortunio a Klay Thompson e l'addio di KD. Tutto finito? Diciamo di no... Curry si rompe la mano a inizio 2019-20 (la stagione della pandemia), gioca solo 5 gare e di fatto si prende un anno sabbatico, fondamentale per rilanciare le ambizioni di Golden State e riprendere la corsa al record di triple. Ora questo primato è suo e vediamo chi ed eventualmente tra quanto tempo, sarà in grado di superarlo.
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Top 10: da Curry a Chamberlain, le prestazioni più memorabili

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