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Basket, NBA 2022-23: Warriors da battere, il ritorno dei Clippers e il rebus Lakers. La preview della Western Conference

Davide Fumagalli

Pubblicato 17/10/2022 alle 17:43 GMT+2

BASKET, NBA - Andiamo ad analizzare la Western Conference con i Golden State Warriors campioni che partono davanti a tutti, pur con qualche crepa. Grande attesa per i Clippers che ritrovano Kawhi Leonard, occhio ai Nuggets dell'MVP Jokic e ai soliti Suns, mentre per i playoff sarà lotta tra Grizzlies, i Mavs di Doncic e le rampanti Pelicans e Twolves. E i Lakers di LeBron James? Un enigma.

Luka Doncic, Steph Curry, LeBron James, Kawhi Leonard, NBA Western Conference 2022-23

Credit Foto Getty Images

La stagione NBA 2022-23 prende il via nella notte tra martedì 18 e mercoledì 19 ottobre e si snoderà con la classica maratona da 82 partite in regular season. La Western Conference riparte dai Golden State Warriors campioni in carica, favoriti ma con l'incognita spogliatoio dopo la rissa tra Green e Poole. Subito dietro ci sono i Clippers, che ritrovano Kawhi Leonard e aggiungono John Wall, i Nuggets dell'MVP Jokic, col rientro di Murray e Porter Jr., e i Suns, primi lo scorso anno ma col dubbio Ayton, rifirmato “controvoglia”. Meritano attenzioni i Mavs di Doncic, i Grizzlies di Morant, i Pelicans di Zion Williamson e i nuovi Timberwolves di Gobert, mentre i Lakers restano il solito enigma, pur col Re LeBron James alla 20esima stagione. Dulcis in fundo gli Utah Jazz, sperando che Simone Fontecchio trovi minuti e tiri.

Contender per il Titolo

  • Golden State Warriors
In più: Donte DiVincenzo e James Wiseman
In meno: Otto Porter Jr., Payton II, Lee e Bjelica
Sono i campioni in carica, hanno un sistema iper consolidato e Stephen Curry. Basta per essere i favoriti al titolo, però qualche dubbio c'è: in primis a livello di spogliatoio dopo il brutto episodio del pugno di Draymond Green a Jordan Poole (i due giocatori chiave dopo Steph), poi l'incognita sulla salute di Klay Thompson e del giovane centro Wiseman (se sta bene, è una bomba), e i dubbi sul roster dopo la perdita dei vari Porter, Payton e compagnia. Se i talenti Moody e Kuminga performano, e DiVincenzo e JaMychal Green si inseriscono subito, hanno pochissimi rivali.
  • Los Angeles Clippers
In più: Kawhi Leonard e John Wall
In meno: nulla
I grandi rivali dei Warriors ad Ovest sono i Clippers, a detta di tutti. Coach Lue è considerato uno dei migliori, il roster è attrezzato, lungo ed esperto, e tornano dai rispettivi infortuni Paul George e Kawhi Leonard, assolute superstar. Hanno aggiunto John Wall, ex fenomeno a caccia di una rivincita, e possono contare su elementi duttili come Covington, Powell, Batum, Marcus Morris e Reggie Jackson. Se la salute mantiene in campo George e Kawhi, può essere davvero il loro anno.

Playoff e qualcosa in più

  • Denver Nuggets
In più: Brown, Caldwell-Pope e i rientri di Murray e Michael Porter Jr.
In meno: Austin Rivers e Monte Morris
Sarà un anno molto importante per i Nuggets, attesi ad un grandissimo salto visto i rientri dagli infortuni di Jamal Murray e Michael Porter Jr., due titolari, al fianco del bi-MVP Nikola Jokic. Sulla carta questi ritorni, uniti ad un roster più che valido che si è rafforzato con gli ingaggi di Bruce Brown e Caldwell-Pope, può lanciare Denver verso le Finals, però è anche vero che la squadra ha sempre qualche lacuna difensiva e inoltre i già citati Murray e MPJ sono un'incognita, visti i gravi problemi fisici avuti.
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Nikola Jokic firma la 12esima tripla doppia stagionale, NBA 2021-22

