Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Da squadra smarrita a campione: lo Scudetto dell'Olimpia Milano è il trionfo di coach Ettore Messina

Daniele Fantini

Aggiornato 24/06/2023 alle 11:57 GMT+2

BASKET, SERIE A - Distrutta a fine febbraio, campione d'Italia a fine giugno. La trasformazione totale dell'EA7 Emporio Armani Milano è un attestato enorme al lavoro di coach Ettore Messina, capace di ricomporne con pazienza i pezzi per darle un aspetto finale molto differente da quello progettato a inizio anno. E vincente.

Virtus ko in gara 7, lo Scudetto resta a Milano: gli highlights in 150"

Al caldo di gara-7, le parole di coach Ettore Messina sono di circostanza. Di ringraziamento verso proprietà, giocatori e staff. Ma è lui il primo a sapere che c'è il suo lavoro alla base della trasformazione di una squadra che sembrava senz'anima a fine febbraio, stigmatizzata come protagonista di una stagione deludente su tutti i fronti dopo l'eliminazione al primo turno in Coppa Italia.
"L'unica cosa che so è che qui non si decide con la pancia", ha chiarito di fronte a chi gli chiedeva di ricommentare, a mesi di distanza e con un nuovo trofeo in bacheca, quelle frasi dal tono arrendevole recitate dopo la bruttissima sconfitta casalinga con l'Efes. Frasi che sembravano presagire un suo addio al timone di una barca semi-affondata, in uno dei momenti più bui della stagione. Frasi che hanno fatto parlare per mesi, riprese dopo ogni singola sconfitta o momento di down. Frasi che, per sua stessa ammissione postuma, sono state pronunciate nel modo sbagliato. E che non hanno avuto nulla da spartire o condividere con il finale di stagione.
picture

Messina: "Scudetto merito di Armani, da sempre guida positiva"

Messina ha trasformato una squadra agonizzante in una squadra campione. Lo ha fatto con un lavoro lento e metodico, durato un anno intero. E in grado di consegnare i primi veri frutti soltanto dopo il ko in Coppa Italia, con il lungo filotto in Eurolega che ha portato, per qualche istante, a sognare un'incredibile rimonta verso la qualificazione ai playoff.
Lo ha fatto combattendo, ancora una volta, contro difficoltà e imprevisti più grandi di lui. Dalla chimica ritardata da Eurobasket all'ennesima, infinita serie di infortuni che ha costantemente tolto punti di riferimento alla squadra. Ma ha saputo muoversi tra i problemi, cercando e trovando soluzioni a ogni battuta d'arresto o marcia indietro. Anche a costo di rivoluzionare in maniera totale l'aspetto, l'anima e la struttura della squadra pensata a settembre. Lasciando Kevin Pangos e Brandon Davies, i due grandi colpi di mercato estivo, in panchina per l'intera serie delle Finals.
picture

Armani: "Sono felice platealmente per la prima volta in vita mia"

Quella squadra che nei mesi invernali arrancava soffrendo le due lunghe strisce perdenti in Eurolega (9 e 5 sconfitte consecutive), faticando a raggiungere i 60 punti, oppressa da mancanza di gioco e sfiducia generalizzata, è rifiorita nel momento più importante della stagione. Trovando compattezza, gruppo e solidità anche oltre l'ormai classica resilienza difensiva che ha sempre contraddistinto il lavoro di Messina. Trovando un leader vero in Shabazz Napier, capace di scalare le gerarchie in una manciata di giorni. Riabbracciando Shavon Shields, trascinatore tecnico ed emotivo. E scoprendo, dopo un'attesa sfibrante, Johannes Voigtmann, il vero jolly delle ultime settimane di stagione. L'uomo che, assieme a Napier, ha saputo dare un'impronta differente - e vincente - alla squadra. Più leggera, più offensiva, più duttile, versatile ed equilibrata. Disegnando un'Armani lontanissima parente da quella inizialmente progettata sull'asse Pangos-Davies.
Le scelte operate durante i playoff e le Finals sono stato oggetto di ampie discussioni. Perché Milano non può permettersi incertezze e passi falsi. Ma Messina le ha sempre difese, e cavalcate anche di fronte alle sconfitte, alle critiche e alle avversità. Rendendole, alla fine, vincenti. Dalla responsabilizzazione totale di Gigi Datome, decisivo in gara-7 (ma non solo) dopo tanti mesi trascorsi ai box. Alla rinuncia a un vero secondo playmaker di ruolo da alternare a Napier, specialmente nelle difficoltà sofferte nelle gare di Bologna. Alla difesa, a spada tratta, dei giocatori con cui aveva già vinto nella scorsa stagione, Devon Hall e Kyle Hines, sempre preferiti alla coppia Pangos-Davies. Scelte che hanno definito in maniera incontestabile l'anima della squadra. Scelte che si sono rivelate giuste e vincenti. Perché, per riprendere le parole dello stesso Messina, "piuttosto che rinunciare a lui, sarei affondato anche io assieme a Kyle Hines".
picture

Datome: "Vivo per partite così, Scudetto bellissimo. Grande Virtus"

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità