Alvaro Morata, il bello di notte emblema della Juventus double face

Si è preso il palcoscenico, ancora una volta. Dopo la notte di Manchester, è ancora Alvaro Morata a fare la differenza per la Juventus nel secondo match della fase a gironi di Champions League. Il quinto gol consecutivo segnato in Europa vale l’aggancio a un monumento come Alessandro Del Piero. Numeri da paura per un classe 1992, una delle poche certezze rimaste a Massimiliano Allegri. L’emblema autentico della Juventus “double face”. Regina in Europa, nelle retrovie in campionato.

Le statistiche in Champions League di Morata sono pazzesche. A quasi 23 anni, ha segnato 8 gol in 20 presenze, ben 7 in 14 da quando è alla Juventus. Tutti i suoi gol in bianconero sono giunti nelle ultime 9 partite, mentre nelle ultime 5 ha sempre timbrato il cartellino. Due gol al Real Madrid, uno a Barcellona, Manchester City e Siviglia. Prima dello spagnolo, l'unico giocatore della Juventus capace di segnare in cinque partite consecutive di Champions fu Alessandro Del Piero (da settembre a novembre del 1995 e da maggio a novembre del 1997). Nel complesso, 7 degli ultimi 12 gol europei della Juventus sono giunti dal suo piede: il 58,3% del totale.

Se si confronta il Morata visto in Europa con quello della Serie A, i dati si fanno interessanti. Ai già citati 7 gol in 14 presenze di Champions, infatti, si devono aggiungere gli 8 in 32 match di campionato. Quasi lo stesso bottino, solo che con 552’ in più a disposizione. Non è un caso che le sue percentuali realizzative siano ben diverse. In Europa viaggia al 58,3%, mentre in campionato non supera il 36,6%. Non una percentuale malvagia, per carità, ma pur sempre inferiore a quella dimostrata in Europa. Come mai? La frequenza dei tiri non c’entra, considerando che in campionato conclude in porta una volta ogni 66’ e in Champions una ogni 75’. E nemmeno le zone occupate in campo, considerando che in entrambe le competizioni Allegri gli chiede di svariare molto sul fronte d’attacco.

Con il solito fare introverso, ha provato lui stesso a fornire una spiegazione di questo diverso rendimento al termine della vittoria sul Siviglia. “Con Dybala l’intesa c’è – ha dichiarato Morata – e anche fuori dal campo. Dobbiamo lavorare ancora di più e, a livello personale, devo incidere di più sul modo in cui attacco gli spazi. In Europa ne ho di più, in Serie A è tutto più difficile”. Se lo dice lui – e se i numeri sono questi – c’è da credergli. Viene da pensare che il “bello di notte” sia soprattutto questione di un atteggiamento più aperto trovato in Europa, lì dove Morata sa come esaltarsi al cospetto di grandi squadre. Ben diverso, invece, è in Italia, contro piccole squadre che tendono a chiudersi e basta al cospetto della Juventus. Gli spazi si assottigliano e, per un centravanti atipico come lo spagnolo, si fa dura. Ma, con 23 anni ancora da compiere, c’è tutto il tempo per migliorare. Per il bene suo e della Juventus, specie quella di campionato.