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Arrestato Rosario d'Onofrio, procuratore capo dell'AIA: l'accusa è traffico internazionale di droga

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Aggiornato 12/11/2022 alle 13:49 GMT+1

CALCIO - Rosario D'Onofrio, procuratore capo dell'Associazione italiana arbitri, è stato arrestato nella giornata di giovedì nell'ambito di un'operazione condotta dalla Dda di Milano e dalla Guardia di Finanza per traffico internazionale di droga. D'Onofrio, che come riporta l'Ansa si è dimesso dall'incarico, è accusato di avere introdotto in Lombardia oltre 6 tonnellate di marijuana e hashish.

Rosario D'Onofrio, procuratore capo dell'Aia

Credit Foto Twitter

Rosario D’Onofrio, procuratore capo dell'AIA (l'Associazione italiana arbitri) nonché ex ufficiale dell'esercito, è stato arrestato per traffico internazionale di droga nella giornata di giovedì nell'ambito di un'operazione condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Dda di Milano. D'Onofrio, che come si apprende dall'Ansa si è già dimesso dall'incarico che ricopriva all'Aia, è accusato insieme ad altre 41 persone di avere introdotto in Lombardia oltre 6 tonnellate di marijuana e hashish.
Le indagini sono state condotte tra il 2019 e il 2021. L'operazione ha portato al sequestro di circa mezza tonnellata di droga. D'Onofrio era entrato nella disciplinare dell'Aia nel 2013 sotto la presidenza Nicchi ed era stato nominato a capo dell'ufficio che indaga su eventuali irregolarità degli arbitri durante la presidenza Trentalange. L'Aia, sempre secondo quanto precisato dall'Ansa, è parte lesa nella vicenda e starebbe valutando azioni legali per danni d'immagine. D'Onofrio, che nell'ambiente del narcotraffico era soprannominato Rambo, lo scorso luglio era stato premiato dal Comitato nazionale dell'Associazione italiana arbitri per essersi particolarmente distinto nelle vesti di dirigente arbitrale nazionale.

L'ordinanza del Gip

A D'Onofrio, come emerge dall'ordinanza del Giudice per le indagini preliminari, "deve essere applicata la misura della custodia in carcere, tenuto conto della sua incondizionata disponibilità a effettuare quotidiani 'servizi' di consegne o riscossione di denaro e della pericolosità sociale" dovuta agli "inescusabili comportamenti in concreto tenuti nel periodo del lockdown, durante il quale lo stesso con la divisa militare circolava per la Lombardia per effettuare consegne di sostanza stupefacente o per recarsi a Milano a versare il denaro provento dello spaccio a cittadini cinesi affinché trasferissero illegalmente tali somme in Spagna".
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