Credit Foto Getty Images

  • Phoenix Suns
In più: Lee, Okogie e Landale
In meno: Crowder separato in casa
Dopo aver sfiorato il titolo alle Finals 2021 e aver dominato la scorsa regular season, i Suns sono implosi ai playoff tra infortuni, presunti casi Covid e DeAndre Ayton “ammutinato”. Ripartono dallo stesso nucleo (pur con Crowder in attesa di partire), compreso Ayton che è stato trattenuto più per obbligo che per scelta. Ovviamente la presenza di Chris Paul e Devin Booker, e dei giovani Bridges e Johnson, rende Phoenix ancora una possibile candidata alle Finals, ma meno rispetto a 12 mesi fa.
  • Memphis Grizzlies
In più: Jake LaRavia
In meno: Anderson e Melton
Sono stati la sorpresa dello scorso anno, col 2° posto ad Ovest e un gioco dallo spettacolo puro, con Ja Morant a farla da padrone. Hanno sempre tanto potenziale, però in offseason hanno perso due pezzi importanti come Anderson e Melton, non hanno aggiunto nessuno se non i rookie LaRavia, Chandler e Lofton, e iniziano senza Jaren Jackson Jr., infortunato fino a gennaio. Dipendono dalla crescita ulteriore di Bane, Clarke e Ziaire Williams, e dai numeri di Morant, ma è quasi impossibile che riescano a ripetersi.
  • Dallas Mavericks
In più: Christian Wood
In meno: Jalen Brunson
Hanno fatto saltare il banco ai playoff eliminando i Suns prima di uscire in finale ad Ovest coi Warriors, per cui sono attesi ad una grande stagione. Luka Doncic è un perenne candidato MVP e non si discute, tutto dipende dal supporting cast: la perdita di Brunson è grave e non è stato sostituito, si spera che Dinwiddie, il ritorno di Tim Hardaway e il rookie Hardy possano colmare il vuoto. Intrigante l'ingaggio di Christian Wood, lungo con grandi doti offensive che può combinare bene con Luka, ma che ha anche enormi limiti difensivi (come Luka).
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Europa o America, il quiz con Doncic e Zion

Pronte a esplodere

  • New Orleans Pelicans
In più: il ritorno di Zion Williamson
In meno: nulla
Sono stati protagonisti di una grande rimonta lo scorso anno con l'arrivo di CJ McCollum e ai playoff hanno messo paura ai Suns. Sui Pelicans ora ci sono grandi aspettative, anche perchè torna dopo un anno ai box Zion Williamson, uno dei giocatori con più “hype” degli ultimi tempi. Sulla carta possono andare lontano, ma il re-inserimento di un elemento ingombrante come Zion non sarà semplice in una squadra che aveva trovato il suo equilibrio con Ingram, Valanciunas e i giovani Jones e Murphy. Da seguire il rookie australiano Dyson Daniels, avrà minuti da subito.
  • Minnesota Timberwolves
In più: Rudy Gobert, Kyle Anderson e Austin Rivers
In meno: Beverley, Beasley, Vanderbilt
Una delle squadre più intriganti dopo aver ceduto pezzi non banali della passata stagione e tante scelte future al Draft per avere Rudy Gobert, il miglior centro difensivo della Lega. Il dubbio è come si integrerà, in difesa e in attacco, con la superstar Karl.Anthony Towns, e come i meccanismi verranno ricreati dopo la perdita di Beverley e Vanderbilt soprattutto. Il talento è tantissimo, compresi Anthony Edwards e D'Angelo Russell, i veterani ci sono (presi Anderson e Rivers), per cui possono essere una sorpresa.

A caccia del Play-In

  • Los Angeles Lakers
In più: Patrick Beverley, Dennis Schroeder, coach Darvin Ham
In meno: Malik Monk e la mancata cessione di Russell Westbrook
Reduci da una stagione ai limiti dell'imbarazzante, i Los Angeles Lakers hanno cambiato parecchio in offseason, ma senza di fatto variare nulla. Il nuovo coach Darvin Ham non scalda l'ambiente, Russell Westbrook è da mesi sul mercato ma nessuno lo vuole, e si resta aggrappati alla salute precaria di Anthony Davis e a quella di LeBron James, alla 20esima stagione in carriera e quasi più concentrato sui record individuali che ai risultati di squadra. L'arrivo di Beverley può aiutare una difesa colabrodo, quello di Schroeder è incomprensibile: così sono da Play-In e poco altro.
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LOS ANGELES, CA - DECEMBER 7: Anthony Davis #3 of the Los Angeles Lakers, Russell Westbrook #0 of the Los Angeles Lakers and LeBron James #6 of the Los Angeles Lakers look on during the game against the Boston Celtics on December 7, 2021 at STAPLES Center

