Le 5 verità di Italia-Moldavia: Caputo, non è tardi
Pubblicato 08/10/2020 alle 07:46 GMT+2
Il centravanti del Sassuolo alimenta l'attinenza con Schillaci e bagna col gol l'esordio in Nazionale a 33 anni. A segno anche El Shaarawy, rimpianto di mercato della Roma. E ora anche Lazzari può sperare di rientrare nel giro azzurro.
Amichevoli? No, si chiamano esami
Qualcuno alla vigilia ha alzato un sopracciglio stile Carlo Ancelotti: ma come, era proprio necessario organizzare una gara del genere in un simile periodo storico? Osservazione sensata. E consolidata, a ben vedere, dal rotondo risultato finale del match del Franchi. Ma anche test così, apparentemente senza troppo significato, non possono essere considerati vere e proprie amichevoli. Sono esami, semmai. Perché ci sono già in ballo gli Europei, appuntamento a cui nessuno vuole rinunciare in partenza. Nemmeno chi parte in seconda o terza fila. Nemmeno seconde scelte come Vincenzo Grifo. L'opportunità di essere osservati da Mancini, e magari di scalare qualche gerarchia nelle preferenze del ct, passa per serate così. E in campo, dove tutti hanno corso e si sono impegnati come in una partita da 3 punti, si è visto.
El Shaarawy, che rimpianto per la Roma
Doveva tornare alla Roma, Stephan El Shaarawy. E invece, dopo che l'accordo con lo Shanghai Shenhua era stato dato per fatto, tutto è saltato all'ultimo giorno di mercato. Un bel rimpianto per il Faraone, costretto ad aspettare gennaio per fare rientro in Serie A. E un bel rimpianto pure per i giallorossi, come dimostrato dalla prestazione del grande ex. Tonico, brillante, concreto nonostante non giocasse una partita ufficiale da fine agosto. Autore di due gol, di cui uno di altissimo profilo tecnico. A Fonseca avrebbe fatto comodo, eccome.
Caputo come Schillaci: perché no?
Intendiamoci: è difficile, se non impossibile, che Ciccio Caputo possa salire sul treno che porterà agli Europei. I posti a disposizione per le prime punte sono due e, a meno di cataclismi, saranno occupati da Ciro Immobile e Andrea Belotti. Però, visto che sognare non costa nulla, è giusto che il centravanti del Sassuolo si giochi fino in fondo le proprie carte. Magari ripensando alla favola di Totò Schillaci, come lui giunto in Nazionale in tarda età e capace di far sognare un popolo intero durante le Notti Magiche del 1990. Caputo ha detto che "il paragone è simpatico, ma fa parte del passato". Ma le attinenze, tra due personaggi partiti dal basso per arrivare in alto, non mancano.
Lazzari può rientrare nel giro azzurro
Incredibile ma vero: Manuel Lazzari, prima di questa sera, aveva indossato la maglia dell'Italia solo una volta, un paio d'anni fa in Portogallo, gara persa per 1-0 nella quale proprio lui era finito sul banco degli imputati. E tutto ciò nonostante sia unanimemente considerato uno dei migliori esterni del nostro campionato, italiani e non. Contano parecchio le attitudini tattiche: i movimenti degli esterni in un 3-5-2, modulo sperimentato alla SPAL prima e alla Lazio poi, sono diversi da quelli dei terzini in un 4-3-3. A Firenze Mancini ha ideato accorgimenti ad hoc, lasciandogli ampio spazio di scatenarsi e trattenendo Biraghi sull'out opposto. E Lazzari ha risposto presente, diventando imprendibile. E tornando a sorpresa, dopo due anni nel dimenticatoio, a sperare di rientrare nel giro azzurro.
Berardi, sprazzi di luce azzurra
Anche Domenico Berardi ha partecipato alla festa. Qualche buona invenzione, qualche idea brillante, un gol sfiorato e un altro segnato da pochi passi. Può fare di più, il mancino del Sassuolo, ma intanto è un buon modo di riallacciare l'intricato rapporto con la maglia azzurra. Berardi era stato convocato per l'ultima volta da Mancini quasi due anni fa, in occasione di un'altra amichevole vinta contro gli Stati Uniti. Poi il buio. Alimentato dall'incostanza di un talento mai completamente capace di passare dallo status di promessa a quello di realtà. C'è ancora tempo per lui?
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