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Basket, Il sistema Spagna domina: cosa manca all’Italia per replicarlo?

Daniele Fantini

Aggiornato 01/12/2022 alle 16:35 GMT+1

BASKET - Gli ultimi accordi televisivi della Liga Endesa porteranno il basket spagnolo anche in Estremo Oriente, per una copertura globale quasi completa. Qualità delle strutture, del movimento giovanile, di organizzazione e comunicazione: questi i punti di eccellenza del sistema spagnolo, oggi mancanti in Italia per poter essere altrettanto competitivi.

Un time-out di coach Sergio Scariolo durante la partita tra Italia e Spagna, valida per le qualificazioni ai Mondiali 2023

Credit Foto Ciamillo-Castoria

Un paio di settimane fa, grazie al trionfo ad Eurobasket, la Spagna di coach Sergio Scariolo ha spodestato dal vertice del ranking FIBA il Team USA dopo dodici anni di dominio a stelle a strisce. Gli americani hanno risposto con una risata via Twitter. Eppure, la bontà del sistema spagnolo in questo momento storico è sotto gli occhi di tutti. Anzi, è evidente ormai da tempo.
Oggi, giovedì 1° dicembre, la Spagna ha ulteriormente allargato la sua influenza mondiale stipulando nuovi accordi televisivi per trasmettere il campionato locale, la Liga Endesa, in Cina e nelle Filippine, due mercati enormi per popolazione e interesse nei confronti del basket (le Filippine saranno anche uno dei Paesi ospitanti del prossimo Mondiale). Ulteriori accordi sono stati trovati anche in India, Bangladesh, Butan, Birmania, Sri Lanka, Maldive, Nepal, Pakistan, Hong Kong e Macao, per una copertura totale dell’Estremo Oriente. Oggi la Liga Endesa è visibile in 152 nazioni sparse in 4 continenti, con pochissime eccezioni illustri: Australia, Nuova Zelanda, Germania e, nostro malgrado, Italia.
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La copertura mondiale della Liga Endesa, massimo campionato spagnolo

Credit Foto From Official Website

Spagna al top in Europa: il dominio nelle Coppe

Il fatto di non poter godere direttamente della qualità di quello che viene riconosciuto come il secondo campionato più bello e competitivo al mondo dopo la NBA non è un buon motivo per non accorgerci del livello altissimo espresso dal basket spagnolo nell’ultimo ventennio. Quando ha sostanzialmente superato la nostra Serie A come torneo nazionale più importante d’Europa.
I risultati ottenuti dalle squadre iberiche nelle Coppe europee sono esplicative di questo fenomeno. Le spagnole hanno vinto l’Eurolega moderna in 4 occasioni in 22 anni (2 a testa per Real Madrid e Barcellona), ma ottenuto anche 6 secondi posti, 7 terzi posti e 7 quarti posti. In Eurocup hanno vinto 7 titoli in 19 anni (4 con il solo Valencia), ma conquistato anche 7 secondi posti e 8 terzi posti, e giocato nel 2016-17 una finale fratricida tra Malaga e Valencia. In FIBA Champions League sono arrivati 4 titoli in 6 anni (2 per Tenerife e Burgos), assieme a 2 secondi posti e 2 terzi posti. Lo scorso anno si è giocata una finale tutta spagnola fra Tenerife e Manresa. Oggi, la Spagna ha 3 squadre su 4 in zona playoff di Eurolega. Ha Joventut e Gran Canaria rispettivamente seconda e terza nei gironi di Eurocup. Ha 5 squadre in FIBA Champions League, tutte in vetta ai propri raggruppamenti.
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Sergio Rodriguez in palleggio contro Nicolas Laprovittola nel derby di Eurolega 2022-23 tra Barcellona e Real Madrid

Credit Foto Getty Images

Strutture, movimento giovanile, organizzazione e comunicazione: le eccellenze del sistema spagnolo

Il sistema spagnolo soffre la stessa concorrenza calcistica presente anche in Italia. Ma riesce ad arginarla perché estremamente funzionale da cima o fondo. Oggi è un’eccellenza a livello di strutture. La Liga Endesa è un campionato a 18 squadre con 7 arene dotate di una capacità superiore ai 10.000 posti (record di 15.716 della Fernando Buesa Arena di Vitoria), un’altra che sfiora questa cifra (Gran Canaria Arena, 9.870 posti) e un’altra ancora considerata un gioiello dell’architettura sportiva in tutta Europa (La Fonteta di Valencia con capienza pari a 8.500).
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Una foto panoramica della Fernando Buesa Arena di Vitoria, Euroleague 2021-22

Credit Foto Getty Images

È un’eccellenza a livello giovanile, di sviluppo e crescita di talenti. Il sistema delle cantere e delle squadre B, studiate per permettere ai ragazzi di anticipare la loro esperienza da professionisti per una maturazione precoce e migliore, sta generando una quantità enorme di giocatori protagonisti a livello internazionale. La qualità delle scuole è talmente alta da raccogliere tantissimi talenti esteri, che possono poi essere naturalizzati per formazione sportiva.
Real Madrid e Barcellona, pur avendo disponibilità economiche immense, lavorano in maniera maniacale sui ragazzi. Valencia ha forse la miglior organizzazione e struttura d’Europa per le squadre giovanili, ed è in grado di costruirsi i propri giocatori in casa. Lo stesso discorso vale per il Baskonia, calamita naturale per una quantità incalcolabile di prospetti provenienti da Sudamerica (famosissima ormai la perpetua colonia argentina), Est Europa e Africa. E anche per Badalona, forse la cantera più famosa per la capacità ormai decennale di sfornare talenti poi diventati star a livello internazionale.
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Luka Doncic festeggia la vittoria dell'Eurolega al termine della finale del 2017-18 tra Real Madrid e Fenerbahçe

Credit Foto Getty Images

Il sistema di qualità assoluta delle giovanili, confermato anche dai tantissimi titoli vinti dalle selezioni Under, funge da traino per l’intero sistema. Coltivare il talento in casa porta a una maggior affezione del pubblico e dei giocatori stessi per la maglia. Porta a spese minori sul mercato. E a grandi introiti in caso di cessione all’estero o ai grandi club (Real Madrid e Barcellona) con ambizioni di altissima Europa. Ma porta anche a una maggior qualità delle squadre nazionali. La Spagna ha un parco-giocatori sommerso ricchissimo, come dimostrato anche dalla partita vinta a Pesaro contro l'Italia nell’ultima finestra FIBA, senza giocatori di squadre NBA e di Eurolega.
Infine, la Liga Endesa si sta affermando come un’eccellenza a livello organizzativo e comunicativo, soprattutto nella creazione e produzione di contenuti di altissima qualità, capaci di coinvolgere tifosi e curiosi di tutto il mondo. Vero, è più facile comunicare quando il prodotto è di livello assoluto, ma, per arrivarci, è necessario un lavoro enorme alla base. Lo stesso lavoro che servirebbe - e che oggi manca - al nostro sistema.
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