Credit Foto Getty Images

  • Portland Trail Blazers
In più: Jerami Grant, Gary Payton II e il ritorno di Damian Lillard
In meno: nulla
Il ritorno di Damian Lillard garantisce a Portland una chance nella corsa al Play-In, ma la presenza di “Dame Dolla” rischia di oscurare Anfernee Simons, il grande protagonista dell'anno scorso e rinnovato per 100 milioni di dollari in estate. Il roster di Chauncey Billups ha qualche buon elemento come Jeramy Grant e Josh Hart, l'aggiunta di Gary Payton II intriga, ma ci sono dubbi come quello legato a Jusuf Nurkic, in pericoloso calo. Da seguire Shaedon Sharpe, talentone canadese che viene da un anno senza giocare a Kentucky, di fatto un liceale.
  • Sacramento Kings
In più: Monk, Huerter e il rookie Keegan Murray
In meno: DiVincenzo, Harkless e Justin Holiday
Nuovo corso a Sacramento con la panchina affidata a Mike Brown, ex assistente di Kerr ai Warriors, ma la sostanza non sembra poter cambiare. Le stelle Fox e Sabonis non convincono, così come le aggiunte di Monk e Huerter, due tiratori ma deboli in difesa. Da seguire la crescita di Davion Mitchell, un “mini Marcus Smart”, e dell'ala rookie Keegan Murray, impressionante in Summer League, serio sfidante di Banchero per il Rookie of the Year. Il Play-In sarebbe un miracolo.

Non per quest'anno (pensando a Wembanyama)

  • Utah Jazz
In più: Markkanen, Sexton e (speriamo) Simone Fontecchio
In meno: O'Neale, Mitchell, Gobert , Bojan Bogdanovic e coach Quinn Snyder
A Salt Lake City inizia un nuovo ciclo col giovanissimo coach Will Hardy e senza più elementi chiave come Gobert, Mitchell, O'Neale e Bogdanovic. Restano nello Utah solo Clarkson e Conley, almeno per ora: hanno tantissime scelte future al Draft, tanti giovani da sviluppare come i roookies Kessler e Agbaji, e diversi elementi a caccia di visibilità come Sexton, Markkanen, Beasley e Horton-Tucker. Curiosità per vedere all'opera Simone Fontecchio, all'esame NBA dopo la crescita devastante tra Eurolega e Nazionale negli ultimi due anni.
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Simone Fontecchio, Utah Jazz, NBA 2022-23

Credit Foto Getty Images

  • Houston Rockets
In più: i tre rookies Smith, Washington e Eason
In meno: Christian Wood
Prosegue la ricostruzione a Houston in mano a coach Stephen Silas. I giovani sono tanti e di talento, si attendono passi avanti da Kevin Porter Jr., da Jalen Green e dal centro turco Sengun, e ci si aspetta molto dalle matricole dell'ultimo Draft come Jabari Smith, Tari Eason e Tyty Washington. Ci sono anche veterani come Eric Gordon e Derrick Favors, destinati forse a partire.
  • San Antonio Spurs
In più: i tre rookies Sochan, Wesley e Branham
In meno: Murray e Lonnie Walker
Con tutto il rispetto, Gregg Popovich sembra più un nonno che il coach, vista la giovanissima età del roster degli Spurs, totalmente in modalità “caccia alla numero 1 del Draft 2023”. Ci sono elementi interessanti come Keldon Johnson, Primo e Vassell, e tre matricole di enorme potenziale come Wesley, Branham e il “rodmanesco” Sochan, ma questa San Antonio viaggerà pericolosamente negli ultimissimi posti.
  • Oklahoma City Thunder
In più: gli altri rookies Dieng, Jalen e Jaylin Williams
In meno: l'infortunio di Chet Holmgren
Un'altra stagione anonima o quasi attende i Thunder, che hanno perso il rookie Chet Holmgren per infortunio ancor prima di iniziare. Senza il fenicottero da Gonzaga, e senza la stella Shai Gilgeous-Alexander nei primi tempi (anche lui infortunato), i motivi di interesse per Oklahoma City sono pochini: anche Vasilije Micic, MVP di Eurolega con l'Anadolu Efes, ha detto loro di no per il secondo anno di fila. Chissà che non riescano a consolarsi con Wembanyama al Draft 2023?
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LeBron: "Essere al livello di Kareem è una cosa straordinaria"

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