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Calcio, Roberto Mancini: "Ho pensato di lasciare, ma sono sicuro che vincerò un Mondiale"

Daniele Fantini

Pubblicato 11/07/2022 alle 10:30 GMT+2

CALCIO, NAZIONALE - Roberto Mancini ha concesso una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in occasione dell'anniversario della conquista degli Europei a Wembley. Il ct della Nazionale azzurra racconta la grande delusione per la mancata qualificazione al Mondiale, unita però alla consapevolezza di poter trionfare in un prossimo futuro.

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Un anno esatto fa, la Nazionale azzurra festeggiava il suo secondo titolo europeo battendo l'Inghilterra a Wembley. Oggi quel ricordo dolcissimo si mischia con l'amarezza della mancata qualificazione per i Mondiali in Qatar. Quel trofeo che sembrava poter aprire un nuovo ciclo sotto la guida di Roberto Mancini resta, al momento, nel limbo. Il tecnico della nazionale ha raccontato il calderone di emozioni vissuto negli ultimi mesi in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Ne riportiamo alcuni brani.

La gioia per il trionfo di Wembley, traguardo di un grande percorso

"Un miracolo lo abbiamo fatto di sicuro, ma non solo in quell'Europeo: in tre anni e mezzo giocati alla grande. Capita che si vinca un grande torneo perché in quel mese va tutto bene. Ma non è stato il nostro caso. Dietro c'era un percorso preciso: tante partite importanti, non solo sette".
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L'obiettivo e il sogno: vincere Europeo e Mondiale

"Da quando sono commissario tecnico ho sempre avuto un obiettivo: vincere Europeo e Mondiale. Un anno fa, con la coppa in mano, mi ero detto: 'Ne vinciamo uno dietro l'altro'. Pensavo a questo Mondiale, evidentemente non era questo. Ma continueremo a pensare che ne vinceremo uno, sì".

La delusione dopo l'esclusione dal Mondiale

"Ho avuto la tentazione di lasciare. Sia dopo aver vinto l'Europeo che dopo aver mancato la qualificazione al Mondiale. Più la seconda volta. Mi sono trovato in una situazione molto difficile. Dopo Wembley, ci ho pensato un po', ma c'era il Mondiale a poco più di un anno. Vedrò il Mondiale da commentatore in TV? Non ho ancora preso nessuna decisione. L'unica certezza è che per me sarà un mese abbastanza doloroso. Purtroppo".
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Un gioco versatile, adeguato alla modernità

"Non siamo mai stati come il Barcellona. Abbiamo gente brava tecnicamente, a cui piace giocare la palla, ma se c'era da verticalizzare, lo abbiamo sempre fatto. Bisogna trovare una via di mezzo, saper fare tutto, come già successo negli anni passati. Se serivrà, non avremo problemi a cambiare tipo di gioco per favorire gli attaccanti. Possiamo valutare anche di giocare con due punte invece che con una centrale e due esterni".

Il futuro nei giovani: fiducia e crescita

"È importante che i ragazzi giochino, molto più che dove. Spero di trovarne altri come Gnonto. Ne ho chiamati diversi dalla B, perché abbiamo seguito anche quel campionato con attenzione. Quelli che giocano in A li conosciamo già bene. Gli stage mensili servono? Ci spero, più che altro. Penso che si possano vedere tanti giovani da vicino".
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