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Mino Raiola: "Il soprannome pizzaiolo? Colpa di Mihajlovic, non ho mai fatto una pizza in vita mia"

Francesco Friggi

Aggiornato 09/12/2021 alle 17:20 GMT+1

CALCIOMERCATO - Curiosa e simpatica intervista quella condotta da Sport 1 che, incontrando Mino Raiola, scioglie i dubbi circa il soprannome del procuratore (il pizzaiolo) per poi passare ad un tono decisamente più serio quando i racconti sulle sue origini e sulla sua famiglia prendono il sopravvento.

Mino Raiola

Credit Foto Getty Images

Mino Raiola è stato davvero un pizzaiolo? E se la risposta fosse 'NO', dove è nato questo soprannome? Sono tutte domande che un appassionato di calcio si è posto almeno una volta viste le leggende e gli aneddoti che girano attorno ai protagonisti del pallone. Sui dubbi di uno dei procuratori più potenti del calcio, ha indagato 'Sport 1' che ha condotto una lunga intervista a Mino Raiola; è proprio il procuratore che, sorridendo, risponde alla domanda se avesse mai fatto il pizzaiolo in vita sua: "Ecco la storia del pizzaiolo, tutti affermano che sono un pizzaiolo. Sai cosa? Non ho fatto una sola pizza in vita mia. Non so nemmeno come farla. Ma ho portato molte pizze agli ospiti del ristorante dei miei genitori. Il ristorante dei miei genitori è stata la scuola della mia vita".

IL SOPRANNOME "PIZZAIOLO"

Sulla nascita del soprannome 'Il Pizzaiolo': "Ebbi una grossa discussione con Sinisa Mihajlovic, che giocava nell'Inter, e nel Milan c'era Ibra. Dopo un derby, Mihajlovic disse stupidaggini su Zlatan e se qualcuno attacca i miei giocatori è come se attaccasse me. Così abbiamo iniziato a litigare e Mihajlovic a un certo punto disse: 'Cosa vuole il pizzaiolo?'"
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Mihajlovic e Ibrahimovic sul palco di Sanremo 2021

Credit Foto Getty Images

DALL'ITALIA ALL'OLANDA

"Sono nato a Salerno e quando avevo un anno siamo andati in Olanda, ad Haarlem. Mio padre è un meccanico qualificato e appena messi da parte i primi soldi abbiamo aperto un ristorante italiano. Fu un successo. A un certo punto possedevamo sette negozi. L'intera piazza del mercato di Haarlem era nelle nostre mani. Mio padre lavorava dalla mattina alla sera e non poteva stare con me. Così ho deciso che sarei stato io con lui. L'ho aiutato a lavare i piatti, a riordinare, pulire e servire".
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